Il Papa e gli immigrati: «Solidarietà e legalità»
CITTA’ DEL VATICANO
Papa Ratzinger loda l’Italia dei cento campanili rendendo omaggio al 150esimo anniversario dell’unità del Paese e, forse, non è proprio un caso se nel giorno del “C-day” decide di dare udienza ai sindaci dell’Anci per parlare con loro dei problemi che stanno dando non poco filo da torcere alle amministrazioni di tutta la Penisola, dalle Alpi alla Sicilia, indistintamente.
Innanzitutto la crisi economica, poi la tenuta del tessuto sociale, le difficoltà evidenti a coniugare il fenomeno dell’immigrazione col rispetto delle leggi e delle tradizioni (cristiane). Un punto, quest’ultimo, sul quale si è soffermato con particolare incisività in riferimento alla sfida che la presenza degli stranieri di fede musulmana sta ponendo al Paese. «Di fronte a questa realtà bisogna saper coniugare solidarietà e rispetto delle leggi, affinché non venga stravolta la convivenza sociale e si tenga conto dei principi di diritto e della tradizione culturale e anche religiosa da cui trae origine la Nazione».
Un ruolo prezioso, in questo senso, lo svolgono le «formazioni intermedie presenti nel territorio» poiché portano avanti «attività di rilevante utilità sociale, essendo fautrici di umanizzazione e di socializzazione, particolarmente dedite alle fasce emarginate e bisognose». Tra queste rientrano anche le parrocchie, gli oratori, le case religiose, gli istituti di assistenza e le scuole cattoliche per le quali chiede soldi. «Auspico che tale preziosa attività trovi sempre un adeguato apprezzamento e sostegno, anche in termini finanziari».
Benedetto XVI ripete che la Chiesa non domanda privilegi «ma di poter svolgere liberamente la sua missione, come richiede un effettivo rispetto della libertà religiosa». Infine non è mancato un cenno (indiretto) alla riforma del federalismo che richiede un «equilibrio necessario tra unità nazionale e valorizzazione delle comunità locali».
Il modo per armonizzare realtà differenti, come il Nord e il Sud o il centro e la periferia, dice, è di far leva su due concetti, quello della sussidiarietà e della solidarietà. «Vanno mantenuti strettamente connessi perché la sussidiarietà senza la solidarietà scade nel particolarismo sociale, e la solidarietà senza la sussidiarietà scade nell’assistenzialismo che umilia il portatore di bisogno». Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci, a nome di tutti i sindaci italiani ha lanciato un allarme sulle conseguenze delle perdurante crisi economica. «Stanno aumentando le povertà e i bisogni primari delle persone che richiedono di essere risolti».
© Copyright Il Messaggero, 13 marzo 2011
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