giovedì 10 marzo 2011

Libro su Gesù, il Papa: la Risurrezione è un fatto storicamente credibile (Izzo)

LIBRO PAPA: LA Risurrezione E' UN FATTO STORICAMENTE CREDIBILE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 mar.

"La fede cristiana sta o cade con la verità della testimonianza secondo cui Cristo è risorto dai morti". Lo scrive Benedetto XVI nella seconda parte del "Gesu' di Nazaret", nel quale definisce storicamente credibili le testimonianze sulla Risurrezione, che non fu - secondo quanto emerge da testimonianze dirette e per il Papa certamente credibili, raccolte da fonti la cui affidabilita' e' verificabile - il semplice risveglio da una morte apparente, come sostengono i positivisti. "Se la storicita' delle parole e degli avvenimenti essenziali potesse essere dimostrata impossibile in modo veramente scientifico, la fede - ragiona il Pontefice - avrebbe perso il suo fondamento". "D'altra parte - aggiunge - a motivo della natura stessa della conoscenza storica non ci si possono aspettare prove di certezza assoluta su ogni particolare. E' pertanto importante per noi appurare se le convinzioni di fondo della fede siano storicamente credibili anche di fronte alla serieta' delle attuali conoscenze evangeliche".
Per Ratzinger in questo caso lo sono: "la risurrezione di Gesù è stata l’evasione verso un genere di vita totalmente nuovo, verso una vita non più soggetta alla legge del morire e del divenire, ma posta al di là di ciò, una vita che ha inaugurato una nuova dimensione dell’essere uomini. Per questo la risurrezione di Gesù non è un avvenimento singolare, che noi potremmo trascurare e che apparterrebbe soltanto al passato, ma è una sorta di 'mutazione decisiva'". Invece, "il miracolo di un cadavere rianimato significherebbe che la Risurrezione di Gesù era la stessa cosa che la risurrezione del giovane di Nain, della figlia del Giairo o di Lazzaro. Di fatto, dopo un tempo più o meno breve, questi - a differenza di Gesu' - ritornarono nella loro vita di prima per poi più tardi, a un certo punto, morire definitivamente".
Le obiezioni alla veridicita' della Risurrezione arrivano anche da teologi illustri con i quali il Papa conviene che "naturalmente, il sepolcro vuoto come tale non può essere una prova della Risurrezione". In effetti, ricorda, "Maria di Magdala, secondo Giovanni, lo trovò vuoto e suppose che qualcuno avesse portato via il corpo di Gesù " e dunque "il sepolcro vuoto non può, come tale, dimostrare la Risurrezione". Secondo Benedetto XVI, "esiste però la domanda inversa: e' la Risurrezione conciliabile con la permanenza del corpo nel sepolcro?
Può Gesù essere risorto, se giace nel sepolcro? Quale tipo di risurrezione sarebbe questo?". "Oggi - rileva il Papa - si sono sviluppate idee di Risurrezione per le quali il destino del cadavere è irrilevante". "In tale ipotesi - osserva - anche il senso di risurrezione diventa così vago da costringere a chiedersi con quale genere di realtà si abbia a che fare in un tale cristianesimo".
Nel suo nuovo libro, il Pontefice ammette che nei contenuti della fede "naturalmente non può esserci alcun contrasto con ciò che costituisce un chiaro dato scientifico". Ma, risponde, non e' questo il caso: "nelle testimonianze sulla Risurrezione si parla di qualcosa che non rientra nel mondo della nostra esperienza. Si parla di qualcosa di nuovo, di qualcosa fino a quel momento unico, si parla di una nuova dimensione della realtà che si manifesta. Non si contesta la realtà esistente. Ci viene detto piuttosto: esiste un’ulteriore dimensione rispetto a quelle che finora conosciamo. Ciò - si chiede - sta forse in contrasto con la scienza? Può veramente esserci solo ciò che è esistito da sempre? Non può esserci la cosa inaspettata, inimmaginabile, la cosa nuova? Se Dio esiste, non può Egli creare anche una dimensione nuova della realtà umana e della realtà in generale?". "La Risurrezione - spiega Ratzinger - dischiude lo spazio nuovo che apre la storia al di là di se stessa e crea il definitivo. In questo senso - allora - è vero che la Risurrezione non è un avvenimento storico dello stesso genere
della Nascita o della Crocifissione di Gesù. Essa è qualcosa di nuovo, un genere nuovo di evento".
L'ultimo capitolo del libro di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI si apre con le parole di San Paolo, "l'ultimo al quale è stato concesso ancora un incontro con il Cristo risorto", sulla via di Damasco: "se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede". Un'affermazione che, si legge, "pone drasticamente in risalto quale importanza abbia per il messaggio cristiano nel suo insieme la fede nella Risurrezione di Gesù Cristo: ne è il fondamento. Se si toglie questo, si può, certo, raccogliere dalla tradizione cristiana ancora una serie di idee degne di nota su Dio e sull’uomo, sull’essere dell’uomo e sul suo dover essere, una sorta di concezione religiosa del mondo, ma la fede cristiana è morta". Di fatto, "Gesù in tal caso è una personalità religiosa fallita; una personalità che nonostante il suo fallimento rimane grande e può imporsi alla nostra riflessione, ma rimane in una dimensione puramente umana e la sua autorità è valida nella misura in cui il suo messaggio ci convince. Egli non è più il criterio di misura; criterio è allora soltanto la nostra valutazione personale scegliere dal suo patrimonio ciò che sembra utile. E questo significa che siamo abbandonati a noi stessi. La nostra valutazione personale è l’ultima istanza. Solo se Gesù è risorto, è avvenuto - infatti - qualcosa di veramente nuovo che cambia il mondo e la situazione".
"Per questo - sottolinea il Papa teologo - nella nostra ricerca sulla figura di Gesù, la Risurrezione è il punto decisivo. Se Gesù sia soltanto esistito nel passato o invece esista anche nel presente, ciò dipende dalla Risurrezione. Nel 'sì' o 'no' a questo interrogativo non ci si pronuncia su di un singolo avvenimento accanto ad altri, ma sulla figura di Gesù come tale.
se nella Risurrezione di Gesù si fosse trattato soltanto del miracolo di un cadavere rianimato, essa ultimamente non ci interesserebbe affatto. Non sarebbe infatti più importante della rianimazione, grazie all’abilità dei medici, di persone clinicamente morte". Se cosi' fosse stato "per il mondo come tale e per la nostra esistenza - invece - non sarebbe cambiato nulla".
E invece la Risurrezione e' un fatto storicamente credibile: "se ascoltiamo i testimoni col cuore attento e ci apriamo ai segni con cui il Signore accredita sempre di nuovo loro e se stesso, allora sappiamo - conclude il Papa - che Egli è veramente risorto. Egli è il Vivente. A Lui ci affidiamo e sappiamo di essere sulla strada giusta. Con Tommaso mettiamo le nostre mani nel costato trafitto di Gesù e professiamo: 'Mio Signore e mio Dio!'".

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