Quasi quattrocento passeggeri con Benedetto XVI
Su quel treno verso Assisi
Sono trascorsi cinquantadue anni da quando fu aperta la cancellata che separa i binari della ferrovia della Città del Vaticano da quelli dello Stato italiano per consentire, per la prima volta, il passaggio di un treno con a bordo il Papa. Era l'11 aprile del 1959. Un viaggio mesto perché su quel convoglio c'era la salma di Pio X. Veniva traslata a Venezia. Questa mattina, giovedì 27 ottobre 2011, quella grigia cancellata di ferro è stata aperta ancora -- come in altre occasioni dopo quella «prima volta» -- per consentire la partenza del convoglio che ha portato Benedetto XVI e i rappresentanti di tutte le religioni del mondo ad Assisi, per celebrare la giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, nel venticinquesimo anniversario dell'analogo incontro convocato da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986. Il segnale di partenza è stato dato, per competenza di compartimento ferroviario, alle 8 in punto dal capo stazione di Roma Ostiense.
Quasi quattrocento i passeggeri che hanno trovato posto nelle sette carrozze del Frecciargento che formavano il convoglio. Il Papa ha preso posto nella seconda vettura di testa, insieme ai rappresentanti delle principali Chiese e confessioni cristiane e ai membri del suo seguito più ristretto.
Tra i capi religiosi c'erano il Patriarca ecumenico Bartolomeo i, Rowan Williams, primate della Comunione anglicana, il metropolita Aleksandr per il Patriarcato di Mosca, Sua Beatitudine Anastas per la Chiesa ortodossa di Albania, Sua Eminenza Norvan Zakaryan per la Chiesa apostolica armena, catholicossato della Sede di Santa Etchmiadzin. Tra i membri del seguito papale il cardinale Bertone, segretario di Stato, gli arcivescovi Becciu, sostituto, Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, e Harvey, prefetto della Casa Pontificia; il vescovo De Nicolò, reggente della prefettura; i monsignori Gänswein, segretario particolare, Xuereb, della segreteria particolare, e Rudelli, della Segreteria di Stato; il gesuita Lombardi, direttore della Radio Vaticana, della Sala Stampa della Santa Sede e del Centro Televisivo Vaticano; il professore Polisca, medico personale del Pontefice, e il direttore del nostro giornale.
In un'altra carrozza avevano preso posto, con altri esponenti della Curia romana e della Chiesa italiana, diciannove cardinali tra i quali il decano del collegio cardinalizio Sodano, il vice decano Etchegaray, i presidenti dei Pontifici Consigli della Giustizia e della Pace, Turkson, per il Dialogo Interreligioso, Tauran, e per la promozione dell'Unità dei Cristiani, Koch, per la Cultura, Ravasi, il vicario di Roma, Vallini, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, Bagnasco; una decina di arcivescovi e vescovi, e altrettanti rappresentanti dei movimenti e della vita consacrata impegnati nell'ecumenismo e nel dialogo interreligioso, tra i quali don Julián Carrón, Andrea Riccardi e Maria Voce.
Giunto in auto alla stazione Vaticana, prima di salire sul treno, il Pontefice è stato salutato dall'arcivescovo Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, con il vescovo Sciacca, segretario generale, dai monsignori Wells, assessore della Segreteria di Stato, e Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati; dal ministro dei Trasporti italiano Altero Matteoli, dall'amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Mauro Moretti, e dal presidente delle Ferrovie dello Stato Italiane, Lamberto Cardia. Quest'ultimo e padre Lombardi hanno donato al Pontefice l'opera in due volumi Ottant'anni della Radio del Papa.
Durante il viaggio, durato circa un paio d'ore, ai passeggeri, assistiti da sette steward di Trenitalia, sono stati donati un biglietto ricordo in argento e una copia dell'edizione dell'«Osservatore Romano» con la data di giovedì 27 ottobre, in gran parte dedicata al pellegrinaggio. Lungo il percorso, durante il quale sugli schermi delle carrozze scorrevano le immagini di viaggi di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II in treno, uno speaker per interfono, salutando Benedetto XVI anche a nome delle autorità presenti, ha assicurato che oggi tutti i ferrovieri lo hanno accompagnato idealmente in questo pellegrinaggio.
Il passaggio del convoglio lungo il percorso è stato salutato da diversi gruppi di fedeli che esponevano striscioni e improvvisavano cori. Qualche opportunità in più per quelli riuniti lungo le banchine delle stazioni di Terni, Spoleto e Foligno in prossimità delle quali il treno ha rallentato. Imponente la folla accorsa a Terni, tanto che il Papa si è alzato per raggiungere il lato opposto della carrozza e rispondere al saluto dal finestrino. Stesse scene a Spoleto, dov'è stato salutato da un reparto di militari in divisa, e a Foligno, dov'erano tantissimi bambini delle scuole elementari e medie con palloncini colorati. Poco prima di quest'ultima cittadina, il Patriarca ecumenico e il Primate della Comunione anglicana avevano lasciato i loro posti per un breve incontro con il Pontefice.
Ad Assisi il convoglio è giunto intorno alle 9.50. Benedetto XVI è stato accolto dall'arcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, e in rappresentanza del Governo italiano dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, con l'ambasciatore presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco. Tra le autorità locali, il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il prefetto di Perugia, Enrico Laudanna, il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, il presidente della provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi. (mario ponzi)
(©L'Osservatore Romano 28 ottobre 2011)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento