PAPA: VITA SIA COERENTE CON VALORI CHE SI ANNUNCIANO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 30 ott.
Un forte richiamo alla coerenza di vita alla quale sono tenuti tutti i cristiani e in particolare i pastori, i teologi, i catechisti e chiunque abbia responsabilita' nella Chiesa, e' stato pronunciato oggi da Benedetto XVI in occasione della preghiera dell'Angelus.
Il Papa ha ricordato infatti "gli ammonimenti che Gesu' rivolge alla nostra coscienza, per assumere un comportamento conforme ad essi", ed ha aggiunto che il Vangelo "condanna fermamente anche la vanagloria e osserva che operare 'per essere ammirati dalla gente' pone in balia dell'approvazione umana, insidiando i valori che fondano l'autenticita' della persona".
"Quanti nella comunita' cristiana sono chiamati al ministero dell'insegnamento possano sempre - ha auspicato - testimoniare con le opere le verita' che trasmettono con la parola".
Gesu', ha ricordato commentando il brano letto nella liturgia di oggi, "rimprovera gli scribi e i farisei, che avevano nella comunita' un ruolo di maestri, perche' la loro condotta era apertamente in contrasto con l'insegnamento che proponevano agli altri con rigore" sottolineando che 'costoro dicono e non fanno'; anzi, 'legano fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito'".
"La buona dottrina - ha scandito - va accolta, ma rischia di essere smentita da una condotta incoerente".
Il Pontefice teologo si e' soffermato anche sulla raccomandazione riportata dall'evangelista Matteo: "praticate e osservate tutto cio' che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere", osservando che "l'atteggiamento di Gesu' e' esattamente l'opposto: Egli pratica per primo il comandamento dell'amore, che insegna a tutti, e puo' dire che esso e' un peso leggero e soave proprio perche' ci aiuta a portarlo insieme con Lui".
In proposito, Papa Ratzinger ha anche citato un commento del teologo francescano San Bonaventura sui "maestri che opprimono la liberta' altrui in nome della propria autorita'" ed ha quindi affermato che "nessuno puo' insegnare e nemmeno operare, ne' raggiungere le verità conoscibili senza che sia presente il Figlio di Dio" perche' "e' Lui il nostro vero e unico Maestro" che, ha concluso con le parole del beato Antonio Rosmini, essendo "primo maestro forma tutti gli altri maestri, come pure forma gli stessi discepoli, perche' sia gli uni che gli altri esistono soltanto in virtu' di quel primo tacito, ma potentissimo magistero".
"Cari amici - ha quindi concluso Benedetto XVI rivolto agli oltre 60 mila fedeli presenti in piazza San Pietro - il Signore Gesu' si e' presentato al mondo come servo, spogliando totalmente se stesso e abbassandosi fino a dare sulla croce la piu' eloquente lezione di umilta' e di amore". E l'invito del Papa ai cattolici e' dunque a rinunciare alle ambizioni mondane per seguire "la proposta di vita: 'chi tra voi e' piu' grande, sara' vostro servo'".
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PAPA: PRINCIPI MORALI NON SI POSSONO CONTRATTARE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 30 ott.
"Uno solo e' il Padre vostro, quello celeste e uno solo e' il vostro Maestro, il Cristo". Benedetto XVI ha ricordato queste parole del Vangelo di Matteo per riaffermare - salutando dolo l'Angelus i pellegrini polacchi presenti oggi nell'immensa folla di piazza San Pietro - che "per questo i principi morali provenienti dal Padre non possono essere oggetto di dubbio, di contrattazione, di discussione".
"Il Vangelo - ha esortato - conduca alle opere concrete, nelle quali si manifesta l'amore che proviene da Dio Padre".
Nella riflessione che ha preceduto l'Angelus, poco prima il Papa aveva ricordato che il Vangelo "condanna fermamente anche la vanagloria e osserva che operare 'per essere ammirati dalla gente' pone in balia dell'approvazione umana, insidiando i valori che fondano l'autenticita' della persona".
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