PAPA: IN S. PIETRO PER DARE I PALLI E FESTA SS. PIETRO E PAOLO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 29 giu.
Nell'odierna ricorrenza del 60esimo anniversario della sua ordinazione presbiterale, Benedetto XVI presiede nella Basilica Vaticana la Concelebrazione Eucaristica con una quarantina di arcivescovi metropoliti ai quali, nel corso del Sacro Rito, impone i "palli", cioe' le stole di lana bianca con croci nere che simboleggiano la particolare unione delle loro sedi con la Chiesa di Roma, che sono stati questa notte sulla tomba di San Pietro. Come di consueto in occasione della Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, patroni della Citta' di Roma, e' presente una delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli composta da Emmanuel Adamakis, Metropolita di Francia; Athenagoras Yves Peckstadt, vescovo di Sinope, ausiliare del Metropolita del Belgio e dall'archimandrita Maxime Pothos, vicario generale della Metropolia della Svizzera.
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PAPA: CARDINAL SODANO, CHIESA DI ROMA VESSILLO SOPRA LE NAZIONI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 29 giu.
"Padre Santo, in questo momento le sono vicini i pastori e i fedeli di tutto il mondo, come tanti uomini di buona volonta' che guardano alla Chiesa di Roma come 'un vessillo sopra le nazioni', segno della continua presenza divina nelle alterne vicende della storia". All'inizio del rito per la consegna dei "palli" ai nuovi arcivescovi, il decano del collegio cardinalizio Angelo Sodano si e' rivolto con queste parole a Bwendetto XVI per formulargli gli auguri per il 60esimo di ordinazione sacerdotale che ricorre oggi. Appare molto significativo il richiamo al carattere "sopranazionale" garantito alla Chiesa Cattolica dalla guida del Papa che il porporato ha fatto citando le parole del profeta Isaia.
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PAPA: NUOVI ARCIVESCOVI SIANO FEDELI A CRISTO, A UOMINI E A ROMA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 29 giu.
Imponendo il "pallio" a ciascuno dei nuovi arcivescovi nominati quest'anno, il Papa chiede fedelta' a Cristo, agli uomini loro affidati, e alla Sede di Roma. E ricorda a tutti i vescovi del mondo che il gregge rimane del Signore e non diventa mai proprieta' del pastore. Lo ha spiegato lo stesso Pontefice nell'omelia della messa celebrata questa mattina in San Pietro con i nuovi metropoliti. Questa particolare stola, ha spiegato, "puo' ricordarci innanzitutto il giogo dolce di Cristo che ci viene posto sulle spalle.
Il giogo di Cristo e' identico alla sua amicizia. E' un giogo di amicizia e percio' un 'giogo dolce', ma proprio per questo anche un giogo che esige e che plasma. E' il giogo della sua volonta', che e' una volonta' di verita' e di amore. Cosi' e' per noi soprattutto anche il giogo di introdurre altri nell'amicizia con Cristo e di essere a disposizione degli altri, di prenderci come pastori cura di loro". Per Benedetto XVI, poi, c'e' un altro significato del "pallio", che e', ha ricordato "intessuto con la lana di agnelli, che vengono benedetti nella festa di sant'Agnese e ci ricorda cosi' il Pastore diventato Egli stesso Agnello, per amore nostro. Ci ricorda Cristo che si e' incamminato per le montagne e i deserti, in cui il suo agnello, l'umanita', si era smarrito. Ci ricorda Lui, che ha preso l'agnello, l'umanita', cioe' anche me, sulle sue spalle, per riportarmi a casa.
Ci ricorda in questo modo che, come Pastori al suo servizio, dobbiamo anche noi portare gli altri, prendendoli, per cosi' dire, sulle nostre spalle e portarli a Cristo. Ci ricorda che possiamo essere Pastori del suo gregge che rimane sempre suo e non diventa nostro". "Infine - ha concluso il Papa teologo - il 'pallio' significa molto concretamente anche la comunione dei Pastori della Chiesa con Pietro e con i suoi successori - significa che noi dobbiamo essere Pastori per l'unita' e nell'unita' e che solo nell'unita' di cui Pietro e' simbolo guidiamo veramente verso Cristo".
"La testimonianza di amore e di fedelta' dei Santi Pietro e Paolo illumina i Pastori della Chiesa, per condurre gli uomini alla verita', formandoli alla fede in Cristo", ha poi ricordato Benedetto XVI nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus. "San Pietro - ha aggiunto - rappresenta l'unita' del collegio apostolico. Per tale motivo, durante la liturgia celebrata questa mattina nella Basilica Vaticana, ho imposto a 40 arcivescovi metropoliti il pallio, che manifesta la comunione con il Vescovo di Roma nella missione di guidare il popolo di Dio alla salvezza". In proposito, il Papa ha citato sant'Ireneo, vescovo di Lione, per il quale "alla Chiesa di Roma deve convergere ogni altra Chiesa, cioe' i fedeli che sono dovunque, perche' in essa e' stata sempre custodita la tradizione che viene dagli Apostoli".
"E' questa la fede professata da Pietro a costituire il fondamento della Chiesa", ha insistito il Pontefice ricordando le parole del Vangelo di Marco: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". "Il primato di Pietro e' predilezione divina, come lo e' anche la vocazione sacerdotale", ha quindi continuato il Papa ricordando che Gesu' rispose a Pietro: "ne' la carne ne' il sangue te lo hanno rivelato ma il Padre mio che e' nei cieli". "Cosi' accade a chi decide di rispondere alla chiamata di Dio con la totalita' della propria vita", ha commentato Ratzinger confidando di averlo ricordato volentieri in questo giorno, nel quale si compie per lui il sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale.
"Sono grato al Signore - ha poi concluso - per la sua chiamata e per il ministero affidatomi, e ringrazio coloro che, in questa circostanza, mi hanno manifestato la loro vicinanza e sostengono la mia missione con la preghiera, che da ogni comunita' ecclesiale sale incessantemente a Dio, traducendosi in adorazione a Cristo Eucaristia per accrescere la forza e la liberta' di annunciare il Vangelo".
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1 commento:
Non so se è già stato segnalato questo pezzo della Corradi. Perdonate, ma sono un po' suonata dal caldo:
http://www.avvenire.it/Commenti/QUEL+GIORNO+LALTRA+STORIA_201106290624530600000.htm
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