sabato 30 luglio 2011

In Spagna Papa Benedetto sceglierà, ancora una volta, la via della proposta e non della polemica (Tornielli)

Zapatero, per ultimo vedrà il Papa

ANDREA TORNIELLI

La decisione del premier Zapatero di uscire di scena anzitempo cade in un momento emblematico.
L’annuncio di anticipare il voto, prima previsto per il marzo del prossimo anno, giunge infatti a pochi giorni dall’arrivo a Madrid di Benedetto XVI, il Papa difensore della vita, che nella capitale spagnola incontrerà i ragazzi della Giornata mondiale della gioventù.
Zapatero in questi anni - in Italia più ancora che in Spagna - è diventato il simbolo di una sinistra in grado di proporre e in qualche caso di far approvare leggi come quella sui matrimoni gay o come quella sull’eutanasia in un Paese considerato «cattolicissimo».
Il braccio di ferro con l’episcopato spagnolo, che in più di un’occasione non ha mancato di convocare i fedeli in piazza per difendere la vita e la famiglia, ha contribuito a consolidare l’immagine di un primo ministro nemico della Chiesa cattolica. I rapporti con il Vaticano non sono stati certo facili, almeno all’inizio. E molti si aspettavano che nel luglio 2006, mettendo piede in Spagna per la prima volta da Papa, per di più in occasione dell’incontro mondiale delle famiglie, Benedetto XVI spingesse l’acceleratore della denuncia contro le politiche del governo socialista. Zapatero, in quella occasione, disertò la messa papale di Valencia e l’allora portavoce vaticano Joaquín Navarro Valls dichiarò che nemmeno Fidel Castro era arrivato a tanto quando Wojtyla andò a Cuba.
Ratzinger scelse, invece, la linea morbida: parlò della famiglia in positivo, senza invettive contro il governo socialista. Lo stesso si è ripetuto lo scorso novembre, quando Benedetto XVI è tornato per la seconda volta in Spagna, per una visita lampo a Santiago de Compostela e a Barcellona, dove ha consacrato la basilica dedicata alla Sagrada Familia. Sul volo da Roma, rispondendo ai giornalisti, il Papa aveva notato come in Spagna si stesse manifestando «una laicità, un anticlericalismo, un secolarismo forte e aggressivo», auspicando invece l’incontro e non lo scontro tra fede e laicità. Anche durante questa seconda visita, però, i suoi discorsi sono stati prudenti, senza accenni polemici diretti contro il governo, al contrario di quanto avrebbero sperato i settori più oltranzisti.
Il Papa sa bene, infatti, che la secolarizzazione galoppante che caratterizza oggi la Spagna non è stata provocata da Zapatero e dalle sue leggi, che pure la Chiesa ha criticato e alle quali ha cercato di opporsi come poteva. Così come Ratzinger sa che l’uscita di scena di un primo ministro che ha riaperto le vecchie ferite della guerra civile e acutizzato lo scontro con le gerarchie non basterà a far riavvicinare alla fede gli spagnoli secolarizzati.
La terza visita papale ormai imminente avverrà dunque al crepuscolo politico di Zapatero, ormai alla vigilia delle dimissioni. E non è difficile prevedere che ancora una volta il Pontefice, incontrando centinaia di migliaia di giovani, sceglierà la via della proposta e non della polemica. Tanto più che ormai da qualche mese, da quando la preparazione per la Gmg è entrata nella sua fase operativa, i vescovi hanno riconosciuto che tutte le autorità, sia locali che nazionali, stanno lavorando bene perché l’evento riesca al meglio.

© Copyright La Stampa, 30 luglio 2011 consultabile online anche qui.

3 commenti:

sonny ha detto...

Buongiorno Raffaella. Approfitto di questo post per fare una piccola e modesta considerazione personale. Spesso in questo blog abbiamo detto che, a livello mediatico, c'è chi può e chi non può. Bene. Stamattina noto che i nostri soliti giornaloni, considerano la prossima caduta del governo Zapatero, come un atto di grande peso istituzionale, atto a dare stabilità al paese che viaggia in acque agitate. Quindi, in un certo senso, sacrifica se stesso per il bene del paese e ci mette pure la faccia. Peccato che aveva perso sonoramente l'ultima tornata elettorale e si sia sempre occupato d' altro (diritti civili?), mentre il paese produceva il record europeo di disoccupazione. Negli U.S.A abbiamo il messia Obama, che ha provato in poco tempo a moltiplicare pane e pesci, cercando di fare una riforma sanitaria, in un paese dove la sanità pubblica è praticamente inesistente. Iniziativa lodevole, ma onerosissima e da compiere con un paese solidissimo alle spalle, ma lui ci stà mettendo la faccia, non è colpa sua.....Poi c'è un'omino vestito di bianco, che vive in un piccolo staterello,che invece........beh finite voi la storia!

gemma ha detto...

cara sonny, ti sarai data la risposta da sola, ma due dei protagonisti che citi sono molto "in", di quelli che piacciono alla gente che piace, di quelli che anche gli errori se li fanno "li fanno a fin di bene", il terzo va contromano

Anonimo ha detto...

la proposta va bene. Ma non è la polemica l'alternativa alla proposta: è la condanna ferma e foriera di Misericordia perché ripristina la Verità, di ciò che è male, chiamato col suo nome...