lunedì 29 agosto 2011

Il Papa chiede di pregare affinché gli educatori sappiano trasmettere l’amore alla verità. La riflessione del cardinale Grocholewski (R.V.)

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Il Papa chiede di pregare affinché gli educatori sappiano trasmettere l’amore alla verità. La riflessione del cardinale Grocholewski

“Per tutti gli insegnanti, affinché sappiano trasmettere l'amore alla verità ed educare agli autentici valori morali e spirituali”: è questa l’intenzione generale di preghiera del Papa per il mese di settembre. Un’invocazione sulla quale si sofferma il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, intervistato da Alessandro Gisotti:

R. - Questi due elementi dell’intenzione di preghiera per il mese di settembre esprimono proprio il nucleo dell’attuale emergenza educativa. Di fronte al relativismo circa i valori e le verità fondamentali della vita si postula di trasmettere l’amore della verità: se non si sa cosa sia il bene e che cosa sia il male; se tutto è relativo allora si pone la domanda “a cosa educare?”. Essenziale è anche la seconda parte di questa richiesta di preghiera: educare agli autentici valori spirituali. In realtà l’educazione non può essere ridotta alla trasmissione delle conoscenze e le capacità possono essere usate sia per il bene, sia per il male. Si deve educare la persona affinché sappia - ma soprattutto voglia - sfruttare queste conoscenze e capacità per il bene.

D. - L’emergenza educativa è uno dei grandi temi del Pontificato di Benedetto XVI: come la Congregazione da lei presieduta sta rispondendo a questa grande sfida dei nostri tempi?

R. - Noi cerchiamo di elaborare un progetto educativo - e questo è molto importante - impostato sulla centralità della persona umana, sulla sua integrità. Anche riguardo alla formazione intellettuale, per noi questa non è solo una preparazione alla professione: la formazione intellettuale in primo luogo deve formare la persona, rendendola capace di essere critica, di essere in grado di giudicare e di valutare da sola; di non essere schiava di certe propagande o ideologie. Per noi è anche molto importante la formazione dei formatori, degli insegnanti, che non devono avere una formazione unicamente intellettuale e specifica alla materia che insegnano, ma devono avere anche una certa formazione spirituale, che li renda persone affidabili così da rappresentare una certa “autorità” per i propri studenti. Io penso che per tutto questo il nostro insegnamento sia molto apprezzabile. Quando, qui in Congregazione, vengono alcuni ambasciatori presso la Santa Sede non cristiani spesso si vantano di aver frequentato la scuola cattolica, l’università cattolica… Io domando sempre come mai pur non essendo cristiani abbiano frequentato la scuola cattolica. Mi vengono date sempre due risposte: la prima, perché sono migliori; la seconda risposta - per me molto importante - perché la scuola cattolica non trasmette soltanto le conoscenze, ma forma la persona.

D. - Parlando ai giovani docenti universitari all’Escorial in occasione della Gmg, il Papa ha detto che “il cammino verso la verità piena è un cammino dell’intelligenza e dell’amore, della ragione e della fede”…

R. - Questo ci riporta a quello che l’attuale Pontefice ha sempre postulato: allargare gli orizzonti della razionalità e quindi non restringere l’intelletto umano soltanto a ricercare quello che è sperimentabile, quello che è utile concretamente, economicamente; ma aprirsi a tutta la verità, aprirsi anche alle questioni fondamentali della vita umana, del senso della vita, del destino della vita… Penso sia molto importante integrare in questo contesto ragione e fede: la ragione sincera non può chiudersi ai problemi che pongono le religioni. Non può chiudersi, perché sono domande fondamentali della vita!

D. - In Italia e in molti altri Paesi settembre è il mese in cui riaprono le scuole: quale augurio si sente di rivolgere agli studenti?

R. - Io vorrei augurare che, con l’aiuto della scuola, i ragazzi possano formarsi ed essere persone solide, responsabili che - da una parte - sappiano dare un senso alla propria vita e - dall’altra parte - riescano a collaborare con gli altri per il bene dell’umanità. Io penso che tutto il senso dell’educazione sia realizzare se stesso, trovare un senso alla propria vita e collaborare per il bene dell’umanità. (mg)

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