Il cardinale Ouellet sottolinea l'ampia partecipazione dell'episcopato alla giornata di Madrid
Quando i vescovi vanno a lezione dai giovani
di Gianluca Biccini
«È l'ora della Chiesa». E «la Chiesa c'è». Una sintesi molto efficace, quella del cardinale Marc Ouellet, sull'esperienza vissuta accanto al Pontefice durante la Giornata mondiale della gioventù a Madrid. La sua riflessione si polarizza sui due elementi emersi in questa occasione. Da una parte, quasi due milioni di giovani i quali, in un momento di gravi tensioni sociali, caratterizzato come appare, per lo più da «relativismo, egoismo, lotte di potere, edonismo e consumismo», guardano alla Chiesa per trovare una luce di speranza.
Dall'altra il Papa, i vescovi -- poche volte visti così tanti in una Gmg -- ma anche i sacerdoti, i religiosi e le religiose, pronti a testimoniare che la Chiesa c'è e cammina al loro fianco. Nell'intervista concessa al nostro giornale, il cardinale canadese, prefetto della Congregazione per i Vescovi, sottolinea proprio questo aspetto particolare di un avvenimento destinato a lasciare un segno duraturo nella vita della Chiesa: è stata -- dice -- una «testimonianza straordinaria di vicinanza dei pastori al loro gregge».
A Madrid con i giovani c'era anche un gran numero di cardinali e di vescovi. È stata forse questa significativa presenza a spingerla a partecipare alla Gmg?
Certamente un evento che richiama la presenza di un quinto dell'episcopato mondiale diviene in modo naturale il posto del prefetto della Congregazione per i vescovi. Il quale è chiamato a stare accanto a loro, per manifestare il suo appoggio alla loro presenza, che ha rappresentato appunto una testimonianza straordinaria di vicinanza dei pastori al loro gregge.
Della Gmg a Madrid sono state date tante definizioni. Guardando a essa nell'ottica della missione affidata al suo dicastero, quali indicazioni si possono trarre?
La lettura giusta credo sia quella di un avvenimento strettamente legato all'idea di nuova evangelizzazione che da tempo si sta concretizzando nella missione della Chiesa. Dunque direi che la Gmg sia divenuta un simbolo di questa evangelizzazione. Anche perché i protagonisti dell'appuntamento madrileno, cioè i giovani, sono chiamati a evangelizzare la società offrendo un segno di speranza non solo ai loro coetanei. Per quanto riguarda la ricaduta sul nostro dicastero, sono certo che si rivelerà un incoraggiamento. In un mondo travolto da guerre, crisi economiche e scoraggiamento sociale, la gioventù che si raduna con il Papa ha solo una notizia da diffondere: Cristo è vivo. E ciò è straordinario, perché incoraggia anche i vescovi nella loro missione come maestri della fede, come catechisti impegnati in prima persona. Allo stesso tempo però, con il loro impegno, essi testimoniano l'attenzione dei pastori all'universo dei giovani e la solidarietà con le loro difficoltà.
Difficoltà di che genere?
Innanzitutto la mancanza di lavoro e le prospettive limitate in molti Paesi: in particolare in Spagna, dove moltissimi sono i giovani disoccupati. Ecco perché è l'ora della Chiesa, chiamata a proporre valori profondi in una realtà in cui sembrano avere importanza solo il successo personale, la superficialità, il consumismo e l'edonismo, come il Papa ha detto nel suo discorso al momento dell'arrivo, rispondendo al saluto rivoltogli dal re Juan Carlos.
Come giudica, anche da presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina, la scelta di Rio de Janeiro come sede del prossimo raduno internazionale di giovani per il 2013?
Sono felice che sia stata presa questa decisione: sin dalla quinta Conferenza generale dell'episcopato latinoamericano e dei Caraibi, tenutasi ad Aparecida nel 2007, le Chiese locali sono impegnate in una missione continentale e nella formazione di discepoli evangelizzatori.E in questa ottica il grande raduno internazionale delle nuove generazioni nel 2013 in Brasile potrà dare un grande contributo a questa missione e al coinvolgimento dei giovani nella fede. E tutto questo avverrà -- non dimentichiamolo -- nel Paese con il maggior numero di vescovi e in un continente dove vive oltre il 45 per cento dei cattolici del mondo.
(©L'Osservatore Romano 27 agosto 2011)
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