giovedì 13 ottobre 2011

30mila fedeli all'udienza generale. Il Papa: incertezze e crisi non ci facciano dimenticare Dio. Cristiani colpiti per minare la convivenza civile in Egitto (Izzo)

PAPA: 30MILA FEDELI IN PIAZZA SAN PIETRO PER UDIENZA GENERALE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 ott.

Oltre 30mila fedeli partecipano questa mattina all'Udienza Generale in piazza San Pietro (circa il doppio di quanti si erano prenotati nei giorni scorsi). Ad ascoltare Benedetto XVI ci sono anche 1.500 partecipanti a un pellegrinaggio della Legio Mariae.

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PAPA: DOLORI, INCERTEZZE E CRISI NON CI FACCIANO DIMENTICARE DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 ott.

Nella storia dell'umanita' e in quella di ciascuno, ci sono "dolori, incertezze, momenti di crisi".
Benedetto XVI lo ha ricordato all'Udienza Generale tenuta oggi in piazza San Pietro, esortando gli oltre 30mila fedeli presenti alla consapevolezza che pure se in salita quella che viviamo e' "una storia di salvezza", perche' "alla fine - ha detto - in Gesu' ogni lacrima e' asciugata".
Come nell'Antico Testamento, accadde al popolo di Dio che si chiedeva dopo aver "sofferto piangendo, se davvero alla fine ci sara' il raccolto, la nostra vita, la verita' il cammino, ci portano a Gesu': entrando nella terra della fede troviamo anche noi una seminagione da fare con le lacrime, ma sicuri che l'amicizia di Cristo ci dara' alla fine una grande raccolta".
Infatti, ha assicurato il Papa teologo, "Dio e' gia' nella nostra vita, il si' di Dio e' piu' forte di tutti i no".
"Non dobbiamo perdere - ha raccomandato - questo ricordo, questa gratitudine per la scoperta di Gesu' Cristo. I dolori della seminagione sono l'inizio della gioia piu' grande".
Per il Pontefice, "il credente che attraversa il silenzio e la sofferenza e' come il chicco di grano, e' come la donna che sopporta le doglie del parto: per poter giungere a dare una nuova vita: dobbiamo restare sempre aperti alla speranza e saldi in Dio".
Questa "memoria del bene", da esercitare "anche nei momenti bui", ci consente di "seminare nella fiducia" che il si' di Dio e' piu' importante di tutti noi, questa gratitudine si trasforma in speranza, questa speranza e' luce, e il dolore della seminagione e' inizio di una nuova vita". Infatti, il Dio cristiano e' Dio "del ristabilimento della sorte, che implica perdono, consapevolezza dell'amore di Dio, misericordia, e diventa esperienza straripante, di giubilo: il Signore fa meraviglie nella storia degli uomini, potente e misericordioso, rifugio dell'oppresso, e del suo amore e' piena la terra", come recita il Salmo 126, con "le note festose" di una preghiera che, "nella gioia, canta le meraviglie di Dio".
"Gli interventi divini - ha spiegato Ratzinger - hanno spesso forme inaspettate, che vanno al di la' di quanto l'uomo possa immaginare; ecco allora la meraviglia e la letizia che si esprimono nella lode". Dio, prosegue il Pontefice, "fa meraviglie nella storia degli uomini. Operando la salvezza, si rivela a tutti come Signore potente e misericordioso, rifugio dell'oppresso, che non dimentica il grido dei poveri", che "ama la giustizia e il diritto e del cui amore e' piena la terra".
"Nella nostra preghiera - quindi - dovremmo guardare piu' spesso a come, nelle vicende della nostra vita, il Signore ci ha protetti, guidati, aiutati e lodarlo per quanto ha fatto e fa per noi. Dio compie cose grandi, e chi ne fa esperienza e' ricolmo di gioia". "In Gesu' - ha quindi ricordato il Papa - ogni nostro esilio finisce, e ogni lacrima e' asciugata, nel mistero della sua Croce, della morte trasformata in vita, come il chicco di grano che si spezza nella terra e diventa spiga".
"Anche noi - ha concluso - troviamo spesso una vita dura, buia, difficile", ma la fede ci rende sicuri che "anche nella notte piu' buia c'e' la luce". Per questo non dobbiamo "perdere la gioia profonda" della "presenza di Dio nella nostra vita"; una "gratitudine che si trasforma in speranza".

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PAPA: CRISTIANI COLPITI PER MINARE CONVIVENZA CIVILE IN EGITTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 ott.

In Egitto i cristiani vengono colpiti per "minare la convivenza civile" e cosi' fermare il cammino verso la democrazia mettendo a rischio "l'unita' nazionale".
Lo ha denunciato il Papa, "profondamente rattristato dagli episodi di violenza commessi al Cairo domenica scorsa" ai danni dei fedeli copti (che sono sia ortodossi sia cattolici).
All'Udienza Generale tenuta in piazza San Pietro per oltre 30 mila pellegrini, Benedetto XVI ha lanciato quindi un appello affinche' la societa' egiziana ritrovi "una vera pace, basata sulla giustizia e sul rispetto della liberta' e dignita' di ogni cittadino".
"Mi unisco - ha assicurato - al dolore delle famiglie delle vittime (che secondo notizie non ufficiali sono state ben 36, ndr) e dell'intero popolo egiziano, lacerato dai tentativi di minare la coesistenza pacifica fra le sue comunita', che e' invece essenziale salvaguardare, soprattutto in questo momento di transizione".
"Inoltre - ha concluso - sostengo gli sforzi delle autorita' egiziane, civili e religiose, in favore di una societa' nella quale siano rispettati i diritti umani di tutti, e in particolare delle minoranze, a beneficio dell'unita' nazionale".

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