GIORNATA ASSISI: MEA CULPA DEL PAPA PER ERRORI DEI CRISTIANI
Salvatore Izzo
(AGI) - Assisi, 27 ott.
"Come cristiano, vorrei dire a questo punto: si', nella storia anche in nome della fede cristiana si e' fatto ricorso alla violenza.
Lo riconosciamo, pieni di vergogna".
Con queste parole Benedetto XVI ha pronunciato oggi a nome di tutte le Chiese una "mea culpa" per gli errori dei cristiani, condannando ancora una volta le violenze commesse dai crociati e nell'inquisizione.
"E' assolutamente chiaro - ha detto in merito a tali comportamenti - che questo e' stato un utilizzo abusivo della fede cristiana, in evidente contrasto con la sua vera natura". "Il Dio in cui noi cristiani crediamo - ha spiegato - e' il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono un'unica famiglia. La Croce di Cristo e' per noi il segno del Dio che, al posto della violenza, pone il soffrire con l'altro e l'amare con l'altro. Il suo nome e' 'Dio dell'amore e della pace'".
Secondo Papa Ratzinger, "e' compito di tutti coloro che portano una qualche responsabilita' per la fede cristiana purificare continuamente la religione dei cristiani a partire dal suo centro interiore, affinche', nonostante la debolezza dell'uomo, sia veramente strumento della pace di Dio nel mondo".
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GIORNATA ASSISI: PAPA, CHIESA CATTOLICA LAVORERA' SEMPRE PER PACE
Salvatore Izzo
(AGI) - Assisi, 27 ott.
"L'orientamento dell'uomo verso Dio, vissuto rettamente, e' una forza di pace". Lo ha ricordato il Papa nel discorso al raduno interreligioso di Assisi, assicurando che "la Chiesa Cattolica non desistera' dalla lotta contro la violenza, dal suo impegno per la pace nel mondo. Siamo animati dal comune desiderio di essere "pellegrini della verita', pellegrini della pace".
Da parte mia, ha affermato, "ho rimandato alla necessita' del dialogo e parlato della purificazione, sempre necessaria, della religione vissuta. E ho affermato che la negazione di Dio corrompe l'uomo, lo priva di misure e lo conduce alla violenza".
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GIORNATA ASSISI: PAPA, DA ASSENZA DIO DISUMANIZZAZIONE E LAGER
Salvatore Izzo
(AGI) - Assisi, 27 ott.
"Gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze dell'assenza di Dio: l'assenza di Dio porta al decadimento dell'uomo e dell'umanesimo".
Lo ha detto il Papa nel discorso ai 300 leader religiosi riuniti con lui nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. "Se una tipologia fondamentale di violenza viene oggi motivata religiosamente, ponendo con cio' le religioni di fronte alla questione circa la loro natura e costringendo tutti noi ad una purificazione, una seconda tipologia di violenza dall'aspetto multiforme ha - ha spiegato Benedetto XVI nel suo discorso - una motivazione esattamente opposta: e' la conseguenza dell'assenza di Dio, della sua negazione e della perdita di umanita' che va di pari passo con cio'". Secondo il Pontefice teologo, "i nemici della religione vedono in questa una fonte primaria di violenza nella storia dell'umanita' e pretendono quindi la scomparsa della religione". "Ma - ha scandito Papa Ratzinger - il 'no' a Dio ha prodotto crudelta' e una violenza senza misura, che e' stata possibile solo perche' l'uomo non riconosceva piu' alcuna norma e alcun giudice al di sopra di se', ma prendeva come norma soltanto se stesso".
Oggi, per il Papa, e' meno attuale il tema dell'"ateismo prescritto dallo Stato", ma si assiste ugualmente a una "decadenza" dell'uomo, "in conseguenza della quale si realizza in modo silenzioso, e quindi piu' pericoloso, un cambiamento del clima spirituale. L'adorazione di mammona, dell'avere e del potere, si rivela una contro-religione, in cui non conta piu' l'uomo, ma solo il vantaggio personale. Il desiderio di felicita' degenera, ad esempio, in una brama sfrenata e disumana quale si manifesta nel dominio della droga con le sue diverse forme. Vi sono i grandi, che con essa fanno i loro affari, e poi i tanti che da essa vengono sedotti e rovinati sia nel corpo che nell'animo".
In questo contesto culturale - ha concluso - la violenza diventa una cosa normale e minaccia di distruggere in alcune parti del mondo la nostra gioventu'. Poiche' la violenza diventa cosa normale, la pace e' distrutta e in questa mancanza di pace l'uomo distrugge se stesso".
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5 commenti:
Il discorso del Papa è stato coraggioso, veritiero, limpido, lucidissimo. Benedetto è sempre il PIU' GRANDE! anche se m i èssembrato che, da aprte di tutti, ci sia reale volontà di pace e di dialogo, am il Papa è davvero ad un altro LIVELLO!
Il mea culpa per l'inquisizione è sacro santo. L'altro, per le crociate, è piutto discutibile e sembra un'affermazione opportunistica per "tener buoni ed ingraziarsi gli islamici". Nelle crociate, peraltro sostenute e perorate da vari Papi, furono certamente compiuti molti crimini, ma, sia detto per precisione, l'occidente non faceva altro che conservare il dominio romano sulla terra santa, che governava da quasi un millennio. Crimini atroci furono compiuti anche dagli islamici quando tentarono, poi riuscendoci, di conquistare la Palestina, malamente contrastati dai crociati. Anche alcuni pensatori islamici, contro i lavaggi mentali della cultura islamica, concordano nel ritenere che "il male" nelle crociate, tra crociati ed islamici, fu per lo meno da dividere a metà.
Fatico a concordare con la autoflagellazione del Santo Padre sulle Crociate.
Il guaio è che gli islamici non hanno un Signore che si è fatto crocefiggere e ha chiesto a chi lo segue di camminare lungo quella via ... non hanno un Signore che se la prese con San Pietro quando questi sguainò la spada. La violenza da parte dei cristiani nella storia è una macchia che difficilmente potrà essere dimenticata e la Chiesa oggi fa bene più che mai a chiedere perdono ed umiliarsi per quello che uomini di Dio hanno fatto nel passato, senza sconti, proprio perchè cristiani.
Concordo ed e' ancora piu' importante che il Papa chieda perdono per i peccati del presente o del recente passato.
R.
L'anonimo del 27.10 delle 16.59 è animato dalle più belle intenzioni e che si possano immaginare.
E' sempre opportuno però restare con i piedi per terra, senza rimuovere le vicende neagative.
Oggi nelle nostre chiese, durante il giorno, suonano varie volte le campane. Alcuni non sanno che questa usanza fu introdotta da Pio V, dopo la vittoria di Lepanto sugli islamici, secondo una sorta di coalizione (che potremmo anche chiamare crociata) che aveva coinvolto le maggiori potenze cristiane del 1570, contro l'invadenza islamica.
Anche a Lepanto ci fu violenza, probabilmente crimini, sia da parte cristiana che da parte islamica. Il Doge Bragadino fu scuoiato vivo dagli islamici.
Delle due l'una: se contestiamo "i crimini di guerra", bisognerebbe cancellare almeno 1600 anni di storia della Chiesa, che in qualche misura vi prese parte, anche per nobili motivi.
Ancora nel 1867 la Chiesa auatorizzò l'impiccagione di due sovversivi, dopo i fatti di Mentana, in cui in un attentato morirono una ventina di soldati. Secondo il diritto allora vigente queste esecuzioni non poterono definirsi crimini, ma furono comunque fatti di sangue, come la battaglia di Lepanto. Dunque non mi sembra pienamente giusto prendersela sistematicamente con i crociati, che tra nefandezze di vario genere, combattevano comunque per conservare il Santo Sepolcro. Sul piano del metodo storico non mi sembra corretto
per il "politicamente corretto" pro islamico, parlare solo dei crimini dei crociati a cavallo del primo millennio. E le altre guerre "della fede?". Contano in senso flagellatorio solo quelle dei crociati?
Anonimo
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