Benedetto XVI all’udienza generale: l’uomo spesso si dimentica della misericordia di Dio, che invece è per sempre
All’udienza generale, Benedetto XVI ha dedicato la propria catechesi al Salmo 136 – 135 secondo la numerazione greco-latina – che celebra il Signore “nelle molteplici, ripetute manifestazioni della sua bontà”. Il Salmo, conosciuto come il “Grande Hallel”, ripercorre le “tappe più importanti della storia della salvezza, fino a giungere al mistero pasquale in cui l’azione salvifica di Dio arriva al suo culmine”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’architrave del Salmo è la memoria della misericordia di Dio che il popolo di Israele conserva nonostante periodi di oscurità e afflizione. La misericordia del Signore – sottolinea il Papa – vale in eterno:
“E questo è importante anche per noi: avere una memoria della bontà del Signore. La memoria diventa forza della speranza. La memoria ci dice: Dio c'è, Dio è buono, eterna è la sua misericordia. E così la memoria apre, anche nell'oscurità di un giorno, di un tempo, la strada verso il futuro: è luce e stella che ci guida”.
La bontà del Signore si manifesta anche nella storia della Chiesa, anche in pagine di storia che sembrano vinte dall’oscurità:
“E' una storia, una memoria della bontà di Dio che ci assicura la sua bontà: il suo amore è eterno. E poi anche in questi duemila anni della storia della Chiesa c'è sempre, di nuovo, la bontà del Signore. Dopo il periodo oscuro della persecuzione nazista e comunista, Dio ci ha liberati, ha mostrato che è buono, che ha forza, che la sua misericordia vale per sempre”.
La misericordia del Signore illumina lo scorrere della storia ma anche il cammino personale di ciascun uomo lungo la via della salvezza:
“E, come nella storia comune, collettiva, è presente questa memoria della bontà di Dio, ci aiuta, ci diventa stella della speranza, così anche ognuno ha la sua storia personale di salvezza, e dobbiamo realmente far tesoro di questa storia, avere sempre presente la memoria delle grandi cose che ha fatto anche nella mia vita, per avere fiducia: la sua misericordia è eterna”.
Il motivo unificante di tutto il Salmo è l’amore eterno di Dio che si riveste di fedeltà, misericordia, bontà, grazia, tenerezza. La prima manifestazione di questo amore, indicata nel Salmo, è la creazione:
“Il mondo creato non è un semplice scenario su cui si inserisce l’agire salvifico di Dio, ma è l’inizio stesso di quell’agire meraviglioso. Con la creazione, il Signore si manifesta in tutta la sua bontà e bellezza, si compromette con la vita, rivelando una volontà di bene da cui scaturisce ogni altro agire di salvezza”.
Il Salmo ripercorre poi il grande evento dell’esodo del popolo di Israele, della liberazione dalla schiavitù egiziana. L’immagine del Mar Rosso diviso in due – spiega Benedetto XVI – sembra evocare l’idea del mare come di un grande mostro che viene tagliato in due pezzi e così reso inoffensivo:
“La potenza del Signore vince la pericolosità delle forze della natura e di quelle militari messe in campo dagli uomini: il mare, che sembrava sbarrare la strada al popolo di Dio, lascia passare Israele all’asciutto e poi si richiude sugli Egiziani travolgendoli”.
Una delle prerogative di Dio – ricorda il Papa – è di “donare”. E nello snodarsi delle “grandi meraviglie” indicate nel Salmo, si giunge al momento del dono conclusivo, quello della terra:
“Nella celebrazione dell’amore eterno del Signore, si fa ora memoria del dono della terra, un dono che il popolo deve ricevere senza mai impossessarsene, vivendo continuamente in un atteggiamento di accoglienza riconoscente e grata”.
Mentre l’uomo facilmente dimentica, Dio resta fedele: la sua memoria è “lo scrigno prezioso” che racchiude quell’amore cantato nel Salmo. Il Dio che ha creato i cieli e la terra e le grandi luci celesti – conclude il Santo Padre – è il Dio che “colma l’universo con la sua presenza di bene prendendosi cura della vita e donando pane”. Quel “pane di vita”, l’Eucaristia, che ci accompagna nella nostra esistenza di credenti, “anticipando la gioia definitiva del banchetto messianico nel Cielo”.
Nei saluti ai fedeli slovacchi, Benedetto XVI ha ricordato che domenica prossima si celebrerà la Giornata missionaria mondiale: “Essa costituisce un invito a rinnovare la nostra attiva cooperazione alle opere missionarie della Chiesa”. Salutando infine gli ammalati, gli sposi novelli e i giovani, in particolare i cresimati della diocesi di Faenza-Modigliana, guidati da mons. Claudio Stagni, il Papa si è soffermato sulla figura di San Luca evangelista, del quale ieri la Chiesa ha celebrato la memoria liturgica: “Il suo amore per Cristo sostenga voi, ammalati, ad accettare la sofferenza in unione al divino Maestro; incoraggi voi, cari sposi novelli, a vivere in pienezza il Sacramento del matrimonio; e favorisca in voi, giovani e ragazzi, un’adesione sempre più convinta alla Parola di salvezza per testimoniarla con gioia ai vostri coetanei”.
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