Benedetto XVI: «La funzione civile è sacra, richiede dignità»
Andrea Gagliarducci
Roma. "Il ruolo di chi lavora nella pubblica amministrazione non va concepito come qualcosa di impersonale o burocratico, ma come un aiuto premuroso per i cittadini, esercitato con spirito di servizio".
Benedetto XVI incontra i Prefetti della Repubblica in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, guidati dal ministro dell'Interno Maroni. Sottolinea loro la necessità di compiere il lavoro con spirito di servizio, parla dei valori cristiani che "danno nuovo vigore all'opera di quanti sono impegnati nella vita pubblica", afferma l'importanza del ruolo della Chiesa nella società, la sua distribuzione "capillare" nel territorio. Insomma, dice il Papa, "la funzione civile ha un carattere quasi sacro".
Sono in 200 tra prefetti e viceprefetti della Repubblica in udienza da Benedetto XVI. È una giornata politica difficile, con la fiducia che si vota alla Camera. Il Papa richiama tutti alla responsabilità, e lo fa partendo dai valori cristiani. "Quanto più urgono le necessità tanto più la presenza della Chiesa - afferma - si sforza di essere sollecita e ricca di frutti". Infatti, prosegue il Papa, "rispettosa delle legittime autonomie e competenze, la Comunità ecclesiale considera suo preciso mandato rivolgersi all'uomo in ogni contesto: nella vita culturale, del lavoro, dei servizi, del tempo libero". Una proposta che non vuole escludere nessuno. Anzi, afferma il Papa, la Chiesa "desidera costruire, insieme con gli altri soggetti istituzionali e le varie realtà territoriali, una salda piattaforma di virtù morali, su cui edificare una convivenza a misura d'uomo". Poi, il Papa si rivolge ai Prefetti, e chiede loro di "non dimenticare che la pubblica amministrazione, a qualsiasi livello, quale strumento dello Stato, ha come finalità quella di servire i cittadini. Da qui ne consegue - osserva Benedetto XVI - che anche la funzione civile è talmente eminente e insigne da rivestire un carattere quasi sacro; pertanto essa richiede di venire esercitata con grande dignità e vivo senso di responsabilità".
Ci tiene, Benedetto XVI, a rivendicare il ruolo della Chiesa Cattolica in Italia, che è "ben radicata ed operante, in modo capillare, nel territorio" e con le sue parrocchie, oratori, scuole e attività sociali e culturali rappresenta "una presenza significativa, caratterizzata da prossimità alla gente". E ricorda, Benedetto XVI, "la collaborazione fattiva e cordiale" tra le chiese locali e i prefetti, che "svolgono funzioni di impulso e di coesione sociale e di garanzia dei diritti civili".
Nel solco delle parole del Papa il ministro Maroni, per il quale occorre favorire "un'etica pubblica improntata ai principi di onestà e servizio", e in questo contesto "coinvolgere tutte le componenti sane della collettività". "Siamo consapevoli - aggiunge - del ruolo che la comunità ecclesiale svolge sul piano culturale, educativo ed assistenziale, per la coesione sociale e per la costruzione di uno spazio fondato sui valori della legalità, della collaborazione, del rispetto e della dignità della persona".
© Copyright La Sicilia, 15 ottobre 2011
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