Introdotte numerose novità per aumentare l'efficienza e migliorare il servizio al pubblico
Circa duemila clienti giornalieri per la Farmacia Vaticana
«Ma lo posso scaricare dalle tasse?».
Chi direbbe che è questa la domanda più ricorrente che si sente rivolgere il farmacista della Città del Vaticano? Eppure, proprio come si fa negli uffici italiani dell'Agenzia delle Entrate o nello studio del commercialista, quasi il cinquanta per cento dei frequentatori esterni della Farmacia Vaticana pone il quesito al momento della consegna del medicinale e dello scontrino di cassa. Sul quale è scritto «non valido ai fini fiscali».
In realtà -- spiega fra' Raffaele, dei fatebenefratelli, direttore della Farmacia da ormai circa tre anni -- «è una questione che è stata più volte sollevata. Abbiamo per questo chiesto lumi al ministero italiano delle Finanze. Ci hanno inviato una circolare con la quale hanno confermato la possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi anche le spese per medicinali prescritti e acquistati nella nostra farmacia». Tutto risolto dunque? «Purtroppo no perché molti commercialisti, non essendo a conoscenza della circolare ministeriale, rifiutano di inserire tra le detrazioni gli scontrini che noi rilasciamo. E la gente torna a chiederci informazioni» spiega ancora il direttore.
Per cercare di dare una soluzione al problema fra' Raffaele ha usato un escamotage. Si è approfittato infatti del nuovo sistema di regolamentazione del flusso degli acquirenti per chiarire il ricorrente quesito. Due colonnine distribuiscono il numero d'ordine per accedere al bancone. Una lettera distingue le diverse categorie degli utenti: dipendenti muniti di ricetta interna, acquirenti esterni, religiosi. Sul display, che indica numero da servire e postazione, scorre una serie di informazioni, la prima delle quali è proprio quella riferita alla circolare del ministero delle Finanze italiano.
A proposito dell'elimina-code, il direttore precisa che l'adozione di questo sistema, ormai in vigore in molti esercizi e uffici aperti al pubblico, si è reso necessaria, «dato il continuo aumento della clientela. Siamo ormai arrivati a servire oltre 1800 persone al giorno e, soprattutto nelle ore di punta, era divenuto quasi impossibile evitare disguidi e discussioni». Dopo un momento di disorientamento -- soprattutto tra i frequentatori ormai esercitati al colpo d'occhio per identificare la fila più scorrevole -- il sistema è entrato a pieno regime.
Fra' Raffaele pensa ad altre iniziative per snellire il servizio e anche per rendere meno pesante l'attesa. «Abbiamo in progetto -- spiega -- di trasferire l'intero reparto profumeria nei locali di fianco, dove già c'è un ambiente dello stesso reparto. Così l'intero spazio, oggi diviso in due, sarà dedicato tutto alla farmacia. Per quanti dovranno comunque attendere, abbiamo pensato di allestire schermi televisivi sui quali far scorrere informazioni sul Vaticano e sui nostri prodotti».
Ma non è certamente l'elimina-code l'unica novità introdotta dal direttore, che spiega: «È tutta l'organizzazione che abbiamo cercato di migliorare per rendere più funzionale il servizio al pubblico e per dare anche maggiore serenità al personale, garantendo un ambiente di lavoro ordinato e ben organizzato. Il vero fiore all'occhiello è la completa ristrutturazione del laboratorio galenico». Nato con la stessa farmacia, infatti, non era però stato toccato dalle diverse ristrutturazioni.
«La strumentazione di cui era dotato era obsoleta e superata. Abbiamo allora deciso di ristrutturare completamente tutto e di acquisire strumenti di ultima generazione. L'intento naturalmente è quello di aumentare e innovare la produzione di prodotti per i quali c'è un costante aumento di domanda» spiega il direttore. Della preparazione si occuperanno due farmaciste, «le quali -- tiene a precisare fra' Raffaele -- si divideranno tra bancone e laboratorio. Un esempio della dedizione dei nostri collaboratori, sia farmacisti che impiegati. Tutti mostrano interesse e attenzione, e sono pronti ad assecondare ogni iniziativa tesa a migliorare il nostro servizio per renderlo più adeguato possibile al luogo unico dove lo svolgiamo». (mario ponzi)
(©L'Osservatore Romano 12 ottobre 2011)
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