Su segnalazione di Fabiola leggiamo:
Indignati: card. Scola, profondamente offesi da fatti Roma
Milano, 16 ott. (Adnkronos)
Come cristiani la distruzione della statua della Vergine e del crocifisso ''ci offende profondamente".
E' quanto ha detto l'arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, in Duomo, nell'omelia di oggi, parlando delle violenze di ieri a Roma, in cui e' rimasta coinvolta anche la parrocchia dei SS. Marcellino e Pietro, in via Merulana.
"Nei travagliati tempi in cui siamo chiamati a vivere e' opportuno sottolineare come quella cristiana sia un'esperienza di piena liberta'". Lo ha detto l'arcivescovo di Milano in Duomo, nel corso della sua omelia.
"Troppo spesso, infatti, trattiamo le circostanze che ci capitano o le situazioni con cui ci troviamo a fare i conti come dati ineluttabili -ha proseguito- come se il caso o un destino fatale avesse preso il posto della liberta' di Dio e di quella dell'uomo. Basti pensare, ad esempio, alla crisi economica e finanziaria di questo periodo e alle sue pesanti conseguenze. E Dio non voglia che con fatalismo abbiamo a comportarci davanti a gravi fatti come quelli successi a Roma ieri.
Ci offende profondamente come cristiani la distruzione della statua della Vergine e la profanazione del Crocifisso, ma l'episodio di ieri forse ancor piu' che offenderci ci intristisce pesantemente e ci addolora in maniera grave perche' esprime una grave violenza del piu' comune senso dell'umano".
Per il cardinale Scola "bisogna riportare pace e giustizia e reagire, nel senso nobile della parola, costruendo relazioni buone. Non possiamo subire tutto in modo ineluttabile. Lo ripeto, non e' vero che il caso o un destino fatale ha preso il posto della liberta' di Dio e di quella dell'uomo. Non e' cosi'. Certo anche la liberta' del maligno, vinta ma non ancora sconfitta, e' all'opera nella storia e spesso incurva la nostra fragile liberta' umana, ma la vita del nostro popolo documenta anche l'esistenza di fatti e opere buone che dicono questa sovranita' sul male dell'umana liberta' quando si lascia cambiare dalla grazia di Cristo".
"Ho ancora -ha concluso- il cuore pieno dei volti degli ospiti, degli operatori e dei volontari dell'''Istituto Sacra Famiglia'' di Cesano Boscone appena visitato, o della sofferente dolcezza dei sacerdoti anziani ed ammalati che ho potuto visitare a Lecco e a Varese: sono realta' che contestano il fatalismo di cui tante volte siamo preda. Sono segni ragionevoli che la speranza, alimentata dalla fede e dalla carita', praticata nelle nostre comunita', e' veramente affidabile".
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