sabato 22 ottobre 2011

Domani il Papa proclamerà Santi Mons. Conforti e don Guanella. Assisterà al rito il giovane miracolato da don Guanella (Izzo)

PAPA: DOMANI SARANNO SANTI MONSIGNOR CONFORTI E DON GUANELLA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 ott.

Benedetto XVI presiedera' domani mattina in San Pietro il rito di canonizzazione del fondatore dei missionari saveriani, l'arcivescovo di Parma mons. Guido Maria Conforti, e di quello della Congregazione dei servi della Carita' e delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, don Luigi Guanella.
Monsignor Conforti e' stato uno dei protagonisti del cammino di rinascita dello spirito missionario nella Chiesa tra la meta' del XIX e del XX secolo. Nato a Casalora di Ravadese nel 1865, gia' in seminario si propose di seguire l'esempio di San Francesco Saverio, il missionario gesuita annunciatore del messaggio di Cristo in tutta l'Asia fino a Sancian, alle porte della Cina, dove spiro' nel 1552.
Ordinato sacerdote, chiese di andare in missione, ma la sua domanda non fu accolta per ragioni di salute. Cio' non lo fece desistere dal suo ideale missionario e il 3 dicembre 1895 (festa di S. Franceso Saverio) fondo' l'Istituto emiliano per le missione estere che sara' ufficialmente riconosciuto il 3 dicembre 1898 come Congregazione di S. Francesco Saverio per le missioni estere. Nel 1902, a soli 37 anni, Leone XIII lo nomino' vescovo e gli affido' l'arcidiocesi di Ravenna. Nel 1907 Pio X lo trasferi' a Parma, diocesi che reggera' per quasi 25 anni.
Nonostante i gravosi impegni del suo ministero episcopale, continuo' a guidare il suo Istituto missionario, avendo la gioia di poter inviare vari saveriani in Cina e di poter consacrare nel 1912 nella cattedrale di Parma uno dei suoi missionari, padre Luigi Calza, vescovo Cheng-Chow in Cina. Nel 1928 si reco' in Cina a visitare i suoi missionari ma in seguito al viaggio si ammala e dopo una lunga malattia muore a Parma il 5 novembre 1931. Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato il 17 marzo 1995 grazie a un miracolo compiuto in Burundi.
Altrettanto contrastata ma piu' avara di riconoscimenti e' stata la vita di don Luigi Guanella, nato nel 1842 a Fraciscio in provincia di Sondrio.
E' una figura che puo' essere annoverata tra i santi sociali dell'800. Del resto, don Guanella fu grande amico di don Bosco, cui, dopo l'ordinazione sacerdotale a Como chiese di accoglierlo tra i salesiani. Il vescovo di Como pero' lo richiamo' in diocesi, dove torno' a lavorare nell'attesa che scoccasse per lui "l'ora della misericordia", per iniziare cioe' quelle opere di carita' cui si sentiva chiamato. Diffidenze, incomprensioni e persecuzioni troncarono sul nascere per lunghi anni ogni avvio di opere e fecero di lui un prete errante e confinato, ritenuto matto dagli dagli amici e pericoloso dai nemici. Finalmente fu inviato parroco a Pianello per succedere a don Carlo Coppini, del quale raccolse l'eredita': un drappello di cinque religiose disposte a qualsiasi servizio assistenziale in Italia e all'estero fino alle lontane Americhe. Da quel nucleo pote' dar vita a un suo istituto di suore e a un istituto sacerdotale, organizzati oggi in due famiglie religiose: le Figlie di S. Maria della Provvidenza e i Servi della Carita'. Mori' il 24 ottobre 1915. Fu dichiarato Beato da Paolo VI il 25 ottobre 1964. Con i due nuovi santi italiani, il Pontefice canonizzera' domani anche una religiosa spagnola, suor Bonifacia Rodriguez de Castro, una donna moderna, che seppe coniugare il suo ruolo di religiosa ed educatrice nella fede a quello nel laboratorio di cucito dove accoglieva le donne costrette al lavoro dalla poverta'. Attraverso di lei si realizzo' l'originale intuizione del gesuita padre Francisco Butinya, che realizzava l'insegnamento di Sant'Ignazio: "cercare e scoprire Dio in tutte le cose". Bonifacia lo scopri' nel lavoro, mettendosi alla sequela del Gesu' degli anni di Nazareth, unendo preghiera e attivita' manuale nella semplicita' della vita quotidiana: un esempio per le lavoratrici di oggi.

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PAPA: DOMANI ASSISTERA' A RITO GIOVANE MIRACOLATO DA DON GUANELLA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 ott.

William Glisson, il giovane americano la cui guarigione inspiegabile ha permesso la conclusione positiva del processo di canonizzazione del beato Luigi Guanella, sara' in piazza San Pietro domani mattina, in occasione del rito nel quale Benedetto XVI proclamera' santo il parroco della Valtellina - morto a Como nel 1915 dopo una vita sacerdotale caratterizzata da molte incomprensioni con le autorita' ecclesiastiche ma anche da grandi intuizioni e iniziative a favore dei piu' deboli - che sara' innalzato alla gloria insieme con il vescovo missionario Guido Maria Conforti. "Sono eccitato in attesa del mio viaggio a Roma.
Essere la' tutti insieme mi fara' sentire membro dell'unica grande famiglia di Dio", afferma il ragazzo in un'intervista pubblicata dal "Settimanale della diocesi di Como". "Ringraziando il chirurgo che mi aveva operato - rivela Glisson - mio padre disse: 'Grazie, dottore, ha fatto un lavoro eccezionale'. Allora il dottore rispose: 'Si', ho cercato di fare il mio lavoro, ma chiaramente c'e' stato Qualcun Altro che ha lavorato'. Piu' volte mi sono chiesto perche' proprio io? Certamente Dio aveva un piano".
Originario di Springfield, sobborgo di Philadelphia, il giovane rimase gravemente ferito in un incidente il 15 marzo 2002 mentre stava pattinando. Un trauma alla testa che provoco' una frattura che ai medici apparve subito senza speranze. "Per me e' un mistero questa grazia e un impegno a capirne sempre piu' profondamente le conseguenze", confida nell'intervista rivelando di aver imparato da questa esperienza a "tenere in grande considerazione il dono della vita. Senza dimenticare che ora sono sposato e quindi devo vivere la mia vita familiare fondandola su valori forti e costanti". La guarigione, assicura, non ha cambiato solo il suo rapporto con la fede ma anche con la sua famiglia. "In famiglia questo ha portato anche a riavvicinarci tra di noi. Personalmente mi sento di esprimere ogni giorno la mia gratitudine al Signore", senza dimenticare che "se sono vivo e' per una ragione che devo scoprire e vivere ogni giorno". Fino al giorno dell'incidente Glisson non conosceva il beato Guanella, nonostante i guanelliani fossero presenti nella sua provincia da cinquanta anni. "Non ho mai saputo - assicura - chi era don Luigi Guanella prima della mia miracolosa guarigione. Un'amica di famiglia ci ha invitato a chiedere la sua protezione e poi ho incominciato a sentir parlare di lui, di quello che ha fatto per i poveri e per i bisognosi: e' stato una persona grande che, senza darsi pace e viaggiando sempre, ha fatto un lavoro meraviglioso per farli sentire meglio in una societa' che li circondava con indifferenza ed emarginazione". "Credo che la canonizzazione - conclude il giovane miracolato - ci aiutera' a vivere in maniera piu' profonda il nostro rapporto con Dio, l'impegno nella societa' e i valori della vita familiare".

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