Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
I Borgia, lussuria e denaro sul trono di Pietro
Francesco Antonio Grana
Ai giorni nostri nessuno lo immaginerebbe così. Con moglie, amante e prole al seguito. Ma Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, fu un Papa "non molto edificante", per citare il giudizio che espresse su di lui un suo successore, il beato Giovanni Paolo II. Undici anni di regno sulla cattedra di Pietro, dal 1492 al 1503, lo hanno reso celebre per il suo stile di vita libertino, per il modo disinibito di usare il potere, per la condotta scandalosa dei suoi numerosi figli, dei quali i più famosi furono quelli avuti da Vannozza Cattanei: Giovanni, Cesare, Lucrezia e Goffredo. Eletto Pontefice ebbe come amante ufficiale Giulia Farnese e in quegli anni la sua prole continuò ad aumentare.
Il pontificato di Alessandro VI rivive nella serie televisiva "I Borgia", diretta dal regista tedesco Oliver Hirschbiegel e scritta da Tom Fontana, trasmessa in anteprima mondiale da Sky Cinema 1 con ascolti record. Dodici episodi di cinquanta minuti ciascuno per ripercorre una delle pagine più buie della storia della Chiesa di Roma. Amante del lusso e della ricchezza, Rodrigo ebbe spesso bisogno di denaro che si procurò vendendo il cardinalato e spremendo gli ebrei benestanti con minacce. Un epigramma latino molto diffuso ai suoi tempi recita: "Alessandro vende chiavi, altari e Cristo; / è un suo diritto vendere quello che prima ha comprato. / Di vizio in vizio, dalla fiamma nasce l'incendio, / e Roma si deprezza sotto il dominio spagnolo. / Sesto Tarquinio, Sesto Nerone e Sesto anche questo, / Roma sotto i Sesti sempre finì in rovina".
I figli di Papa Borgia condizionarono buona parte della politica del padre. Alessandro VI impiegò enormi cifre di denaro delle casse pontificie per assicurare loro spudoratamente un futuro brillante grazie a innumerevoli incarichi e benefici. Concesse loro con sfacciataggine territori che appartenevano alla Chiesa e combinò matrimoni principeschi con doti esorbitanti. I suoi cambiamenti di alleanza prima a favore e poi contro la Francia ebbero come scopo non solo il bene dello Stato Pontificio, ma anche la prosperità dei suoi figli, specialmente di Cesare. La sensualità, l'edonismo e la frivolezza di Alessandro VI si imposero sulla convinzione di non comportarsi secondo le esigenze del suo incarico.
Sulla sua strada, Papa Borgia, trovò il domenicano Girolamo Savonarola, che con le sue parole di fuoco sapeva infiammare le masse fiorentine. Il frate, priore del convento di San Marco, pretendeva di purificare i costumi e l'esperienza religiosa dei credenti e riteneva che la Curia romana fosse la fonte di tutti i mali che subiva la Chiesa. Alessandro VI gli impedì di predicare e, in seguito, lo scomunicò, ma il frate non se ne curò, sostenendo di dover obbedire prima a Dio che a un atto che riteneva non valido, essendo fondato su false motivazioni. Savonarola chiese persino alle nazioni cattoliche di convocare un concilio per deporre il Pontefice simoniaco, eretico e infedele, ma, dopo un periodo di gloria e fervore popolare, il frate fu abbandonato dai potenti e dal popolo che tanto lo aveva ammirato. Condannato a morte, Savonarola fu umiliato, impiccato e bruciato.
È possibile ancora oggi rivedere i volti dei Borgia nelle stanze vaticane dove Alessandro VI risiedeva. Pinturicchio, infatti, le dipinse dando ai santi, ai martiri e alle figure storiche degli affreschi i volti di diversi membri della famiglia pontificia: Lucrezia nel corpo di una bionda e slanciata Santa Caterina; Cesare come imperatore su un trono dorato; Goffredo come un cherubino. In altre sale il grande artista dipinse un ritratto della Vergine usando Giulia Farnese come modello. Nel Salone della Fede i soffitti a volta sono decorati da magnifici affreschi degli evangelisti con i volti di Alessandro, Cesare, Giovanni e Goffredo.
© Copyright Il Denaro, 15 ottobre 2011
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