Su segnalazione di Laura leggiamo:
Il Papa ai nuovi evangelizzatori: i cristiani siano segni di speranza, testimoni della vera felicità che porta Cristo
“Essere evangelizzatori non è un privilegio ma un impegno costante che proviene dalla fede”. Così il Papa ai partecipanti al convegno in Vaticano “Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione - La Parola di Dio cresce e si diffonde”. Benedetto XVI ha ribadito la necessità di accogliere con coraggio l’invito di Cristo ad incontrarlo e a diventare suoi discepoli nel mondo comunicando a tutti la gioia della fede, anche in mezzo all’indifferenza, all’incomprensione e alla persecuzione. Il servizio di Cecilia Seppia.
Essere segni di speranza, testimoniando con gioia la Parola di Dio che risuona viva in ogni momento della storia, ma anche saper diventare quel chicco di grano che si spezza per dare origine alla spiga, quel lievito che fermenta la pasta. Così il Papa traccia il ritratto di quei nuovi evangelizzatori chiamati a trasformare il mondo, a svegliarlo dal sonno dell’indifferenza, senza scoraggiarsi davanti alle difficoltà. Come ai tempi della prima comunità cristiana – afferma il Pontefice – l’annuncio della buona novella può incontrare chiusura e rifiuto, ma nonostante questo "continua a crescere e a diffondersi". Primo, perché esso non dipende dalla nostra azione, ma da Dio "che nasconde la sua potenza sotto i segni della debolezza"; secondo, perché "il seme della Parola – come narra la parabola del Seminatore - cade anche oggi ancora in un terreno buono" capace di dare frutto; terzo, grazie al coraggio della testimonianza:
"Il terzo motivo è che l’annuncio del Vangelo è veramente giunto fino ai confini del mondo e, anche in mezzo a indifferenza, incomprensione e persecuzione, molti continuano anche oggi, con coraggio, ad aprire il cuore e la mente per accogliere l’invito di Cristo ad incontrarLo e diventare suoi discepoli".
Tutto questo, dice ancora Benedetto XVI, se da un lato "porta consolazione e speranza perché mostra l’incessante fermento missionario che anima la Chiesa, dall’altra deve riempire tutti di un rinnovato senso di responsabilità" verso la diffusione del Vangelo; anche per questo – spiega - nasce il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione:
"Il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, è chiamato ad offrire un aiuto particolare alla Chiesa nella sua missione soprattutto all’interno di quei Paesi di antica tradizione cristiana che sembrano diventati indifferenti, se non addirittura ostili alla Parola di Dio. Il mondo di oggi ha bisogno di persone che annuncino e testimonino che è Cristo ad insegnarci l’arte di vivere, la strada della vera felicità, perché è Lui stesso la strada della vita".
Tenere "lo sguardo fisso su Gesù" – come sottolinea il Pontefice- diventa perciò fondamentale per adempiere a questo compito: la parola dell’annuncio non può non essere "immersa in un rapporto intenso con Lui":
"Il mondo di oggi ha bisogno di persone che parlino a Dio, per poter parlare di Dio. E dobbiamo anche ricordare sempre che Gesù non ha redento il mondo con belle parole o mezzi vistosi, ma con la sua sofferenza e la sua morte. La legge del chicco di grano che muore nella terra vale anche oggi; non possiamo dare vita ad altri, senza dare la nostra vita".
Quindi, l’auspicio di Benedetto XVI che incoraggia i presenti a "lasciarsi plasmare" dall’azione dello Spirito Santo e a rispondere alla chiamata di Gesù ad essere suoi discepoli con la stessa fiducia del profeta Isaia: “Ecco Signore manda me”:
"Siate segni di speranza, capaci di guardare al futuro con la certezza che proviene dal Signore Gesù, il quale ha vinto la morte e ci ha donato la vita eterna. Comunicate a tutti la gioia della fede con l’entusiasmo che proviene dall’essere mossi dallo Spirito Santo, perché Lui rende nuove tutte le cose".
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