Tutti quanti abbiamo un Angelo
Benedetto XVI ricorda a tutti che il "custode" è una realtà. Anche per chi non ci crede.
di RAFFAELE IANNUZZI
L'Angelus di Benedetto XVI ha segnato l'ennesimo criterio di discernimento spirituale: "Cari amici, il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell'umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli.
Dall'inizio fino all'ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione.
E gli angeli fanno corona" alla Madonna che, "nella prima domenica di ottobre", "dal santuario di Pompei" per "il mondo intero", viene supplicata "affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio". C'è tutto il cattolicesimo in queste parole. Ma c'è anche di più. C'è qualcosa di straordinariamente profetico. Sillabare la verità è il primo esercizio della vita adulta. Adulto è chi riesce a sopportare la verità di sé senza negare amore agli altri. E la verità di me, di te, di noi tutti è il limite, la fragilità creaturale e, insieme, la potenza dell'io religioso, alla ricerca di Dio. Per far ciò, occorre essere come Teresa di Lisieux - festeggiata il primo giorno di questo mese importante che è ottobre, mese mariano -, ossia Teresa del Bambin Gesù: bambini, non infantili.
È l'anti-moderno ideologico, qui, che viene sconfitto senza militarizzazioni ideologiche: Benedetto XVI apre la verità al cuore dell'uomo, con trionfante dolcezza.
I "cattolici adulti" sono, invece, il rigurgito modernista che nega le verità essenziali del cattolicesimo spirituale e mistico. Tra esse, la verità degli Angeli. Gli Angeli esistono e sono i custodi del cuore dell'uomo. Affidati ad essi, camminiamo e ciò non in ragione di una particolare "aura" modello new age - l'ideologia "angelista", con schemi ateistici raffazzonati, senza la carnalità della presenza del Dio di Gesù Cristo -, bensì a causa del segno della vicinanza degli Angeli alla somma Maestà di Dio. "Singolare presenza" equivale a dire: è dal singolo e dalla singolarità della custodia che si forma e genera la singolarità mistica dell'anima credente. La preghiera all'Angelo Custode è la preghiera dei singoli che crescono con la fede sulle labbra, la meraviglia del portato di una tradizione religiosa popolare perché forgiata sulla cifra dell'universalità del vero. Non vi è niente di più "laico" di questo: "laico" viene dal sostantivo greco "làos", popolo. Noi siamo esseri protetti e custoditi e il Moderno è la patria del risentimento a fronte di questa realtà mistica. È l'ideologia di Nietzsche: sono "schiavi" coloro che pregano e cercano la protezione divina. Abbiamo visto come questa volgare accezione di umanità abbia schiantato i cuori e le viscere della terra non più vergine della storia: il totalitarismo, come matrice del rovesciamento dell'affidamento a Dio, a tutto vantaggio del volontarismo cieco e della sudditanza senza cuore, è il segno tangibile di questo scacco. Il '900 è il secolo più violento e più mistico della storia. La storia appartiene soltanto a Dio e il geniale teologo Joseph Ratzinger, nel 1968, con le piazze infiammate da falsi eroismi collettivi, tratteggiò la figura del Cristianesimo - nella sua opera "Introduzione al Cristianesimo" - come impasto divinoumano di Lògos e Agape, Ragione Divina e Amore salvifico, scartando dal movimento storico corrente e facendo attraccare la nave del cattolicesimo alla baia della mistica bonaventuriana. La sua attenzione agli Angeli, oggi, è come la sfera di singolarità mistica e spirituale adeguata a questa cattedrale del pensiero teologico che si fa esperienza di vita, costume religioso. Ma tutto questo le antiche madri cattoliche, le nostre zie, le nonne e perfino i nonni socialisti e i padri cristiani senza Chiesa, come il mio, lo sapevano bene. Noi siamo figli di questa custodia e il massimo dell'anti-moderno non ci ha fatto trascurare il buono, il vero e il bello della modernità religiosa, saggiata dal Card. Newman con il vigore mite della sua lucente teologia. Più tardi Guardini la penetrava criticamente e pacatamente in due saggi formidabili, dedicati rispettivamente alla cultura moderna ed al potere come forza essenziale di servizio all'uomo.
Benedetto XVI, infatti, non ha solo parlato degli Angeli, ma ha sviluppato il tema della custodia angelica in chiave mariana. Ora, la Madonna - da Fatima a Medjugorie - custodisce la Fede e la difende dagli attacchi della società moderna atea e violenta. Che la supplica alla Madonna di Pompei sia al centro della fede popolare costituisce una forma universale di cultura - come culto/cultus - e la cultura cristiana è sempre culto. Il teologo ortodosso Florenskji ha spiegato bene il nesso cultura-culto e non casualmente esso è al centro del grande saggio di Benedetto XVI sullo spirito della liturgia. Un nodo al centro del movimento benedettino e del movimento liturgico degli inizi del '900: perché? Direi soprattutto perché l'adorazione comune di Dio è il momento in cui la custodia diventa ragionevole e sperimentata, nonché sempre sperimentabile. Un fatto spirituale che impregna di verità concreta la ragione. La religione, del resto, è l'unico fatto concreto in grado di generare quella singolarità unica che si chiama persona.
© Copyright Il Tempo, 3 ottobre 2011, consultabile online anche qui.
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1 commento:
Un articolo davvero bello.Com'è grande il nostro amato Santo Padre!
Gli Angeli esistono e ci proteggono ...proteggono i sacerdoti,la Chiesa,le famiglie,l'Italia,i bambini,i moribondi,gli ammalati.
Oh invochiamoli e preghiamoli tutti i giorni...come consolarono il Signore Gesù durante l'agonia consoleranno chi soffre e li invoca con fede.
Angeli buoni di Dio che siete i nostri custodi illuminateci,custoditeci.
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