venerdì 14 ottobre 2011

Il Papa: i valori cristiani danno vigore all'impegno nella vita pubblica. In Italia la Chiesa è profondamente radicata fra la gente. Per il ministro Maroni Benedetto ha ragione: senza etica lo Stato scade a banda di ladri (Izzo)

PAPA: VALORI CRISTIANI DANNO VIGORE A IMPEGNO IN VITA PUBBLICA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 ott.

"I valori cristiani danno nuovo vigore e nuovo splendore all'opera di quanti sono impegnati nella vita pubblica".
Benedetto XVI ha voluto ricordarlo ai prefetti della Repubblica, ricevuti oggi in Vaticano in occasione dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia.
"Quanto piu’ urgono le necessita’ tanto piu’ la presenza della Chiesa - ha detto - si sforza di essere sollecita e ricca di frutti".
Infatti, "rispettosa delle legittime autonomie e competenze, la Comunita’ ecclesiale considera suo preciso mandato rivolgersi all’uomo in ogni contesto: nella vita culturale, del lavoro, dei servizi, del tempo libero".
Una proposta che non vuole escludere nessuno: consapevole che ’tutti dipendiamo da tutti’ - ha spiegato il Pontefice citando l’enciclica ’Sollicitudo rei socialis’ del beato Giovanni Paolo II - essa desidera costruire, insieme con gli altri soggetti istituzionali e le varie realta’ territoriali, una salda piattaforma di virtu’ morali, su cui edificare una convivenza a misura d’uomo".
Ai prefetti, che erano guidati dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, il Papa ha chiesto poi di "non dimenticare che la pubblica amministrazione, a qualsiasi livello, quale strumento dello Stato, ha come finalita’ quella di servire i cittadini".
"Il ruolo di chi lavora nella pubblica amministrazione non va concepito - ha spiegato citando ora il Compendio della Dottrina Sociale della Cheisa - come qualcosa di impersonale o burocratico, bensi’ come un aiuto premuroso per i cittadini, esercitato con spirito di servizio".

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PAPA: IN ITALIA LA CHIESA E' PROFONDAMENTE RADICATA TRA LA GENTE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 ott.

"La Chiesa Cattolica e’ ben radicata ed operante, in modo capillare, nel territorio italiano" e con le sue parrocchie, oratori, scuole e attivita’ sociali e culturali rappresenta "una presenza significativa, caratterizzata da prossimita’ alla gente".
Benedetto XVI lo ha sottolineato parlando ai prefetti della Repubblica ricevuti in occasione dei
150 anni dell’Unita’ d’Italia.
"Una realta’ - ha rilevato il Papa - viva e vivificante", impegnata a rispondere alle "tante esigenze e attese alle quali devono corrispondere l’annuncio del Vangelo e le iniziative della solidarieta’ fraterna".
Nel suo discorso, il Pontefice ha ricordato "la collaborazione fattiva e cordiale" che esiste tra le chiese locali e i prefetti, che "svolgono funzioni di impulso e di coesione sociale e di garanzia dei diritti civili, costituendo un importante punto di riferimento per le varie componenti territoriali".
"Desidero incoraggiare ciascuno - ha detto - a proseguire nel solco di questa mutua intesa nell’interesse dei cittadini e del bene comune".

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PAPA: PER MARONI HA RAGIONE,SENZA ETICA STATO SCADE A BANDA LADRI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 ott.

"Togli il diritto e allora cosa distingue lo Stato da una banda di briganti?".
Piacciono moltissimo al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, queste parole di Sant’Agostino che Benedetto XVI aveva ricordato lo scorso 20 settembre nello storico discorso al Bundestag. "E’ una citazione che ben si adatta ai prefetti", ha infatti commentato il ministro che questa mattina ha incontrato il Papa in Vaticano insieme a 200 tra prefetti e viceprefetti della Repubblica in occasione dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia.
Al ragionamento agostiniano, ampiamente sviluppato a Berlino dal Papa teologo, Maroni ha aggiunto di suo la promessa di un "rinnovato impegno" in difesa "del diritto e dei diritti", con grande attenzione a mantenere "l’equilibrio tra garanzie, rigore e solidarieta’", come si addice a "uno Stato moderno che ha riconosciuto pari dignita’ alle autonomie e vuole coniugare sussidiarieta’ e cooperazione in un tempo non facile a causa della crisi, delle difficolta’ nel trovare un lavoro, delle grandi migrazioni di essere umani alla ricerca di migliori condizioni di vita".
Per Maroni, occorre favorire dunque "un’etica pubblica improntata ai principi di onesta’ e servizio", e in questo contesto "coinvolgere tutte le componenti sane della collettivita’" per la costruzione del "bene comune".
"Siamo ben consapevoli - ha poi aggiunto il ministro - del ruolo che la comunita’ ecclesiale ha svolto e potra’ continuare a svolgere sul piano culturale, educativo ed assistenziale, per la coesione sociale e per la costruzione di uno spazio fondato sui valori della legalita’, della collaborazione, del rispetto e della dignita’ della persona".
"L’Italia - ha concluso - potra’ contare sulla testimonianza e sull’impegno dei prefetti nella medesima direzione".

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