Il saluto del vescovo Antonio Cantafora
Chiesa viva accanto al suo popolo
La gioia e le speranze della Chiesa lametina sono state confidate al Papa dal vescovo di Lamezia Terme, Luigi Antonio Cantafora. "La notizia della sua visita - ha detto appena terminato il discorso del sindaco - ci ha riempiti di stupore e gratitudine per essere stati destinatari di tanta benevolenza".
"Questi sentimenti - ha aggiunto il presule - si sono accresciuti, nell'attesa di questo giorno, perché l'annuncio della sua visita ha messo in moto la Chiesa e la società civile. E ora, Santità, siamo tutti intorno a lei: il nostro cuore sussulta per la Sua presenza, il nostro spirito attende la Sua parola". Il vescovo ha parlato della Calabria come "terra bella, terra ferita, talvolta rassegnata, ma ricca di storia, di valori genuini, di sentimenti religiosi e di tanta gioventù". La presenza del Pontefice - ha detto - "ci unisce, ci fa sentire popolo di Dio, fratelli perché figli dell'unico Padre".
Dopo aver ricordato il motto scelto per la preparazione alla visita - "Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, cammina!" - monsignor Cantafora ha sottolineato: "Ora, lo stesso successore di Pietro, è qui in mezzo a noi per confermarci nella fede, per incoraggiarci nella speranza, per esortarci alla carità che tutti siamo chiamati a esprimere tra noi e anche nelle molteplici forme del vivere sociale. Santità, siamo assetati, affamati, desiderosi di ascoltare e ricevere da lei la Parola di verità, la Parola che risolleva, rialza, fa rivivere. Siamo pronti ad ascoltare la Parola generatrice della vera vita, poiché non vogliamo che il nostro popolo perisca per mancanza di conoscenza".
"Oggi - ha proseguito - attendiamo il suo autorevole incoraggiamento, la sua spinta, perché la nostra fede, purificata dal crogiolo della nostra storia, possa essere nel presente sempre più luminosa e audace e la nostra Chiesa sappia osare, perché innamorata di Cristo". La Calabria è un "territorio già intriso di spiritualità grazie agli insediamenti monastici basiliani e, in tempi recenti, simbolo di speranze di sviluppo economico mai pienamente intrapreso e sostenuto". E su questa terra "oggi celebriamo l'Eucaristia con il Successore di Pietro. La promessa del Signore, di essere con noi per sempre, si realizza. La gioia è al culmine! È una gioia che viene dalla Pasqua di Cristo ed è simbolicamente rappresentata dal dono che la nostra Chiesa le offre".
In conclusione il presule ha rinnovato la riconoscenza a Benedetto XVI "per la sua presenza in mezzo a noi, per la consolazione e il conforto che la sua visita infonde nei nostri cuori e per lo slancio di fede che suscita nelle nostre vite".
(©L'Osservatore Romano 10-11 ottobre 2011)
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