sabato 8 ottobre 2011

Il silenzio e il fragore di una visita. Dom Jacques Dupont: «Un Papa vicino alla vita monastica e ai monaci» (Bongiorno)

Il silenzio e il fragore di una visita

Dom Jacques Dupont: «Un Papa vicino alla vita monastica e ai monaci»

Alessandro Bongiorno

Non solo sulle orme del suo predecessore. Il viaggio di domani riporta un Papa a Serra San Bruno all'interno della certosa. Benedetto XVI atterra in Calabria mettendosi in pellegrinaggio sui passi di San Bruno di Colonia, tedesco come lui, che trovò proprio in questi luoghi la via della sua santità.
Il Papa erudito teologo, custode dell'ortodossia della Chiesa, ha più volte speso parole di grande affetto e di vicinanza verso la vita monastica, la sua semplicità, la sua visione dell'essenziale. Non è un caso che Benedetto XVI abbia espresso il desiderio di poter recitare i Vespri insieme ai certosini, quasi "invidiando" quella dimensione e quel clima di silenzio, contemplazione, ascolto, elevazione che solo le mura di un monastero possono provare a conservare. Non è un caso, come rileva il priore dom Jacques Dupont, che il teologo Ratzinger sia salito al soglio pontificio con il nome di uno dei padri del monachesimo.
Più volte, ha dimostrato anche quanto si senta legato a San Bruno di Colonia che ha citato in almeno due suoi interventi pubblici: il 6 ottobre 2006, durante l'omelia della concelebrazione eucaristica con i componenti della commissione teologica internazionale, e nell'udienza generale del 3 novembre scorso, esaltando la spiritualità della suora certosina Margherita d'Oingt.
«Non sappiamo con precisione – scrive dom Jacques Dupont nello speciale di "Calabria ecclesia" – le motivazioni che hanno indotto il Santo Padre a programmare questo incontro, ma di sicuro ci pare di cogliere nella sua esperienza e in molti dei suoi discorsi un afflato e una lettura che avvicinano molto Benedetto XVI alla vita monastica e ai monaci».
Benedetto XVI entra, quindi, alla certosa anche per vivere un'esperienza di silenzio e contemplazione, volendo indicare, non solo ai monaci, ma a ognuno di noi una strada per non smarrirsi nei labirinti di una società sempre più complessa (e sempre più infelice), riscoprendo l'essenziale. E più che alle parole, affida questo suo messaggio, a un'immagine, efficace tanto quanto le parole che pronuncerà sia a Lamezia che a Serra San Bruno: il suo ingresso nel tempio del silenzio e della preghiera.
In questo, si avvicinerà al suo predecessore, grandissimo comunicatore, che ha affidato proprio ai viaggi e ai gesti quotidiani il compito di tradurre al mondo il suo pensiero e, ancora di più, gli insegnamenti evangelici. Gesti trasformati in parabole moderne in grado di parlare all'uomo di oggi che, al di là delle proprie credenze religiose, appare sempre più smarrito e alla ricerca di approdi sicuri.
Di questo ne è certo anche monsignor Vittorio Mondello, arcivescovo di Reggio Calabria e presidente della Conferenza episcopale calabrese: «La presenza e la guida del successore di Pietro costituiscono per tutti i cristiani – ha scritto – la roccia sicura cui aggrapparsi per una sicura navigazione tra i marosi sempre più violenti. Benedetto XVI sarà anche per la Calabria questa roccia che confermerà nella fede e darà nuovo slancio alle nostre Chiese particolari. Lo accoglieremo, perciò, con la gioia che proviene da chi, nonostante le difficoltà della vita quotidiana, sa che aggrappandosi a Lui potrà superare ogni scoglio e navigare sicuro, nella certezza che potrà giungere al porto tranquillo della beata eternità».
Delle aspettative della Calabria si fa, invece, interprete monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, secondo cui questa visita assume, tra gli altri significati, anche quello «profondo» per tutto il Mezzogiorno «in un momento in cui il divario e la tensione tra Nord e Sud sono prepotentemente ritornati alla ribalta e costituiscono uno dei temi dominanti della vita sociale e politica». E più avanti, nel messaggio pubblicato da "Calabria ecclesia", aggiunge: «La Calabria è terra forte e generosa. Nonostante le ricchezze naturali che sanno di trascendenza, vive ancora tante sofferenze, avvertite con maggiore intensità dalle fasce più deboli, vittime di un mancato sviluppo. È questo il clima nel quale arriva il successore di Pietro, al quale tutti guardano come portatore di una nuova speranza per il difficile cammino della Calabria. Cosa ci dirà? Il cuore ci induce a ritenere – risponde – che Egli verrà tra noi a rinnovare il suo appello alla vita, all'amore e alla speranza con lo stesso entusiasmo di Giovanni Paolo II, e porterà ai giovani della Calabria la freschezza del suo messaggio di Madrid nella Giornata Mondiale della Gioventù».

© Copyright Gazzetta del sud, 8 ottobre 2011

Nessun commento: