domenica 9 ottobre 2011

La straordinaria omelia del Papa presso la Certosa di Serra San Bruno nei commenti di Salvatore Izzo

Papa: troppo rumore e messaggi virtuali disumanizzano i ragazzi di oggi

Salvatore Izzo

(AGI) - Serra San Bruno, 9 ott.

I ragazzi di oggi sono esposti al rischio disumanizzarsi per il bombardamento di suoni, immagini e messaggi di ogni genere al quale sono esposti.
Lo stesso Pontefice che piu' volte nei suoi documenti ha benedetto Internet definendo il web "uno strumento di dialogo prezioso" anche per la Chiesa, mette ora in guardia da un uso improprio di questo mezzo (e in particolare dei social network).
"I più giovani, che sono nati già in questa condizione, sembrano voler riempire di musica e di immagini ogni momento vuoto, quasi per paura di sentire, appunto, questo vuoto. Si tratta di una tendenza che è sempre esistita, specialmente tra i giovani e nei contesti urbani più sviluppati, ma oggi essa ha raggiunto un livello tale da far parlare di mutazione antropologica. Alcune persone non sono più capaci di rimanere a lungo in silenzio e in solitudine", osserva parlando ai 15 monaci certosini superstiti di Serra San Bruno, che continuano a preferire la stabilita' del loro monastero alla possibilita' di veloci spostamenti e la ricchezza di un silenzio che lascia la parola a Dio ai rumori assordanti del mondo di oggi.
E' un'accorata denuncia quella che pronuncia nella chiesa conventuale prima di recitare i vespri con i monaci seguaci del suo connazionale tedesco San Bruno, giunto in Calabria 900 anni fa. "Il progresso tecnico, segnatamente nel campo dei trasporti e delle comunicazioni, ha reso la vita dell’uomo più confortevole, ma anche più concitata, a volte convulsa, E le città - continua Benedetto XVI - sono quasi sempre rumorose: raramente in esse c’è silenzio, perché un rumore di fondo rimane sempre, in alcune zone anche di notte. Negli ultimi decenni, poi, lo sviluppo dei media ha diffuso e amplificato un fenomeno che già si profilava negli anni Sessanta: la virtualità che rischia di dominare sulla realtà. Sempre più, anche senza accorgersene, le persone sono immerse in una dimensione virtuale, a causa di messaggi audiovisivi che accompagnano la loro vita da mattina a sera".
"Ho voluto accennare - spiega - a questa condizione socioculturale, perché essa mette in risalto il carisma specifico della Certosa, come un dono prezioso per la Chiesa e per il mondo, un dono che contiene un messaggio profondo per la nostra vita e per l’umanità intera. Lo riassumerei così: ritirandosi nel silenzio e nella solitudine, l’uomo, per così dire, si 'espone' al reale nella sua nudità, si espone a quell’apparente 'vuoto' cui accennavo prima, per sperimentare invece la Pienezza, la presenza di Dio, della Realtà più reale che ci sia, e che sta oltre la dimensione sensibile".

© Copyright (AGI)

PAPA: DIO E' PRESENTE NELL'ARIA CHE RESPIRIAMO

Salvatore Izzo

(AGI) - Serra San Bruno, 9 ott.

"C'e' una presenza percepibile in ogni creatura: nell’aria che respiriamo, nella luce che vediamo e che ci scalda, nell’erba, nelle pietre… Dio, Creator omnium". Lo afferma Papa Ratzinger nella bellissima omelia pronunciata questa sera nella chiesa conventuale della Certosa di Serra San Bruno, dove si e' recato a conclusione della visita pastorale compiuta oggi in Calabria.
"E' una presenza - spiega - che attraversa ogni cosa, ma è oltre, e proprio per questo è il fondamento di tutto". Secondo Benedetto XVI, che il 19 aprile 2005 scelse il suo nome in onore dell'abate di Norcia, padre del monachesimo occidentale e protettore dell'Europa, "il monaco, lasciando tutto, per così dire 'rischia': si espone alla solitudine e al silenzio per non vivere di altro che dell’essenziale, e proprio nel vivere dell’essenziale trova anche una profonda comunione con i fratelli, con ogni uomo".
"Qualcuno - ragiona il Pontefice teologo - potrebbe pensare che sia sufficiente venire qui per fare questo "salto". Ma non è così. Questa vocazione, come ogni vocazione, trova risposta in un cammino, nella ricerca di tutta una vita. Non basta infatti ritirarsi in un luogo come questo per imparare a stare alla presenza di Dio".
Nell'omelia pronunciata questa sera nella chiesa conventuale, Benedetto XVI evoca poi "il legame profondo che esiste tra Pietro e Bruno, tra il servizio pastorale all’unità della Chiesa e la vocazione contemplativa nella Chiesa". "La comunione ecclesiale - infatti - ha bisogno di una forza interiore, la 'captus ab Uno", riferita a san Bruno: 'afferrato dall’Uno', da Dio, 'Unus potens per omnia, come abbiamo cantato nell’Inno dei Vespri". "Il ministero dei Pastori - assicura il Pontefice - trae dalle comunità contemplative una linfa spirituale che viene da Dio". "La Certosa - rileva- è un’oasi speciale, dove il silenzio e la solitudine sono custoditi con particolare cura, secondo la forma di vita iniziata da san Bruno e rimasta immutata nel corso dei secoli. 'Abito nel deserto con dei fratelli', è la frase sintetica che scriveva il vostro Fondatore". E dunque "la visita del Successore di Pietro in questa storica Certosa intende confermare non solo voi, che qui vivete, ma l’intero Ordine nella sua missione, quanto mai attuale e significativa nel mondo di oggi".

© Copyright (AGI)

PAPA: IL MATRIMONIO NON BASTA CELEBRARLO MA OCCORRE VIVERLO

Salvatore Izzo

(AGI) - Serra San Bruno, 9 ott.

Il sacramento del matrimonio non basta celebrarlo "per diventare effettivamente una cosa sola, ma occorre lasciare che la grazia di Dio agisca e percorrere insieme la quotidianità della vita coniugale". Papa Ratzinger fa questo esempio per spiegare come la grazia possa agire anche in una Certosa come quella di Serra San Bruno, dove ha concluso oggi la sua visita pastiorale in Calabria.
"Così - sottolinea - il diventare monaci richiede tempo, esercizio, pazienza, in una perseverante vigilanza divina, come affermava san Bruno, attendendo il ritorno del Signore per aprirgli immediatamente la porta".
Per Bendetto XVI "proprio in questo consiste la bellezza di ogni vocazione nella Chiesa: dare tempo a Dio di operare con il suo Spirito e alla propria umanità di formarsi, di crescere secondo la misura della maturità di Cristo, in quel particolare stato di vita. In Cristo c’è il tutto, la pienezza; noi abbiamo bisogno di tempo per fare nostra una delle dimensioni del suo mistero". "Potremmo dire - aggiunge - che questo è un cammino di trasformazione in cui si attua e si manifesta il mistero della risurrezione di Cristo in noi". "A volte - rileva - agli occhi del mondo, sembra impossibile rimanere per tutta la vita in un monastero, ma in realtà tutta una vita è appena sufficiente per entrare in questa unione con Dio, in quella realtà essenziale e profonda che è Gesù Cristo".
"Sono venuto qui - rivela Ratzinger ai monaci - per dirvi che la Chiesa ha bisogno di voi, e che voi avete bisogno della Chiesa. Il vostro posto non è marginale: nessuna vocazione è marginale nel Popolo di Dio: siamo un unico corpo, in cui ogni membro è importante e ha la medesima dignità, ed è inseparabile dal tutto. Anche voi, che vivete in un volontario isolamento, siete in realtà - conclude - nel cuore della Chiesa, e fate scorrere nelle sue vene il sangue puro della contemplazione e dell’amore di Dio".

© Copyright (AGI)

PAPA: CROCE DI CRISTO resta PUNTO FERMO MENTRE TUTTO MUTA

Salvatore Izzo

(AGI) - Serra San Bruno, 9 ott. - "

La Croce di Cristo è il punto fermo, in mezzo ai mutamenti e agli sconvolgimenti del mondo". Benedetto XVI lo riafferma questa sera - commentando il motto dei monaci cerotsini di Serra San Bruno, 'Stat Crux dum volvitur orbis' - prima di lasciare la Calabria, al termine di una visita pastorale breve quanto intensa. "La vita in una Certosa - rileva - partecipa della stabilità della Croce, che è quella di Dio, del suo amore fedele".
"Rimanendo saldamente uniti a Cristo, come tralci alla Vite, anche voi, Fratelli Certosini, siete associati - sottolinea il Papa teologo - al suo mistero di salvezza, come la Vergine Maria, che presso la Croce stabat, unita al Figlio nella stessa oblazione d’amore. Così, come Maria e insieme con lei, anche voi siete inseriti profondamente nel mistero della Chiesa, sacramento di unione degli uomini con Dio e tra di loro. In questo voi siete anche singolarmente vicini al mio ministero". "Vegli dunque su di noi - conclude - la Madre Santissima della Chiesa, e il santo Padre Bruno benedica sempre dal Cielo la vostra Comunità".

© Copyright (AGI)

1 commento:

Anonimo ha detto...

è di una bellezza commovente da leggere e rileggere!!!!!!