Mons. Filoni, Prefetto di Propaganda Fidae sulla Giornata Missionaria Mondiale: “Missione ‘ad gentes’ in armonia con la nuova evangelizzazione”
Era il 1926 quando l’Opera della Propagazione della Fede, suggerì a Pio XI di indire una Giornata annuale in favore dell’attività missionaria della Chiesa universale. La richiesta venne accolta con favore e l’anno successivo, nel 1927, fu celebrata la prima Giornata Missionaria Mondiale, stabilendo che ciò avvenisse ogni penultima domenica di ottobre, tradizionalmente riconosciuto come mese missionario. Roberto Piermarini ha chiesto al Prefetto di Propaganda Fidae, l’arcivescovo mons. Fernando Filoni, quali spunti di riflessione offre al popolo di Dio il tema scelto quest’anno da Benedetto XVI per la Giornata che si celebra domenica prossima: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi", tratto dal Vangelo di Giovanni:
R. - La scelta di questo tema del Santo Padre ha naturalmente come referente - prima di tutto - il Padre, perché c’è una missione che viene da Dio, viene affidata a Gesù e Gesù - da parte sua - gli affida gli uomini: questi uomini sono gli Apostoli e gli Apostoli l’affidano ai loro successori e quindi alla Chiesa. Si vede questa catena che parte come anello da Dio e naturalmente arriva agli uomini. La storia poi, ci permette di portare quest’ annunzio in tutti i luoghi e in tutte le nazioni. Fin quando c’è un uomo che non conosce il Vangelo, non conosce l’amore di Dio, diventa essenziale per la Chiesa e in particolare per la nostra Congregazione portare l’annuncio del Vangelo, anche a quest’ultimo fratello: “Come il Padre ha mandato me, anche io mano voi”. La Chiesa si trova oggi a questo punto, di essere mandata per realizzare il comandamento di Gesù.
D. - Eccellenza, il suo dicastero è destinatario della prima evangelizzazione. Ma quale significato assume, oggi, la Giornata Missionaria Mondiale nel contesto della nuova evangelizzazione?
R. - La nuova evangelizzazione, in particolare, guarda a chi già ha ricevuto e conosce il Vangelo o che comunque pur avendolo ricevuto - per esempio nel Sacramento del Battesimo - ormai l’ha quasi dimenticato, per non dire che lo ignora. La Giornata Missionaria, invece, è la prima evangelizzazione, come il Concilio Vaticano II, nel decreto “ad gentes” ha detto: “il primario compito della Chiesa rimane quello dell’annunzio”. Insieme all’annunzio si fa, però, anche la ri-evangelizzazione di chi lo ha ricevuto. Come dicastero noi siamo impegnati soprattutto ad arrivare a quei 5 miliardi di uomini che non conoscono il Vangelo e per noi diventa primaria questa finalità.
D. - Le collette che si faranno in questa Giornata, avranno una destinazione particolare?
R. - Le collette della Giornata missionaria prendono in considerazione tutte le attività missionarie, dall’evangelizzazione all’implantatio della Chiesa laddove non c’è e facendo proprii, tutti i progetti per portare avanti l’evangelizzazione. Quindi si tratta di collette che aiutano a creare le diocesi, a formare il clero, a formare le religiose, a dare questa struttura e tutti gli elementi necessari perché viva la vita della Chiesa, la vita dell’evangelizzazione, la vita liturgica: quindi la costruzione delle chiese e insieme alle chiese la formazione dei ragazzi e dei giovani attraverso le scuole, spesso primarie, spesso secondarie e in alcuni casi anche universitarie. Quest’aiuto viene dato anche a tutta la realtà umana e quindi la promozione dell’uomo, della donna, dell’infanzia e alla cura della salute…. Dunque un mondo immenso che viene ad essere toccato dalla generosità dei cristiani, i quali partecipano, in questo modo concreto, a quell’annunzio del Vangelo che essi direttamente non fanno. Quindi abbiamo persone che s’impegnano direttamente come missionari (uomini, donne, religiosi, laici) - nell’evangelizzazione e poi c’è questo sostegno materiale, affinché questo annunzio possa arrivare dovunque. La partecipazione anche con un’offerta diventa importante; è un po’ come l’obolo della vedova: non salverà, ma aiuterà moltissimo la salvezza di Dio e l’opera di aiuto è di tutti.
D. - Il Papa ha indetto domenica scorsa un "Anno della fede", che inizierà nell'ottobre 2012, per dare rinnovato impulso — ha detto — alla missione di tutta la Chiesa". .Eccellenza, con quale spirito guarda a quest’Anno?
R. - Guardo con spirito pieno di speranza, soprattutto per l’evangelizzazione. Siamo alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale e il Papa ha scelto proprio questo tempo per annunziare questo “Anno della fede”. Il Papa dice che “la fede va annunciata con gioia nel nostro tempo”. E’ una fede che deve raggiungere coloro che già la conoscono, ma anche quelli che non la conoscono. Questa indizione avviene nel mese di ottobre, un mese carico di tanti significati: il fatto che Giovanni XXIII avesse avviato il Concilio proprio il 12 ottobre; il fatto che in questo periodo, normalmente viene scelto anche come momento dei Sinodi, anche quello per l’Africa ebbe luogo in ottobre; il fatto adesso che il Papa preannunci questo anno nel mese di ottobre, in questo contesto - dice il Papa stesso - e proprio in vista della Giornata Missionaria Mondiale. Questo richiama la giusta dimensione universale non solo della nuova evangelizzazione, ma di una nuova evangelizzazione in armonia - ha detto - con quella missione “ad gentes”, che è tipica proprio della nostra Congregazione.
D. - Con che spirito si accinge ad accompagnare il Papa, come Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli, nel prossimo viaggio di Benedetto XVI nel Benin a novembre?
R. - Abbiamo avuto un periodo di preparazione per la II Assemblea speciale per l’Africa; il Papa si è recato in Africa per consegnare l’“Instrumentum laboris”, che doveva preparare i vescovi africani a questo evento. Poi abbiamo avuto il momento celebrativo, qui a Roma, e adesso c’è il momento conclusivo: il Papa va nel Benin proprio per consegnare l’Esortazione Apostolica quale frutto, quale conclusione di tutto questo periodo preparativo e celebrativo. E lo fa proprio nella terra africana, nel servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace di cui questo continente ha veramente bisogno. Naturalmente l’espressione biblica che ha accompagnato il Sinodo - “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo” - diventa anche la consegna di ciò che la Chiesa è chiamata a fare nel continente. (mg)
© Copyright Radio Vaticana
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento