PAPA: TUTTI I VESCOVI SI UNISCANO CON ME PER CELEBRARE ANNO FEDE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 ott.
"Intendo invitare i confratelli vescovi di tutto l'orbe perche' si uniscano al Successore di Pietro, nel tempo di grazia spirituale che il Signore ci offre, per fare memoria del dono prezioso della fede".
Lo scrive Benedetto XVI nel motu proprio "Porta fidei" che indice l'Anno della Fede. L'invito del Pontefice ai vescovi si estende poi a tutte "le comunita' religiose come quelle parrocchiali" e a "tutte le realta' ecclesiali antiche e nuove: in questo Anno - ordina il Pontefice - troveranno il modo per rendere pubblica professione del Credo".
"Vorremmo celebrare questo Anno - confida ancora il Papa nella Lettera Apostolica annunciata ieri - in maniera degna e feconda.
Dovra' intensificarsi la riflessione sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere piu' consapevole ed a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, soprattutto in un momento di profondo cambiamento come quello che l'umanita' sta vivendo". "Avremo l'opportunita' - conclude - di confessare la fede nel Signore Risorto nelle nostre Cattedrali e nelle chiese di tutto il mondo; nelle nostre case e presso le nostre famiglie, perche' ognuno senta forte l'esigenza di conoscere meglio e di trasmettere alle generazioni future la fede di sempre".
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PAPA: MOTU PROPRIO ANNO FEDE,LA CHIESA NON DEVE TEMERE LA SCIENZA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 ott.
Nel mondo di oggi "la fede si trova a essere sottoposta piu' che nel passato a una serie di interrogativi che provengono da una mutata mentalita' che, particolarmente oggi, riduce l'ambito delle certezze razionali a quello delle conquiste scientifiche e tecnologiche".
"La Chiesa tuttavia - scrive il Papa nel motu proprio che indice l'Anno della Fede - non ha mai avuto timore di mostrare come tra fede e autentica scienza non vi possa essere alcun conflitto perche' ambedue, anche se per vie diverse, tendono alla verita'".
L'alleanza tra fede e ragione e' del resto uno dei temi ricorrenti del Pontificato di Joseph Ratzinger.
E il documento pubblicato oggi cita l'omelia pronunciata nella messa di inizio Pontificato che ricordava "l'esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell'incontro con Cristo". "La Chiesa nel suo insieme, e i pastori in essa - ripete il Pontefice con le stesse parole dette sei anni e mezzo fa - come Cristo devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l'amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza".
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PAPA: PORTA FEDE RESTA APERTA, MA UOMINI DI OGGI PENSANO AD ALTRO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 ott.
"La 'Porta della Fede' che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l'ingresso nella sua Chiesa e' sempre aperta per noi". Inizia con questa affermazione che induce alla speranza il motu proprio "Porta Fidei" pubblicato oggi.
Purtroppo, lamenta pero' il Pontefice, "capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune". "In realta' - invece - questo presupposto non solo non e' piu' tale, ma spesso viene perfino negato". Di fatto, rileva Papa Ratzinger nell'indire l'Anno della Fede, "mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra piu' essere cosi' in grandi settori della societa', a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone". Per il Papa teologo, che cita in proposito Sant'Agostino, nonostante questa crisi oggettiva, conseguenza della secolarizzazione, "l'importanza del credere e la verita' della fede, permangono fino ai nostri giorni come un patrimonio di ricchezza ineguagliabile e consentono ancora a tante persone in ricerca di Dio di trovare il giusto percorso per accedere alla 'Porta della Fede'".
Anche oggi, dunque, "e' possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita". "Solo credendo - infatti - la fede cresce e si rafforza; non c'e' altra possibilita' per possedere certezza sulla propria vita se non abbandonarsi, in un crescendo continuo, nelle mani di un amore che si sperimenta sempre piu' grande perche' ha la sua origine in Dio".
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PAPA: NON DIVENTARE PIGRI NELLA FEDE; RISCOPRIRE VATICANO II
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 ott.
"Nessuno diventi pigro nella fede".
Benedetto XVI conclude con questa esortazione il motu proprio "Porta Fidei" di indizione dell'Anno della Fede (11 ottobre 2012-24 novembre 2013).
"La vita dei cristiani - scrive il Pontefice - conosce l'esperienza della gioia e quella della sofferenza. Quanti santi hanno vissuto la solitudine! Quanti credenti, anche ai nostri giorni, sono provati dal silenzio di Dio mentre vorrebbero ascoltare la sua voce consolante! Le prove della vita, mentre consentono di comprendere il mistero della Croce e di partecipare alle sofferenze di Cristo, sono preludio alla gioia e alla speranza cui la fede conduce. Noi crediamo con ferma certezza che il Signore Gesu' ha sconfitto il male e la morte. Con questa sicura fiducia ci affidiamo a Lui".
Nel testo, il Papa teologo ribadisce tra l'altro la validita' dei documenti del Concilio Vaticano II raccomandandone la riscoperta ai fedeli (e l'attuazione a vescovi e preti).
"Ho ritenuto che far iniziare l'Anno della fede in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II possa essere un'occasione propizia per comprendere i testi lasciati in eredita' dai Padri conciliari", spiega infatti sottolineando che la sua iniziativa si inserisce nella scia di Paolo VI, che nel 1967 proclamo' un Anno della fede "come una 'conseguenza ed esigenza postconciliare'" e di Giovanni Paolo II che indico' il Concilio "come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci e' offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre".
"Io pure - assicura il Papa tedesco - intendo ribadire con forza quanto ebbi ad affermare a proposito del Concilio pochi mesi dopo la mia elezione a Successore di Pietro: 'Se lo leggiamo e recepiamo guidati da una giusta ermeneutica, esso puo' essere e diventare sempre di piu' una grande forza per il sempre necessario rinnovamento della Chiesa'".
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