martedì 11 ottobre 2011

Ordinazione diaconali, card. Caffarra: "La vostra totale, esclusiva, perpetua dedizione a Cristo nel sacro celibato e nell’obbedienza dovrà essere vissuta in un mondo che contesta e rifiuta tutta questa architettura della vostra esistenza. Esso infatti identifica libertà con negazione di ogni appartenenza definitiva"

Clicca qui per leggere la splendida omelia del card. Caffarra segnalataci da Massimo. Magari tutti i cardinali e vescovi avessero lo stesso coraggio dell'arcivescovo di Bologna!

1 commento:

Anonimo ha detto...

In questi giorni è venuto alla ribalta il caso di un prete di Padova, tale Spoldatore (o qualcosa di simile), quasi sempre in abiti causal,(senza insegne religiose) amante della musica rock, sempre insieme ai giovani e soprattutto alle giovani, benvoluto e stimato da entrambi, che, però, una decina di anni or sono, secondo un test del DNA, avvallato da una sentenza giudiziaria, ha messo al mondo un figlio avuto da una psicologa, che frequentava assiduamente la parrocchia, figlio che ora deve riconoscere e mantenere.
Naturalmente, che bazziccasse per locali di musica rock, al suo Vescovo probabilmente non importava nulla o comunque, quand'anche gliene fosse importato, non gli sembrava il caso di indagare o richiamare il sacerdote ad una vita più "clericale". E', purtroppo, una deleteria tendenza in atto. Molti Vescovi "hanno le fette di salame sugli occhi" e preferiscono "non vedere e non sentire" sperando che il tempo passi sugli avvenimenti negativi. Illusione spesso sbagliata, che quando "esplode a distanza" fa più danni alla Chiesa di una bomba ad alto potenziale.
Fatti di questo genere sono rari, ma purtroppo non rarissimi, nell'ordine presbiteriale del nostro tempo (e quasi certamente di sempre). Alcuni "peccatori" poi, col passare degli anni, si pentono e "rientrano in carreggiata", ma certo non possono essere considerati dei buoni esempi, né dei validi consiglieri, per i fedeli sposati e non sposati che vanno a confessare da loro "le loro pruderie sessuali".
Se le Gerarchie riprendessero, una volta per tutte (cosa che appare chiaramente non vogliano fare), un maggior controllo sulle "stravaganze" dei loro sacerdoti, sul loro modo di vestire, sulle loro frequentazioni, tanti guai potrebbero essere risparmiati alla Chiesa. mi è capitato di sentire talvolta commenti di cattolici (di base) "comprensivi" con presbiteri in odore "di fidanzate e frequentazioni moralmente illecite", sotto la giustificazione che "i preti sono uomini e quindi possono desiderare di accoppiarsi sessualmente con donne".
Boh! Nessuno li ha obbligati a farsi presbiteri e facendo tale scelta dovevano essere pienamente consapevoli che dovessero riunciare al sesso; è vero che "la carne è debole", ma è anche vero che se i Vescovi vegliassero meglio, al posto di occuparsi, ad esempio, di "assistere materialmente certi fanatici islamici che bazzicano da clandestini per il nostro Paese", forse i comportamenti di certi presbiteri sarebbero meno
devianti.Perché poi non vorrei che qualche seminarista poco convinto si sia messo in testa che il presbiterato è, comunque, una buona occasione per avvicinare donne giovani e piacenti e che, se capita qualche incidente di percorso dalla retta via, passi!
Sono i rischi morali "del mestiere.