RADIO VATICANA: P. LOMBARDI, “PREMESSA SOLIDA” PER “GUARDARE AL FUTURO”
“Ottant’anni sono una bella età, e un’istituzione dinamica che raggiunge questo traguardo ha bisogno di riflettere, fare un bilancio sul passato e prepararsi al futuro. In questo senso importante è la conoscenza della storia. L’identità di questa radio, infatti, non è solo nel carisma e nell’entusiasmo iniziale, ma anche in quello che hanno fatto, in relazione agli avvenimenti storici, le centinaia di operatori che, con passione, hanno svolto un lavoro d’intelligenza, missione e servizio alla Chiesa”.
Lo ha detto questo pomeriggio a Roma p. Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana e della Radio Vaticana, intervenendo alla presentazione dell’opera “Ottant’anni della Radio del Papa”.
“Oggi – ha rimarcato p. Lombardi - noi dobbiamo guardare al futuro attingendo forza, ispirazione ed energia da ciò che abbiamo dietro di noi.
Non possiamo fermarci a ripetere il passato, ma dobbiamo affrontare queste nuove imprese, poggiando bene i piedi su ottant’anni di premessa solida”. Presentando i volumi, il direttore dell’emittente ha evidenziato che questa radio “è nata come strumento attraverso il quale tutti i pontefici, soprattutto in momenti di guerra e difficoltà, hanno potuto comunicare i loro messaggi alla Chiesa universale”.
“Con Internet e con le nuove tecnologie – ha proseguito p. Lombardi – la comunicazione cambia velocemente.
Nella rete, ogni giorno noi cerchiamo di costruire un nuovo modo di comunicare. Tutto questo è reso possibile anche dalla stretta collaborazione e dal lavoro costante con gli altri media cattolici”.
Quindi, si è chiesto, “siamo ancora una radio? La risposta è sì, ma siamo una radio che opera, alla luce delle nuove tecnologie, in tutti gli ambiti della comunicazione, soprattutto nel web”.
La collaborazione con la Radio Vaticana “è sempre stata molto produttiva e intensa, e per questo proficua”, ha spiegato don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, ringraziando p. Lombardi e l’emittente “del costante lavoro svolto”, “un lavoro che ha fatto la storia e che ha attraversato trasversalmente la società, ecclesiastica e non”.
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