PAPA: ANNO DELLA FEDE PER RIPORTARE DIO E LA PACE A UOMINI DI OGGI
(AGI) - CdV, 16 ott.
(di Salvatore Izzo)
Un "Anno della Fede" per proporre agli uomini del nostro tempo "uno sguardo complessivo sul mondo e sul tempo, uno sguardo veramente libero, pacifico". Archiviata "la nefasta stagione degli imperi totalitari del XX secolo" e "trascorso mezzo secolo dall'apertura del Concilio", per Benedetto XVI e' giunto infatti il momento "opportuno" di "richiamare la bellezza e la centralita' della fede".
Dobbiamo farlo - ha spiegato commentando all'Angelus l'annuncio che aveva fatto poco prima nell'omelia pronunciata in San Pietro - "in prospettiva non tanto celebrativa, ma piuttosto missionaria". Cosi', agli 8 mila partecipanti al raduno promosso dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, ha chiesto di "dare rinnovato impulso alla missione di tutta la Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto in cui spesso si trovano verso il luogo della vita, l'amicizia con Cristo che ci dona la vita in pienezza".
Una "Lettera apostolica" precisera' tra pochi giorni "le motivazioni, le finalita' e le linee direttrici" dell'Anno della Fede, che iniziera' l'11 ottobre 2012, nel 50esimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II, e terminera' il 24 novembre 2013, Solennita' di Cristo Re dell'Universo".
"Sara' un momento di grazia e di impegno per una sempre piu' piena conversione a Dio" e "per annunciare Cristo a chi non lo conosce, oppure lo ha ridotto a semplice personaggio storico", ha anticipato ancora il Pontefice auspicando che attraverso le iniziative in preparazione da parte del dicastero affidato all'arcivescovo Rino Fisichella, "la forza del Vangelo penetri le famiglie, gli ambienti di lavoro, il mondo della cultura, la politica, la vita sociale". Annunciando l'Anno della Fede, Benedetto XVI ha voluto oggi anche rendere omaggio ai i suoi predecessori: il beato Giovanni XXIII che apri' l'assise, il Servo di Dio Paolo VI che indisse un analogo Anno della fede nel 1968, in occasione del diciannovesimo centenario del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo, e in un periodo di grandi rivolgimenti culturali, e il beato Giovanni Paolo II che aveva chiaramente indicato la Nuova Evangelizzazione "come sfida urgente e appassionante". Proprio Papa Wojtyla, ha tenuto a ricordare Ratzinger, "nella scia del Concilio Vaticano II e di colui che ne ha avviato l'attuazione, il Papa Paolo VI, e' stato infatti sia uno strenuo sostenitore della missione ad gentes, cioe' ai popoli e ai territori dove il Vangelo non ha ancora posto radici, sia un araldo della nuova evangelizzazione".
Nell'omelia in San Pietro il Pontefice ha poi spiegato la raccomandazione del Vangelo "dare a Cesare quello che e' di Cesare e a Dio quello che e' di Dio", che va letta integralmente, non solo nella prima parte dove Gesu' invita a pagare le tasse e al rispetto dell'autonomia nell'ambito politico, cioe' alla laicita'. Si tratta infatti anche di "rispettare i diritti di Dio".
E si e' soffermato sull'espressione "certezza della fede" utilizzata da San Paolo e dopo di lui dalla Chiesa che, ha chiarito, "non esprime tanto l'aspetto soggettivo, psicologico, quanto piuttosto la pienezza, la fedelta', la completezza dell'annuncio di Cristo, che per essere compiuto e fedele, chiede di venire accompagnato da segni, da gesti, come la predicazione di Gesu'". "Parola, Spirito e certezza cosi' intesa - ha scandito il Pontefice - sono dunque inseparabili e concorrono a far si' che il messaggio evangelico si diffonda con efficacia".
"Cari fratelli e sorelle - ha continuato il Papa teologo rivolto ai partecipanti al raduno, giunti da 30 diversi Paesi - voi siete tra i protagonisti dell'evangelizzazione nuova che la Chiesa ha intrapreso e porta avanti, non senza difficolta', ma con lo stesso entusiasmo dei primi cristiani. Imparate dalla Madre del Signore e Madre nostra ad essere umili e al tempo stesso coraggiosi; semplici e prudenti; miti e forti, non con la forza del mondo, ma con quella della verita'".
Come era stato annunciato ieri dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, Papa Ratzinger ha fatto ingresso questa mattina in San Pietro su una pedana mobile. Lombardi ha escluso ieri che la decisione sia stata presa per ragioni mediche, sottolineando che la pedana consente al Pontefice di risparmiare energie ma anche si essere visto da tutti. E garantisce maggiore sicurezza, perche' il Papa puo' salutare i fedeli dal centro della corsia, senza avvicinarsi troppo alle transenne che quando c'e' tanta folla sono sottoposte a grande tensione.
Papa Wojtyla utilizzo' la pedana mobile negli ultimi anni, quando era gia' molto malato. Papa Luciani, il primo a utilizzarla nei 33 giorni del suo Pontificato, la volle in sostituzione della sedia gestatoria.
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1 commento:
Ieri sono stata trascinata dalla mia venerata genitrice a Bergamo per un incontro di francescani secolari (sigh!), il mio ruolo è stato quello di autista, per cui mi sono persa la messa e lo straordinario discorso del nostro Benedetto di cui mi ha emozionata la sola lettura. Grazie a Dio mio marito, ieri baby-sitter, lo ha registrato :-)
Alessia
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