martedì 22 marzo 2011

La congregazione vaticana per l'Educazione cattolica ha promulgato, con l'avallo del Papa, un "decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia"

Papa/ Giro vite in formazione preti, più filosofia in seminario

Nuovo decreto: Nell'era web alla teologia serve la metafisica

Città del Vaticano, 22 mar. (TMNews)

Poca filosofia. Insegnanti inadeguati, e magari laici.
Più in generale, una diffusa "sfiducia", nella società, nella possibilità di "giungere ad una verità obiettiva e universale". Partendo da queste considerazioni la congregazione vaticana per l'Educazione cattolica ha promulgato, con l'avallo del Papa, un "decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia".
"Di fronte alla debolezza della formazione filosofica - ha detto il segretario del dicastero vaticano, il domenicano Jean-Louis Brugues, nella conferenza stampa di presentazione del documento - il decreto ribadisce l'importanza delle materie sistematiche: la sola conoscenza della storia della filosofia e delle varie correnti non basta. L'informazione non è formazione. Quest'ultima consente di acquisire un giudizio e un discernimento nell'ambito propriamente filosofico, oggi ancora più necessario che prima di fronte all'accesso alle conoscenze facilitato da internet".
Nel decreto si sottolinea che "tra i mutamenti della cultura dominante, alcuni, particolarmente profondi, riguardano la concezione della verità. Molto spesso, infatti, si riscontra una sfiducia nei confronti della capacità dell'intelligenza umana di giungere ad una verità obiettiva e universale, con la quale le persone possono orientarsi nella loro vita". Ha chiosato il presidente della congregazione vaticana, card. Zenon Grocholewski: "La debolezza della formazione filosofica in molte istituzioni ecclesiastiche, con l'assenza di precisi punti di riferimento, soprattutto riguardo alle materie da insegnare e la qualità dei docenti. Questa debolezza è, inoltre, accompagnata dalla crisi degli studi filosofici in genere in un'epoca in cui la ragione stessa è minacciata dall'utilitarismo, dallo scetticismo, dal relativismo, dalla sfiducia della ragione di conoscere la verità riguardo ai problemi fondamentali della vita, dall'abbandono della metafisica; perfino talvolta il concetto della filosofia non appare chiaro". A dare la misura della sproporzione che vi è oggi tra gli studi filosofici e quelli teologici è il numero delle facoltà nel mondo illustrati in conferenza stampa: 50 di filosofia contro 400 di teologia.
Monsignor Brugues ha messo in evidenza che "l'esperienza dimostra che non è raro che manchi un corpo docente abbastanza qualificato in filosofia (ad esempio i corsi saranno affidati a teologi che hanno ricevuto una vaga formazione filosofica), o che siano impiegati quasi esclusivamente docenti esterni, e quindi non stabili, o insegnanti con un grado civile e non ecclesiastico in filosofia". Di conseguenza, "gli insegnanti devono essere adeguatamente qualificati, vale a dire, in possesso di un dottorato in filosofia.
In linea di principio, questo titolo deve essere ecclesiastico. Data la difficoltà di ottenere un dottorato ecclesiastico in filosofia, il documento prevede le condizioni per accogliere un insegnante con un dottorato non-ecclesiastico". Inoltre, gli studenti in seminario devono studiare filosofia per tre anni e "la facoltà ecclesiastica di filosofia deve avere un numero minimo di docenti stabili, vale a dire sette. Il criterio centrale è quello che si applica a tutte le facoltà ecclesiastiche: devono essere coperte le materie fondamentali". Il domenicano Charles Morerod ha sottolineato, nel corso della conferenza stampa, "l'importanza della metafisica per lo studio della teologia".

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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Decreto di portata enorme. Finalmente! Purtroppo i commentatori di cose vaticane snobberanno la notizia, ma si tratta di un passaggio epocale. Finalmente la metafisica ri-prende il suo posto dopo lo scempio post-conciliare. Se i seminari prenderanno sul serio questo decreto fra un po' di tempo cominceremo a vederno i frutti.

Anonimo ha detto...

infatti radio vaticana non riporta neanche la notizia.

DANTE PASTORELLI ha detto...

Ma di quale filosofia si voglion aumentare le ore d'insegnamento?
Credo che il nodo sia qui, nel pensiero che si vuole porre alla base della teologia. Idealismo, materialismo, irrazionalismo, evoluzionismo ecc. ecc.? In tal caso le ore son da sopprimer tutte.

Andrea ha detto...

Il punto è la familiarità dei candidati al sacerdozio con la questione della Verità come conoscibile.
Nessuno ha amato e vissuto con entusiasmo la ragione umana più di San Tommaso d'Aquino.

FI ha detto...

Anche il beato Giovanni Duns Scoto è un Maestro da far conoscere ai giovani. Però va difeso da quanti lo allineano a Guglielmo di Ockham che invece abbandona il realismo gnoseologico e rende il primato della volontà in una ragione ordinata un bieco volontarismo assoluto.
Ad ogni modo ben venga san Tommaso e la Scolastica, la fase più alta del pensiero cattolico di sempre.

Andrea ha detto...

"...essendo una singolarità tutta propria dei Teologi scolastici l’avere congiunto tra loro con strettissimo nodo la scienza umana e la divina, di certo la Teologia, in cui essi furono eccellenti, non si sarebbe acquistata nell’opinione degli uomini tanto onore e tanta lode, se avessero usato una filosofia monca, imperfetta o leggera".

Leone XIII, "Aeterni Patris", 1879