venerdì 11 marzo 2011

Marco Tarquinio: Il Papa sta costruendo una cattedrale del pensiero e della fede, mettendosi in gioco due volte: come Joseph Ratzinger e come Benedetto XVI (Trotta)

Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

«Una lettura che lascerà il segno risponde a domande contemporanee»

Donatella Trotta

«Questo libro è una risposta chiara a una domanda vasta, anche se inespressa, di senso».

Per Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, il Gesù di Benedetto XVI è destinato a «lasciare il segno».

Il Papa racconta il Cristo non come «portatore di teologie politiche e rivoluzionarie», ma come una figura che ha lottato «contro una politicizzazione della fede», separando religione e politica. Una lettura molto attuale, non trova?

«Quella di Benedetto XVI è a mio avviso l’unica lettura appropriata, capace di esprimere con forza e chiarezza la radicale novità del cristianesimo: totalmente altro dalle logiche del mondo. La religione cristiana si pone infatti su un piano diverso dal mondo secolare, pur essendo nel mondo. I cristiani hanno l’ambizione di essere sale e lievito nel tessuto di una società. Ma il loro cammino è un incessante sforzo, testimoniato da secoli di storia e di contraddizioni, per superare lotte per le investiture e cesaropapismi. E anche se c’è chi propaganda l’immagine di una Chiesa che scende a patti con la politica, la realtà è un’altra».

Quale?

«Quella di un confronto costante del cristianesimo con la politica. Non esisterebbe un così alto tasso di martirio dei cristiani, ancora oggi, se non fosse così. L’idea della religione come instrumentum regni è altra rispetto alla lettura del Santo Padre che ribadisce invece coerentemente, anche in questo nuovo libro, la netta incompatibilità della religione con la violenza che alligna in certa politica».

Per Benedetto XVI la figura di Cristo è «storicamente sensata e convincente». Rispetto al suo primo libro su Gesù di Nazareth, quali elementi di novità presenta questo nuovo contributo?

«Il Papa sta costruendo una cattedrale del pensiero e della fede, mettendosi in gioco due volte: come Joseph Ratzinger, studioso che affida al pubblico dibattito le sue riflessioni; e come Benedetto XVI, dunque al di fuori del Magistero, per raggiungere il cuore di tutti. Un gesto di umiltà, e di consapevolezza, da parte di un uomo di cultura che mette a disposizione il proprio patrimonio di conoscenza e ama il confronto. Il suo stile procede in modo fluido e strutturato, dando a ogni parte del suo ragionamento le giuste proporzioni e profondità. Rispetto al libro precedente, ho la sensazione che ora siamo entrati nella navata centrale della ”cattedrale“: gli ultimi giorni terreni di Gesù, la sua passione, morte e resurrezione. Ossia, il mistero per cui la nostra fede ha un senso».

È quanto sottolinea il Papa a proposito della resurrezione come «possibilità che apre un nuovo genere di futuro per gli uomini»?

«Il Pontefice parla di spazio nuovo che viene dischiuso dalla resurrezione, che è il senso stesso di tutto il cristianesimo: la realtà concreta di un incontro, con una persona, con una realtà, con un Dio che è entrato nella storia e l’ha trasformata. Si pensi al messaggio fortissimo che ci viene dal dramma di Giuda, che è poi quello di tanta parte dell’uomo moderno: Giuda si perde, ma per la sua impossibilità di credere al perdono di Dio. Sono convinto che ci misureremo a lungo con l’opera di Ratziner».

Un Papa teologo, che proprio nei suoi scritti sembra comunicare con maggiore immediatezza che nei bagni di folla: c’è discontinuità con il suo predecessore, Giovanni Paolo II?

«No: tra i due Pontefici, anche nella forma diversa di porgere, c’è una continuità assoluta. Ratzinger uomo di studi sa trasmettere forti emozioni anche con il suo stile trattenuto: le sue udienze sono persino più affollate di quelle di Wojtyla, il Papa pellegrino».

© Copyright Il Mattino, 11 marzo 2011

8 commenti:

sonny ha detto...

Sull'ultima domanda della sig.ra Trotta, mi permetto una citazione della nostra Mariateresa: "che due zanetti!!!"
Comunque, Tarquinio non ha abboccato.

Anonimo ha detto...

Da un po' di tempo il Papa non da appigli ai benpensanti che si devono attaccare, come Kung, ai paramenti di Leone X. Persino i luterani, dopo gli ebrei, sono contenti. Eufemia
http://www.evangelisch.de/themen/kultur/papst-legt-neues-jesusbuch-vor-absage-an-judenmission36219

Lorenzo ha detto...

Si,Papa Benedetto ,difensore di Cristo e delle Fede,appartiene alla categoria dei costruttori di cattedrali, non come qualcun altro che baciava il corano...

mariateresa ha detto...

posso proporre anche ; che due quaglioni.

mariateresa ha detto...

bentornata sonny.

sonny ha detto...

Grazie Mariateresa, sei una fonte inesauribile!

euge ha detto...

Giusto Lorenzo!

Anonimo ha detto...

@ Lorenzo : prima di parlare bisognerebbe riuscire ad andare più in là del proprio naso. Se non si capisce il perchè di quel gesto da parte di colui che gridava di aprire le porte a Cristo ... e che ha avuto un sodalizio di 30 con l'allora Card. Ratzingher, sarebbe meglio tacere.