Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Alessia.
Personalmente concordo con Bastardlurker: la Santa Sede avrebbe dovuto informare subito i fedeli (e i media) delle visite apostoliche. Si sarebbero evitate tante polemiche.
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19 commenti:
questo mi piace.
Finalmente abbiamo le idee chiare da una parte e dall'altra.
E' stato detto con chiarezza come stanno le cose e come la pensano tutti.....
e io concordo con voi. Questo alone di mistero che spesso circonda le vicende della Chiesa, magari nell'intento di non scandalizzare i fedeli, finisce sempre con lo scandalizzare di più. Oggi non è più tempo in cui la minima cosa possa passare inosservata. Le notizie, le indiscrezioni, corrono veloci nel passaparola del web
Io, al contrario, trovo irritante e ingiusto che la Santa Sede sia obbligata a dar conto di ogni suo passo. Chi altri lo fa?
Alessia
Mi spiace, ma avendo cari amici nella diocesi di Orvieto-Todi so che la realtà è un'altra. Altro che problema del seminario parallelo. il problema lì è che il Vescovo, essendo venuto da fuori, è stato subito isolato da tutto il clero che non voleva mettere in discussione il proprio modo di "gestire" la diocesi. Sarebbe interessante riprendere la storia lunga, troppo lunga, del vescovo precedente. Forse così si capisce qualcosa.
Paolo
Vedi Gemma, più che di misteri o poca informazione, che in questo caso in realtà non mancava, bisognerebbe parlare di "prospettive". Se la gente conosce il suo Vescovo a livello personale e con il normale contatto pastorale, lo giudica buono, vicino, amabile: e ha ragione. Se i preti vedono che ordina seminaristi sconsigliati più volte, se fa una gestione non oculata dei pochi fondi della diocesi o ha poca attenzione per le regole e le norme del diritto, lo giudicherà un cattivo amministratore e non all'altezza del compito da svolgere: e hanno ragione anche loro.
Il punto è che il carisma, la bontà, la gioiosità non possono compensare il fatto che, se ci sono delle norme, c'è un motivo per cui esse esistono e non si può - per troppa accondiscendenza - scambiare il sacerdozio come un aiuto psicologico o come un puntello a personalità con problemi già verificati. Finchè non succede niente tutti vanno avanti, quando poi qualcuno si fa veramente male (o addirittura muore) ecco che non rimane che l'intervento forte (purtroppo sempre tardivo).
Però avete ragione voi, vista la disinformazione che è costretta a subire
http://notizie.tiscali.it/articoli/collaboratori/beha/11/03/difesa-vescovo-scanavino.html
In fondo, secondo certe teste, il vero merito di mons. Scanavino pare sia quello di aver ignorato le disposizioni dei suoi superiori sin troppo pazienti con il brav'uomo.
Alessia
Il commento di Beha e' la dimostrazione che anche la Santa Sede deve imparare a comunicare con la massima trasparenza e tempestivita'.
Si impari da Benedetto XVI visto che l'esperienza dello scorso anno, evidentemente, non e' servita.
R.
Ma il sindaco di Orivieto, Concina, e la Rosa Matteucci, oltre alla Tamaro, vivendo sul posto quache motivo per difendere Scanavino ce l'avranno. E se l'Adista e Beha sono diventati così legittimisti, qualche sospetto mi viene. Anche per la rimozione del curato di Thiberville, Golias ha fatto festa, come per quella di Mixa un'infinità di progressisti tedeschi. Una volta toccava a Gaillot e poteva tranquillamente atteggiarsi a martire e aprire diocesi virtuali. Eufemia
"non si può - per troppa accondiscendenza - scambiare il sacerdozio come un aiuto psicologico o come un puntello a personalità con problemi già verificati."
Per me il fatto è proprio questo, in che modo permettendo a chi ha problemi di diventare sacerdote lo si aiuta? Non so bisognerebbe forse riflettere su questo.
Raffaella,
standing ovation x te.
Se si vuole evitare ulteriori vespai e' meglio dire le cose come stanno.
Anche coloro che criticano l'operato di Scavavino qualche motivo ce l'avranno. Impossibile che il buono sia uno solo e tutti gli altri i cattivi. Non penso che Papa Benedetto rimuova un vescovo a cuor leggero e non mi si dica che possono averlo abbindolato.
Alessia
la questione è che Scanavino parla mentre da Roma e dall'Umbria tacciono. I fedeli e gli osservatori hanno costituito due fazioni, sulla base di quel che sanno o sulla base di quel che credono più prossimo alla realtà
Io quando si va ad indiscrezioni, solitamente mi sento a disagio, perchè amerei sempre la verità, anche quando fa male. Adesso qualcuno rimanda anche al vescovo precedente...
Ho letto adesso il commento pomeridiano di Alessia, se voleva dire che la Santa sede non deve rendere conto fuori, concordo pienamente, se invece non deve rendere conto dentro le sue mura mi trova dissenziente.
Non siamo pacchi postali o fazzoletti scottex.
Qualcosa che non va? OK, mi convochi, mi interroghi, si trova una soluzione e un comunicato congiunto spiega ai fedeli, con garbo e rispetto, la decisione della Congregazione competente (lasciamo stare il Papa).
La persona al primo posto, siamo essere viventi non marionette, e mi pare che il Papa lo ribadisce spesso nei suoi discorsi.
Se poi nelle congregazioni ci sono Vescovi e porporati incompetenti, o gente che non è mai stata in Parrocchia mezza giornata e non sa come si tratta con le persone, o se nelle diocesi non si rompe sta mania di mettere religiosi a capo di una diocesi, beh il problema è diverso.
don Marco (postino):
ti chiedi se "qualcosa non va?". Da quanto ho letto sugli articoli postati qui e quelli dei siti di orvieto, il fatto che Scanavino ha rimesso la decisione al Papa da' l'impressione che quanto suggerisci tu sia stato fatto e non ha avuto esito.
Sui religiosi a capo delle diocesi... dipende sempre dalle persone. I buoni pastori ci sono sia tra i diocesani che tra i religiosi. Questo non mi sembra sia stato un gran che, ma io non mi metterei a generalizzare.
Brava persona un vescovo così ciarliero il quale addirittura afferma che dietro l'accettazione delle sue dimissioni - va bene, rimozione - la smania di un altro che vuol il suo posto? Via, torni in convento e lo mettano in infermeria ad assistere i vecchi malati, così, forse, capirà qualcosa.
Magari si cominciasse davvero a far pulizia nei seminari e nei vescovadi.
io ragionavo insieme con voi, non voglio insegnare niente a nessuno, ma non permetto a nessuno di trattarmi da pezza da piedi, vescovo compreso.
Ovviamente si capisce che ci sono delle beghe, a questo punto concordo con coloro che sostengono che forse avrebbe fatto meglio a starsene zitto, xkè chi ascolta in televisione non sa, non conosce e capisce ancor meno, me per primo.
Sui Vescovi religiosi ho delle perplessità, non intendevo generalizzare, ma comprendi bene che in un post scrivi per sommi capi le opinioni o ripensi a esperienze vissute o conosciute.
Penso, ma potrei sbagliarmi, che se uno sceglie di fare il monaco, avrà i suoi buoni motivi, vedersi catapultato in qualcosa che in partenza ha escluso, mi pare quanto meno contraddittorio. mi dirai: poteva rinunciare! Ma sappiamo che la veste rossa fa gola, infatti ci sta calo delle vocazioni sacerdotali, ma non di quelle episcopali :))))
Non voglio certo dire che i preti eletti all'episcopato siano migliori, basta sorvolare l'Italia per vedere e rendersi conto, ma almeno la scelta di partenza è diversa.
So bene che ciascuno è quello che è, sia religioso o prete, ma mi convinco sempre più che manca la fede e ci sta molto efficientismo o smania di fare gli assistenti sociali vestiti con gli abiti ecclesiastici.
Siamo forse in un periodo storico complesso, o fore siamo in una situazione in cui la debolezza del pensiero e la incapacità di governare stnno mettendo a repentaglio la credibilità degli individui chiamati o scelti.
Non ci dimentichiamo, e lo dico con cognizione di causa, che non di rado i vescovi si vogliono liberare di certi preti e li parcheggiano negli uffici, dicasteri ecc. ecc. poi diventano vescovi..... ecco i risultati :)
L'inettitudine al governo, la debolezza del pensiero e della fede mettono a repentaglio la salvezza delle anime. E questa mi sembra la conseguenza più grave.
In questi tempi, dove tutto è tensione, tutto è pressione non è facile esercitare il ruolo di Vescovo, colui che si sente dentro e fuori la Chiesa.
Malgrado questa difficoltà oggettiva,il Vescovo deve restare obbediente al Santo Padre, perché è anzitutto ministro di Cristo, prima ancora di essere uomo.
Dante Pastorelli, certamente si mette repentaglio la salvezza delle anime, qualora anche un Vescovo viene meno al suo ministero che è quello di pescatore di anime, di annunciatore del Vangelo, e far si di unire tutti gli uomini nell'unica famiglia spirituale, la Chiesa.
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