Leggiamo e poi commentiamo:
La parola al principe. Christoph von Schönborn, cardinale di Vienna, spiega al Foglio che la chiesa, dopo la tempesta dei preti pedofili, ha due nemici contro cui combattere: il libertinismo e il puritanesimo
di Paolo Rodari
L’annus horribilis per la chiesa cattolica, il 2010 segnato dalle accuse alla chiesa e al Papa di aver insabbiato i peccati carnali del clero commessi sui bambini, è passato. Le ferite sono ancora aperte. Una parte di mondo ha cercato di entrare nella pelle e nel cuore della chiesa per cambiarla, mutarla, rinnovarla dall’esterno.
Come se, messa davanti al proprio peccato, la chiesa dovesse prendere una rotta per essa inedita: l’abbraccio incondizionato della contemporaneità e dei suoi criteri radicalmente secolarizzati di esistenza.
La chiesa ha risposto con Benedetto XVI e le sue parole ai vescovi irlandesi: penitenza. Che significa sì espiazione, ma anche profonda “révision de vie”. Un suo tradizionale modo di essere, ma una svolta rispetto a un lungo ciclo storico degli ultimi trent’anni. Sono stati ventisei anni e mezzo del beato Giovanni Paolo II al soglio di Pietro, un pontificato trionfale ed evangelicamente invadente, politicamente e spiritualmente forte, anche nella sua lenta e sofferente fase finale.
Anni di battaglia culturale e dottrinale, segnati dalla guida ratzingeriana della congregazione per la Dottrina della fede, culminati negli esordi decisi di Benedetto XVI con le grandi omelie e i discorsi alla vigilia dell’elezione diretti contro il relativismo etico e la sua dittatura, con il discorso di ermeneutica conciliare tenuto dal nuovo Papa alla curia romana nel 2005 con il monito a fuggire quello spirito di rottura che dopo il Concilio Vaticano II ha tradito la tradizione autentica; infine la lectio magistralis di Ratisbona, con il richiamo alle religioni affinché agiscano secondo ragione e non si pieghino all’odio e alla violenza nel nome di Dio, e le grandi encicliche sull’amore, sulla speranza e sulla carità nella verità. Anni e interventi di grande vitalità identitaria, di proiezione della chiesa verso il mondo, e cioè di riconquista e di evangelizzazione.
Oggi qualcosa è cambiato. Lo stato d’animo è quello dell’allerta, si nota un linguaggio più mite e introverso, che appare ad alcuni come un abbassamento della soglia della combattività culturale e teologica.
Il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, domenicano, è a Roma per l’ordinaria riunione della congregazione per la Dottrina della fede della quale è membro. “Ci riuniamo sempre nella feria quarta, ovvero il mercoledì, come un tempo faceva l’Inquisizione”, spiega sorridendo. Schönborn ha accettato di parlare con il Foglio di questa nuova fase, spiegandola e interpretandola.
Dice: “La chiesa manca oggi di offensiva? E’ vero. Ma ciò accade perché la purificazione è necessaria. Se la chiesa vuole essere una guida spirituale per la società, se la chiesa vuole avere come è giusto e legittimo che sia questo ruolo, deve confrontarsi con i suoi peccati. Perché non si può richiamare il mondo alla verità se la verità non si ha il coraggio di farla propria. Sembra di essere al tempo dei profeti dell’Antico Testamento. Le loro parole erano per il popolo come uno specchio. Il loro era un invito a guardarsi, a guardare i propri peccati e il proprio tradimento. Era Dio che attraverso i profeti chiamava la chiesa alla purificazione, alla metànoia che significa sempre un radicale e vissuto cambiamento del modo di pensare e di agire.
Nella chiesa cattolica vengono commessi gravi peccati come accadeva ai tempi in cui Paolo era a Corinto, una città divenuta ormai romana, profondamente pagana negli orientamenti di vita. Paolo predicò la purificazione per la piccola comunità cattolica della città. Il cambiamento di rotta fu notato e la città a suo modo non rimase indifferente. La stessa cosa la chiesa deve fare oggi. La stessa cosa abbiamo deciso di fare a Vienna. Abbiamo pubblicato le nostre linee guida sulla pedofilia nel clero e le abbiamo chiamate ‘La verità vi farà liberi’.
Per me, per la chiesa austriaca, è stato un anno molto difficile. Siamo stati nella tempesta. Abbiamo deciso di rispondere, in linea con una tendenza che in modo ineludibile il Papa ha voluto mostrare, puntando sulla penitenza e sulla verità.
Cercare la verità è un’operazione che può essere penosa ma indispensabile. E’ l’unica condizione per avere misericordia da Dio. Viviamo in un periodo nel quale tutti fuggono dalla verità. La chiesa non può permettersi di fare questo”.
Schönborn è il secondogenito di una antica famiglia dell’alta nobilità dell’Europa centrale. Una famiglia “poco praticante – dice Schönborn – ma che respirava della grande tradizione cattolica austriaca, una chiesa che fu chiesa di stato ma anche anima dell’impero e del popolo. Una chiesa che fu di stampo costantiniano, dove i vescovi erano dei signori con un loro potere da esercitare, avevano una corte, proteggevano gli artisti, e i Papi aspiravano a una pompa uguale a quella dei Cesari. E’ questo modello di chiesa che il post Concilio ha fortemente messo in discussione”.
Scrisse il teologo domenicano Yves-Marie-Joseph Congar che è “la menzogna della donazione di Costantino” che “impedisce l’apertura a un compito pienamente evangelico e profetico” della chiesa.
L’accusa, vivissima soprattutto nell’era di Karol Wojtyla regnante, quando la grande battaglia evangelica si concentrò sulla riconquista spirituale e politica dell’Europa alla libertà religiosa e alle sue radici cristiane, è sempre la medesima: la religione dell’antico patto costantiniano tra chiesa e impero falsifica la fede riducendola a religione civile, contigua alle potenze del mondo.
Dice Schönborn: “Non voglio negare che il metodo che Dio ha scelto per manifestarsi è quello dell’incarnazione. Che significa che Dio si è fatto uomo dentro la storia e dunque accettando l’istituzione come prolungamento della sua stessa incarnazione. Questo mistero divino-umano è un invito al mondo a fare propria la fede come dimensione spirituale ma anche ad assumere il Vangelo come cammino di vita. Questo cammino implica un cambiamento visibile della società e delle sue strutture, è inevitabile. Perché una vera umanizzazione possa avvenire la società deve cambiare anche a livello strutturale. E’ per questo motivo che i cristiani hanno da sempre cercato di trasformare la società in cui vivono. Hanno inventato gli ospedali, le università. L’incarnazione in questo senso è sempre stata un qualcosa di visibile, di concreto. Questa scelta che possiamo in qualche modo definire ‘costantiniana’ è necessaria e inevitabile”.
Incarnare la fede cristiana nel mondo di oggi è impresa non facile. La chiesa vive nel mondo ma non è del mondo. Su questo crinale si combatte ogni giorno un’aspra battaglia nella quale a cadere sono in tanti, non soltanto i preti che peccano e abusano dei giovani. “L’anno scorso – dice – dalla vicina Germania sono arrivate notizie di casi tremendi di pedofilia che ci hanno segnato ma anche molto interrogato. Nel collegio gesuita di Berlino, il Canisius, uno dei migliori collegi cattolici tedeschi, si è saputo che negli anni Settanta e Ottanta si è abusato di diversi giovani. La stessa cosa è avvenuta nella prestigiosa Odenwaldschule di Heppenheim, nei pressi di Francoforte, la scuola dove viene formato il meglio dell’intellighenzia laica del paese – qui studiavano l’ex presidente della confindustria tedesca, Tyll Necker, il figlio dello scrittore Thomas Mann, Klaus, il deputato europeo dei Verdi Daniel Cohn-Bendit, e un figlio dell’ex presidente della Repubblica tedesca Richard von Weizsäcker. Dunque due casi analoghi per due scuole profondamente diverse. Questi fatti devono aiutarci a riflettere. E a riconoscere che tutti oggi viviamo in una società che manca di virtù, che manca di una gestione sana della propria sessualità, che manca di educazione e di equilibrio. Tutti ne siamo condizionati, tutti corriamo il rischio di farci condizionare. Ma alla società non bisogna contrapporre né una forte attitudine rigorista e puritana né il permissivismo assoluto come era nel dopo Sessantotto. In questo senso la battaglia della chiesa è la stessa battaglia alla quale è chiamata la società più sana, e cioè il superamento delle logiche puritane e libertine per tornare ad abbracciare ciò che siamo, le virtù conosciute bene dalla grande tradizione ebraico-cristiana e insieme anche classico-pagana. Quelle virtù senza le quali il mondo altro non è che una truppa di briganti. Questo è il defensor civitatis, e cioè colui che sa incoraggiare le virtù più elementari della vita comune: la giustizia, il rispetto, la disponibilità, l’amicizia. L’Europa non deve perdere questa sua importante eredità che, come detto, non affonda le sue radici soltanto nella cultura cristiana ed ebraica ma anche in quello precristiana e pagana”.
Non cedere al puritanesimo e nemmeno al libertinismo, dunque, nonostante la norma etica si stia abbassando sempre più vertiginosamente? “Che la norma etica si stia abbassando è evidente. L’uso della pillola abortiva, l’aborto, la destrutturazione della famiglia sono fenomeni oggi ordinari. Ma la rete sociale e umana non può essere ricreata semplicemente con decreti e richiami forti sulle norme. Di certo le norme servono ma queste devono nascere da un qualcosa che già si vive, da delle virtù che già si riconoscono come importanti a prescindere dalla propria appartenenza religiosa. Per me, comunque, la grande urgenza dell’Europa oggi resta la famiglia. Perché è nella famiglia che s’impararano certi valori”.
Oggi la famiglia è un concetto non facilmente circoscrivibile. La famiglia tradizionale biparentale è in forte difficoltà. Ci sono le famiglie gay, le famiglie allargate, formate da persone separate… “E’ vero. Anche in Austria è così. Le patchwork families sono una realtà ben radicata. Moltissimi matrimoni si sciolgono in divorzio. La chiesa credo debba incoraggiare, con l’esempio anzitutto. Ma deve anche riconoscere che molte virtù sono presenti nelle persone che vivono in queste situazioni. La chiesa non deve demonizzare ma osservare e valorizzare ciò che si può valorizzare. Torno a san Paolo, nella sua Corinto. Quando Paolo ha fondato la piccola comunità di Corinto ha trovato innanzi a sé un mondo pagano e frammentato. Non ha detto a questo mondo: ‘Dovete fare così e così’. Ma ha creato una comunità cristiana che con la sua carità e la sua gioia di condividere ha attratto a sé tanta gente. Questa è la nostra sfida oggi. Mostrare al mondo il fascino della nostra fede”.
Il fascino della fede ha segnato la strada di Schönborn verso il sacerdozio. Il cardinale racconta: “A undici anni avevo come insegnante di religione un prete bravissimo che mi fece scoprire l’amore per Gesù. Verso i diciotto anni questo amore era ancora intatto e anzi più vivo. Così mi convinsi e scelsi per il sacerdozio. La scelta dei domenicani la presi quando conobbi padre Paulus. Era un intellettuale domenicano amante del rosario. Fu questo contrasto tra una pietà popolare e un’alta intelligenza formata alla scuola tomista a conquistarmi. Questo suo modo di vivere divenne per me, e lo è tutt’ora, un ideale: una vita intellettuale esigente unita a una pietà semplice, popolare. In una mano san Tommaso e nell’altra il rosario. Nel 1964 cominciai i miei studi. Ricordo che intorno a noi tutto crollava. L’anno fatidico del cambiamento, infatti, non fu il 1968 ma il 1964, l’anno dell’apparizione di voci che volevano fare del Concilio Vaticano II ciò che Henri de Lubac chiamava il ‘paraconcilio’. E’ stato l’anno nel quale il teologo domenicano olandese Edward Schillebeeckx lascia il tomismo e si butta nell’ermeneutica e nell’esegesi moderna. Io arrivai allo studio della filosofia e della teologia proprio quando crollò la scolastica classica, la formazione tomista classica e quando ancora non si era imposto un nuovo ordine disciplinare. Inizialmente ero affascinato dalle scienze umane, dalla psicologia in particolare, ma di nuovo un incontro importante fece mutare il mio indirizzo. Incontrai un monaco ortodosso, André Scrima, che mi aprì la strada verso i Padri della chiesa d’oriente. Direi che fu grazie a Scrima, che al Concilio era il teologo personale del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Atenagora I, che sono sopravvissuto in questo ambiente dove il metodo di studio teologico era profondamente mutato. Scrima parlò al mio gruppo di Jacques Derrida, allora una figura mitica del panorama filosofico. Ci fece conoscere Massimo il confessore che divenne il protagonista dei miei studi. Con Scrima frequentammo i Padri della chiesa come un pensiero caldo e autentico sganciato da una prospettiva meramente storico-critica. La visione dei Padri era fortemente cristologica, il divino nell’umano. In questa prospettiva mi fermai molto sul grande filosofo e cardinale del Quattrocento Nicola Cusano, che parla di Cristo come il maximum concretum. E’ il Dio concreto, reale, uomo e Dio insieme.
E’ il paradosso che studiai in Vladimir Soloviev, Dio come persona umano-divina, reale, storica, con la concretezza della carne, quella figura che oggi studiamo in Benedetto XVI che nei suoi libri invita a superare l’approccio storico-critico per cogliere il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale”.
E’ tempo per Schönborn di rientrare nell’ex Sant’Uffizio, per i lavori della feria quarta. Poi il pernottamento, come sempre, alla basilica dei Quattro Coronati. Qui ha sede la Comunità dell’Agnello della quale Schönborn è il responsabile. Eretta il 6 febbraio 1983 da monsignor Jean Chabbert, arcivescovo di Perpignan, vive in povertà e austerità: “Seguendo Gesù povero e crocifisso, sulle orme dei nostri padri san Domenico e san Francesco, i piccoli fratelli dell’Agnello, alla ricerca della pecora smarrita, pregano senza sosta il nome di Gesù, vanno di porta in porta a chiedere l’elemosina del pane quotidiano”. Si capisce molto di Schönborn, chiamato al sacerdozio grazie all’incontro con un domenicano “intellettuale e insieme amante del rosario”, guardando questa piccola comunità. I componenti dormono su letti di legno, con un materasso molto sottile. “Io – dice von Schönborn con delicata autoironia – dormo su un letto normale”.
Pubblicato sul Foglio sabato 4 giugno 2011
© Copyright Il Foglio, 4 giugno 2011 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.
Assolutamente e perfettamente d'accordo con il card. Schönborn.
Molti hanno notato che qualcosa e' cambiato nel Pontificato di Papa Benedetto e che i toni sono diversi rispetto ai primi anni successivi al suo insediamento.
Non poteva e non puo' che essere cosi'. Lo stesso Papa ha inciso la piaga con un coltello affilato durante la Via Crucis del 2005. Chiunque fosse stato eletto nell'aprile di sei anni fa avrebbe, per forza di cose, dovuto affrontare la purificazione della Chiesa a meno che non fosse stato scelto un candidato "gradito ai media". In questo caso tutto sarebbe andato avanti come prima.
E qui veniamo alle dolenti note: i media sapevano perfettamente che cosa stava accadendo. Perche' hanno taciuto?
Facciamo solo un piccolo, grande, esempio. Le accuse contro Maciel risalgono addirittura al Pontificato di Pio XII che, da grande Pontefice quale era, avvio' la prima visitazione apostolica. La morte del Papa blocco' tutto e Maciel torno' ad operare indisturbato.
Scorrendo gli archivi dei quotidiani scopriamo che le vittime di Maciel tornarono a parlare nel 1997. Perche' non furono ascoltate? Perche' i media tacquero e perche' nessuno disse mezza parola quando, nel 2004, Maciel venne accolto, magna cum laude, in Vaticano in occasione del sessantesimo anniversario di sacerdozio?
Eh, cari media, occorrerebbe una "purificazione" anche per voi :-)
Ma torniamo a noi.
Non avrebbe alcun senso presentare la Chiesa come trionfante. Quale trionfo? Su che cosa?
Ha ragione il cardinale di Vienna quando afferma: "La chiesa manca oggi di offensiva? E’ vero. Ma ciò accade perché la purificazione è necessaria. Se la chiesa vuole essere una guida spirituale per la società, se la chiesa vuole avere come è giusto e legittimo che sia questo ruolo, deve confrontarsi con i suoi peccati. Perché non si può richiamare il mondo alla verità se la verità non si ha il coraggio di farla propria. Sembra di essere al tempo dei profeti dell’Antico Testamento. Le loro parole erano per il popolo come uno specchio. Il loro era un invito a guardarsi, a guardare i propri peccati e il proprio tradimento. Era Dio che attraverso i profeti chiamava la chiesa alla purificazione, alla metànoia che significa sempre un radicale e vissuto cambiamento del modo di pensare e di agire...".
Benedetto XVI ha avuto un coraggio enorme e anche un grande amore per la Chiesa.
Avrebbe potuto facilmente difendere il suo operato esponendo i FATTI ma si e' fatto carico della croce di tutti e per tutti.
Non so in quanti l'avrebbero fatto.
Probabilmente quello di Joseph Ratzinger passera' alla storia come il Pontificato della purificazione (per l'immoralita' dei preti, per la pedofilia, per gli scandali finanziari risolti con la riforma dello Ior).
E' giusto e sacrosanto che sia cosi' ed e' ora che i media lo riconoscano. Mi rammarica solo il fatto che il Pontificato non abbia ancora preso pienamente il largo a causa della corda che lo ancora al passato.
Sono pero' molto ottimista :-)
R.
lunedì 6 giugno 2011
Card. Schönborn: “La chiesa manca oggi di offensiva? E’ vero. Ma ciò accade perché la purificazione è necessaria. Se la chiesa vuole essere una guida spirituale per la società, deve confrontarsi con i suoi peccati. Perché non si può richiamare il mondo alla verità se la verità non si ha il coraggio di farla propria" (Rodari). Riflessioni
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17 commenti:
Raffaella,
si, però, il cardinale si perde quando inizia a parlare di famiglia: in contrasto con ciò che il Papa ha detto ieri e avant´ieri.
Non capisco poi questo accenno al puritanesimo: adesso l`aderenza ai comandamenti (non commettere atti impuri) e il rispetto del sacramento del matrimonio (non mi pare che ci siano sacramenti di prima fascia e di seconda fascia) è puritanesimo? Difendere la famiglia, il sacramento del matrimonio, la legge di castità è diventato bigottismo?
Card. Schönborn fa discorsi piuttosto subdoli, quando afferma che anche nelle unioni gay dobbiamo cercare il bene. E quale bene ci sarebbe, se i due partner vivono in peccato mortale?
A voglia per il Papa parlare di famiglia, matrimonio ecc. quando poi gli ordinari, anche di tale peso, vanno in direzione opposta.
Jacu
Piccola correzione:le vittime di Maciel non tornano a parlare nel 2002, ma nel 1997 (prima denuncia canonica: 1998), purtroppo prima di "Sacramentorum sanctitatis tutela". 1997! E tutto fu coperto da negazioni e da uno spesso tappeto di silenzi.
Beh, se parliamo di "fare propria" la verità, magari potrebbe cominciare Schonborn medesimo dalla sua diocesi che è un disastro: covo di dissidenti anti-famiglia e anti-Benedetto, di pervertiti in rivolta contro il Papa, il celibato e il sacerdozio come istituito da Gesù. Vogliamo parlare di pedofilia a Vienna? Vogliamo parlare di diaconi e parroci con concubine (e concubini) e laici ultra-dissidenti che hanno in mano la diocesi senza che Schonborn dica nulla e anzi si fa loro portavoce quando Benedetto nomina vescovi fedeli alla Chiesa e i soviet viennesi li rifiutano? Vogliamo parlare dei contenuti della catechesi nelle parrocchie viennesi? Dell'applicazione delle norme liturgiche, con Schonborn che umilia la sua dignità episcopale e cardinalizia tenendo in mano palloncini da bambini durante la Santa Messa, al suono di musica indegna e balli inammissibili per definizione? Dei "Gay-pride" non esattamente osteggiati dalla diocesi? E dei fedeli indignati per i "Gay Pride" invece osteggiati e rimproverati di brutto?
"Facciamola nostra" davvero, la verità. Tutta però, e per tutti, senza sconti, come fa Benedetto XVI, che il Signore ce lo conservi altri cent'anni!
Il problema die Schoenborn e': a Roma parla in un modo, a casa agisce e parla in un'altro. Un. autentico Giano
@anonimo
la tua è un´analisi impietosa ma veritiera della situazione della Chiesa oltralpe.
Sarebbe bello se in Vaticano avessero il coraggio di deporre qualche vescovo tedesco o austriaco, come il Australia! E di vescovi che affermano le stesse cose (che bello sarebbe abolire il celibato ecclesiastico, che bello sarebbe ordinare le donne, ma il Vaticano non vuole e non vogliamo uno scisma (quindi la colpa è di quei vegliardi retrogradi in Vaticano) ce ne sono diversi: card. Lehmann in primis. Ma oltretevere da decenni guardano altrove, fanno finta che non accada nulla, nella speranza, forse, che la cosa si risolva da sé. Intanto il cancro della disobbedienza, della rivolta e aperta negazione dei principi cattolici si propaga, anche in Italia.
Io sono d´accordo che la Chiesa tutti debba accogliere, nessuno debba essere rigettato, che l´unità sia un fatto fondamentale: ma non a costo della verità e della salvezza delle anime!
Essere nella Chiesa e vivere in peccato mortale e predicare il peccato come se fosse una virtù ha un senso? Questi pastori, queste persone si salveranno?
Jacu
Gia'...diciamo che fa il "furbetto".
Lo scorso anno pero' il suo intervento fu fondamentale per abbattere il muro di gomma creato dai media contro il Papa.
R.
@seraphicus
e secondo te a Roma non lo sanno, che card. Schönborn è una trottola? E´arcivescovo di Vienna dal 1995, ben 16 anni!! E ora Roma che fa? Promoveatur ut amoveatur? E dove? Che gli possono offrire di più prestigioso del cardinalato a Vienna? Il cardinale ha 66 anni, se non lo fanno Papa ha davanti a se ancora 11 anni di servizio (75+2).
E tra parentesi, questa storia delle cose positive che la Chiesa dovrebbe vedere nelle unioni omosessuali, nelle convivenze ecc. non le dice da adesso, ma da anni: e in Vaticano fanno finta di non sentirle.
Jacu
Jacu
La cosa grave è che il Cardinale, come tutto l'ambiente contraddistinto dallo "spirito del Concilio" (cioè DEMOCRATICISTA), continua a parlare della "nostra fede" e della difficoltà di "incarnarla nel mondo".
Con ciò egli dimostra di non sapere:
1- che la "nostra fede" è fragile, mentre la Chiesa come sponsa Christi è solida.
2- che non interessa a nessuno che noi incarniamo la nostra fede; interessa a tutti che Dio si sia incarnato e che l'Uomo-Dio sia vivo oggi.
3- che il "mondo" come entità occidentale post-bellica, cioè derivata dall'influsso dei vincitori anglo-americani (antiromani) sull'Europa, è un cumulo di macerie.
In particolare il disastro della famiglia, iniziato con la "pillola", non può affatto essere guardato con interesse sociologico/storico. Va guardato per ciò che è: manifestazione della grande apostasia (dalla Realtà, direbbe qualcuno), con tragici tratti suicidari e omicidi (aborto, eutanasia).
Uccidendo l'immagine di Dio, si passa inevitabilmente a uccidere fisicamente l'uomo.
Cara Raffella.... il cardinale Schönborn parla più come se avesse dei SENSI DI COLPA che non quale pastore che VIGILA SUL GREGGE CHE GLI E' AFFIDATO....
accusa, ingiustamente, l'epoca costantiniana, salvo poi ESERCITARE un potere ancora più subdolo che è quello SULLE COSCIENZE che dovrebbero rispondere AL SUO MODO DI VEDERE LA CHIESA...
non dimentichiamo che più volte ha affermato (obbligato poi a smentirsi dalla Santa Sede) la sua vicinanza ai preti sposati....
non dimentichiamo che è un Pastore che non sa neppure cosa fare dal momento che appena Kiko fischia, lui, PECORA, corre al suo monte santo pendendo dalle sue parole...
che razza di insegnamento potrebbe mai darmi un Vescovo del genere: INCERTO, INSICURO, CON I SENSI DI COLPA?
Molti Vescovi oggi usano il proprio potere per NARCOTIZZARE certe coscienze... e questo con Constantino non c'azzecca nulla...
leggo da Schönborn che:
i Papi aspiravano a una pompa uguale a quella dei Cesari. E’ questo modello di chiesa che il post Concilio ha fortemente messo in discussione..
***
ma questa è MENZOGNA!!! basti vedere a san Pio V a Papa Sisto, al beato Pio IX, a Leone XIII a san Pio X, a Papa Lambertini, a Benedetto XV a Pio XII....e il Concilio NON HA MAI MESSO IN DISCUSSIONE IL MODELLO DI CHIESA PASSATO...giust'appunto si parla di POST-CONCILIO quello che Benedetto XVI invece sta mettendo continuamente in discussione per le errate interpretazioni e per LA ROTTURA CON LA CHIESA DEL PASSATO...
Se codesto cardinale ha DEI SENSI DI COLPA PER NON AVER VIGILATO PRIMA sui peccati di pedofilia, questo è un problema SUO, di PASTORE....ma non li può riversare SULLA CHIESA GENERALIZZANDO L'ACCUSA, spiegazione per altro data da Benedetto XVI nell'Anno Sacerdotale!
Questo cardinale ti usa la pedofilia che ha colpito lo 0,01% dei preti PER ACCUSARE LA CHIESA PRIMA DEL CONCILIO, per denunciare una grave APOSTASIA nella Chiesa che non ha nulla a che vedere con questo ma che anzi, ne è l'apice... ma che siamo impazziti?
Si curasse i suoi SENSI DI COLPA perchè le sue parole sono autentico PURITANESIMO, il classico RIFORMATORE PROTESTANTE...che identifica solo ciò che LUI vuol vedere, definendo COLPEVOLE TUTTO IL RESTO...
Poveri fedeli austriaci!!!
è comprensibile il loro crollo nella fede!
P.S.
il cardinale Schönborn fu anche colui che NON RIMPROVERO' una Messa assurda e ridicola per il raduno non ricordo di cosa...ma gira il video nel quale si vede, durante la Messa all'alperto, gente SEDUTA FRA I TAVOLI CHE BEVE BIRRA E FUMA...E MANGIA PANINI....MENTRE IL PRETE STA CELEBRANDO...
In uno dei richiami del pastore Kiko presso il suo monte santo, Schönborn lasciò la sua Chiesa e stranamente in quei giorni si piazzò NEL DUOMO DI SUA SPETTANTE VIGILANZA il quadro osceno dell'orgia omosessuale dell'ULTIMA CENA....e che definì ARTE!!! salvo poi toglierla dopo l'ennesimo richiamo da Roma...
E' uno dei pochi Vescovi RICHIAMATI A ROMA a causa delle sue USCITE poco ortodosse...quando Schönborn parla in pubblico, finisce sempre con il fare qualche danno...
mi chiedo perchè il Papa non interviene definitivamente, anche se lo fa, interviene con lui, ricordandolo QUALE ALLIEVO e quindi un figlio un pò turbolento da tenere sotto controllo...
la pazienza di Dio è sconfinata, ma quella dei fedeli no....
Schönborn ha fatto UN IMPACCO che è confuso, subdolo, ambiguo e che non può ricondursi al suo concetto di libertinismo e puritanesimo...la Chiesa NON E' MORALISTA...non è un Soviet...MA PORTA AVANTI DEI "NO" che gli sono stati affidati e comandati da DIO...
Il peccato PIU' GRAVE nella Chiesa non è affatto la pedofilia...questo è un peccato PERSONALE CHE NON PUO' RICADERE MAI SU TUTTO IL CORPO DI CRISTO...semmai questo gli produce FERITE E PIAGHE, ma a pagare sono i colpevoli E CHI LI HA COPERTI...non tutta la Chiesa...
Nel 2005 Ratzinger nel Venerdì Santo PARLAVA DI UNA SPORCIZIA GENERALE E NON PARTICOLARE...
parlava di disobbedienza al Papa, di contestazione, DI LITURGIA DEL FAI DA TE...di dottrine CONTRARIE ALL'ETICA E ALLA MORALE CATTOLICA...
è assurdo rinchiudere ora queste carenze nel solo peccato della pedofilia... moltissimi preti, CELEBRANO IN MODO INDEGNO L'EUCARISTIA...
ci sono state Messe probabilmente anche non valide fatte con le pagnotte di pane che Schönborn dovrebbe ben conoscere...
parlare solo di PEDOFILIA e non invece di APOSTASIA DOTTRINALE, fa del problema un vero SENSO DI COLPA di cui ne facciamo a meno...
La pedofilia la si combatte CON UN POPOLO SANTO, FEDELE, CHE CREDE E VIVE DI ORTODOSSIA CATTOLICA....certi sermoni, reverdo Padre Schönborn, li rivolga a se stesso senza generalizzare e senza metterci in mezzo i Papi SANTI del passato con la trita e ritrita accusa PROTESTANTE della falsa donazione di Costantino...assurdo che un cardinale si santa Romana Chiesa usi gli stessi mezzi dei PROTESTANTI per cercare di RATTOPPARE gli strappi che vede nella Chiesa...
Diceva il grande Totò:
ma mi faccia il piacere!!
Stamani leggevo questo passo del Vangelo di Matteo 5.
"[17] Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.
[18] In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.
[19] Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
[20] Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli."
Mi ha colpito molto questa parte: "Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e INSEGNERA´ agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli."
Si rendono conto i nostri pastori di quale gigantesca responsabilità si sono fatti carico? Se ne rende conto card. Schönborn?
Poco dopo infatti Cristo dice:
"[27] Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio;
[28] ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
[31] Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio;
[32] ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio."
Che fa invece card. Schönborn, successore degli Apostoli, inviato a predicare il Cristo risorto? Ci invita a scoprire i lati positivi delle convivenze, dell´adulterio.
Vaticano, continua a guardare altrove.
Jacu
Sulla questione dell'editto di Costantino, un falso riconosciuto tale dalla Chiesa già NEL QUATTROCENTO...e che dunque non ha nulla a che fare con l'autentico POTERE TEMPORALE dato dal GOVERNO IN TERRA istituito da Cristo..ed esercitato dai Pontefici, cliccate qui:
http://difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8359080
;-)
Infine:
Schönborn ha scoperto un nuovo vangelo, il suo!
e scrive:
Oggi la famiglia è un concetto non facilmente circoscrivibile. La famiglia tradizionale biparentale è in forte difficoltà. Ci sono le famiglie gay, le famiglie allargate, formate da persone separate… “E’ vero. Anche in Austria è così. Le patchwork families sono una realtà ben radicata. Moltissimi matrimoni si sciolgono in divorzio. La chiesa credo debba incoraggiare, con l’esempio anzitutto. Ma deve anche riconoscere che molte virtù sono presenti nelle persone che vivono in queste situazioni. La chiesa non deve demonizzare ma osservare e valorizzare ciò che si può valorizzare. Torno a san Paolo, nella sua Corinto. Quando Paolo ha fondato la piccola comunità di Corinto ha trovato innanzi a sé un mondo pagano e frammentato. Non ha detto a questo mondo: ‘Dovete fare così e così’. Ma ha creato una comunità cristiana che con la sua carità e la sua gioia di condividere ha attratto a sé tanta gente. Questa è la nostra sfida oggi. Mostrare al mondo il fascino della nostra fede”.
*************
mi risulta che san Paolo andò assai pesante contro le coppie omosessuali, depravati e pervertiti..ubriaconi...consegnò a Satana un recidivo della sua comunità....e meno male che "non disse nulla" di ciò che andava fatto, secondo il cardinale di Santa Romana Chiesa!! san Paolo parla di anatemi e di BUTTARE FUORI DALLE COMUNITA' CHI NON PREDICA IL MEDESIMO VANGELO, i recidivi del peccato....
peccato che il cardinale non spiega quali virtù possiamo trovare NELLE COPPIE OMOSESSUALI perchè, non facciamo i furbi.... un conto sono le SINGOLE PERSONE, da amare e rispettare nelle loro debolezze, altra cosa è FILTRARE con compiacenza LE FAMIGLIE GAY!!! FAMIGLIE? il Papa ha condannato l'uso di questo termine per parlare delle coppie omosessuali...ma Schönborn ha scoperto un nuovo vangelo, il suo!
Il problema della donazione di Costantino è solo il pretesto puerile per gridare che la Chiesa non deve dar direttive su temi che riguarderebbero solo lo Stato. Insomma una Chiesa purificata, ma puramente pneumatica. Silenzio su leggi immorali, divorzio, aborto, famiglie gay ecc. E possibilmente anche benedizioni.
Perchè non interessa a nessuno che noi "incarniamo la nostra fede"?
Il metodo dell'Incarnazione, che Dio ha scelto per venire a cercare gli uomini, continua la Presenza di Cristo nel tempo proprio attraverso la nostra vita attirata dentro la Sua: si chiama Chiesa storicamente,sociologicamente è popolo di Dio e, ontologicamente corpo di Cristo. Quanto questo è sperimentabile per chi incontra i cristiani, oggi?
E capisco anche il "rischio del puritanesimo", la riduzione della fede a coerenza morale e all'utopia di una "società dei perfetti".
E' piuttosto una questione di verità e di giudizio, di "conversione dell'intelligenza".
Il dramma non è il peccato, oggi, ma la sua teorizzazione. C'è piuttosto da chiedersi per quanti sedicenti cattolici Cristo sia davvero percepito come l'unica salvezza dell'uomo e la Sua Chiesa (che è di più della somma delle nostre personali incoerenze o bravure) come il "locus" misterioso in cui quusta salvezza può riaccedere oggi per noi e per tutti.
Insomma il dramma è una fede separata dalla vita.
Poi Schoenborn non è proprio conseguente quando si lascia andare a certe sottolineature.
Schonborn è un grande studioso ,un grande cardinale credetemi,quello più affine per profondità di pensiero a papa Benedetto XVI.
Involontariamente ha confessato quello che noi ripetiamo da sempre :il Vaticano II ha annichilito e distrutto la Chiesa.
Io,dice Sconborn ,mi salvai grazie alla conoscenza del mondo ortodosso in particolare i grandi Massimo il Confessore e Solovev....
una sincera e bella testimonianza:
forse anche noi dovremmo tornare a studiare i padri della Chiesa.
Solo così potremo fermare la rovina sempre più incipiente...di quella che fu la stupenda cattedrale cattolica.
Non interessa a nessuno, cara Fabiola, perché noi siamo dei granelli di polvere (sperando di non essere dei grumi di sporcizia): il fulcro non è e non può essere la "nostra fede", bensì la Presenza di Cristo e della sua Sposa ("senza macchia né ruga", a differenza dei singoli Cristiani).
In altre parole, sto affermando che anche il Cardinale adotta lo schema soggettivistico e relativistico degli ultimi decenni. È come quando si dice che i Martiri vengono uccisi "per la LORO fede", anziché, come si è sempre detto, "in odium Fidei" ("in odio alla Fede della Chiesa verso il suo Sposo").
Per quanto riguarda la donazione di Costantino, basta ascoltare de Mattei: il famigerato "manifesto" anticostantiniano (preconciliare) di padre Congar volle sostanzialmente affermare che la Chiesa si romanizzò perché inserita in una realtà molto forte (l'Impero Romano); la realtà è l'opposto.
Fu l'Impero, nato già fragile per le lotte dinastiche e culturali, a trovare nell'inatteso impianto a Roma della Chiesa (Ss. Pietro e Paolo) la possibilità di vivere davvero in forma universale (cattolica) e stabile.
In altre parole, la Romanità (e la lingua latina ecclesiastica, nata nei primissimi secoli) non è una struttura oppressiva, ma è la garanzia di uno spazio comune di civiltà imperitura. E proprio a Vienna (Asburgo), dove si insegnò in latino fino a cent'anni fa, lo sapevano benissimo!
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