All’arrivo nella capitale gli incontri con le autorità politiche
Terra di antica cristianità
Nicola Gori
È una città europea, ricca di una profonda tradizione cristiana, ad accogliere stamane Benedetto XVI per il suo primo viaggio oltre i confini italiani in questo 2011. Il Papa è infatti da poche ore nella capitale della Croazia. Quasi un ritorno, il suo, più che un arrivo. Ha familiarità con questa terra.
C’è stato due volte da cardinale e oggi torna da Pontefice. Torna in un momento particolarmente importante per il Paese. A vent’anni dalla conquistata indipendenza, si trova a gestire i risvolti di una crisi che ha gli stessi scuri contorni di quella che attanaglia il resto d’Europa, dalla quale però è ancora divisa. È infatti in attesa di integrarsi completamente con il resto del continente attraverso l’ingresso nell’Unione.
Quando l’aereo atterra all’aeroporto internazionale «Pleso» sono circa le 11 di sabato 4 giugno. In questa terra slava il Papa è venuto in primo luogo per confermare nella fede le famiglie cattoliche che celebrano la loro Giornata nazionale. A sottolineare la particolare importanza di questo viaggio pastorale, tra le personalità che accompagnano il Papa, oltre al cardinale Bertone, segretario di Stato, e all’arcivescovo Becciu, nuovo sostituto della Segreteria di Stato, alla sua prima uscita ufficiale, figura il cardinale Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Sono l’arcivescovo Cassari, nunzio apostolico, e il capo del Protocollo, a salire sull’aereo per dare al Papa il benvenuto in terra croata. Ad attendere Benedetto XVI per la cerimonia ufficiale ai piedi della scaletta sono Ivo Josipović, presidente della Repubblica dal gennaio 2010, il cardinale Bozanić, arcivescovo di Zagrabia, l’arcivescovo Srakić, presidente della Conferenza episcopale croata, alcuni vescovi, autorità civili e qualche centinaio di fedeli. E mentre il Pontefice con il presidente si dirigono verso il podio una famiglia con bambini, in abiti tradizionali, offre dei fiori. Dopo il saluto alla bandiera e l’esecuzione degli inni nazionali e il benvenuto del capo dello Stato, Benedetto XVI tiene il suo discorso; poi, attraverso due ali di bambini festanti, il trasferimento al Palazzo presidenziale per la visita di cortesia. Il Papa è accolto dal presidente Josipović, con cui si intrattiene a colloquio privato per trentacinque minuti. Benedetto XVI dona al capo dello Stato un Codices cantorum, un volume che illustra i manoscritti miniati della Cappella Sistina. Regalo molto gradito, poiché il presidente è autore di una cinquantina di opere di musica classica contemporanea ed è stato professore all’Accademia musicale. Questi da parte sua dona al Papa una riproduzione di un organo del 1649. Al termine, il Pontefice si reca nella nunziatura apostolica, dove lo attende Jadranka Kosor, presidente del Governo, che viene accolta dal cardinale Bertone e dal nunzio Cassari.
Dopo il colloquio privato con la signora Kosor il Papa le regala un trittico di medaglie del pontificato e firma il Libro d’oro della presidenza del Governo. Infine, nella sede della rappresentanza pontificia, il Papa pranza con i membri del suo Seguito, del quale fanno parte, tra gli altri, l’arcivescovo Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, di origine croata; i monsignori Gänswein, segretario di Benedetto XVI, Xuereb, della segreteria particolare, Braida, capo ufficio della Segreteria di Stato, Marini, maestro delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, con i cerimonieri Krajewski e Peroni; il medico personale del Papa, Polisca, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, il gesuita Lombardi, l’organizzatore dei viaggio internazionali del Pontefice, Gasbarri, e il direttore del nostro giornale. Fuori nella piazza Josip Jelačić, circondata dai palazzi liberty, il palco è pronto per la veglia serale di preghiera con i giovani.
(©L'Osservatore Romano 5 giugno 2011)
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