PAPA: DOMANI APRE LE PORTE AGLI ZINGARI; CEI, "SEGNO IMPORTANTE"
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 10 giu.
Undici anni fa Giovanni Paolo II chiese perdono - in occasione dei "mea culpa" del Grande Giubileo - anche "per i peccati commessi nei confronti degli zingari dai figli della Chiesa".
E domani Benedetto XVI - che ad Aushwitz nel 2005 prego’ anche per le vittime gitane dei campi di stermino nazista - apre loro le porte del Vaticano.
Saranno ricevuti infatti con tutti gli onori 1500 figli dei popoli Rom Sinti, Manuches, Kale, Yenish e Travellers, rappresentanti del 28esimo popolo europeo che conta 12-15 milioni di persone sparsi in 20 paesi del Vecchio Continente, tra i quali l’Italia che appare forse come il piu’ insofferente alla loro presenza.
Un atteggiamento ben poco cristiano, tanto che la Fondazione Migrantes, che e’ un organismo pastorale della Cei, definisce l’incontro "un segno importante per la Chiesa" e sottolinea come sia significativa la scelta della data: l’appuntamento promosso dal Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti cade infatti alla vigilai della Pentecoste e dunque "prepara alla solennita’ in cui la Chiesa si ripensa universale, cattolica, dove tutti si debbono sentire a casa".
"L’evangelizzazione - spiega il direttore della Migrantes, monsignor Giancarlo Perego - chiede ai cristiani oggi di andare da Nazareth a Gerusalemme e fermarsi a incontrare ’gli altri’.
E tra gli altri davanti ai quali non passare oltre oggi ci sono i rom. A questa parola, al ’mondo di mondi’ che essa richiama, spesso sono legate diffidenze, pregiudizi, violenze.
Soprattutto non si conosce questo popolo. L’incontro del Papa con loro ci ricorda che non si puo’ costruire Chiesa, citta’ senza di loro".
L’occasione dell’udienza e’ il 150 anniversario della nascita del beato Zefferino Jimenez Malla, il primo gitano salito agli onori degli altari. "Il beato Zeffirino - ricorda monsignor Perego - il rom che nel 1936, durante la guerra civile spagnola, fu fucilato e gettato in una fossa comune per difendere un prete offeso e il suo rosario, e’ il segno piu’ bello nella Chiesa di questa fede e religiosita’ popolare".
Secondo la Comunita’ di Sant’Egidio, che organizza l’evento insieme a Migrantes, alla diocesi di Roma e al Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, "l’incontro rinnova l’attenzione della Chiesa per questo popolo".
In proposito il presidente della Comunita’, lo storico Marco Impagliazzo, ricorda che "Paolo VI li incontro’ a Pomezia nel 1965 e li accolse nel 1975 a Castelgandolfo.
Giovanni Paolo II, incontro’ piu’ volte varie delegazioni e proclamo’ beato il gitano Zeffirino nel 1997".
L’incontro con il Pontefice sara’ introdotto dall’arcivescovo Antonio Maria Veglio’, presidente del Pontifico consiglio per i migranti e gli itineranti. Quindi, nel corso dell’udienza, sara’ illustrata al Pontefice la realta’ zingara con quattro brevi testimonianze, compresa quella di Cejk Stojka, zingara cattolica superstite dei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau e Bergne Belsen. Nel corso dell’Udienza, sara’ illustrata al Pontefice la realta’ zingara con quattro brevi testimonianze, compresa quella di Ceija Stojka, zingara cattolica superstite dei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau e Bergen-Belsen.
Dopo l’incontro con il Papa, il programma del pellegrinaggio prevede per il pomeriggio una celebrazione della Parola, presieduta dall’arcivescovo monsignor Antonio Maria Veglio’, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, nella Chiesa di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, alle ore 18,30.
Per l’occasione, nell’altare dei Testimoni della fede di Spagna, sara’ posta una reliquia del Beato Zeffirino, uno dei rosari che egli stesso aveva donato alla figlia di un amico avvocato. Domenica 12 giugno, infine, al Santuario del Divino Amore la messa sara’ celebrata presso la "cappella a cielo aperto" dedicata al Beato Zeffirino. La celebrazione, che avra’ inizio alle ore 11 e sara’ trasmessa in diretta su Rai Uno (segno di una particolare attenzione della Cei) sara’ presieduta da monsignor Pietro Santoro, vescovo di Avezzano.
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1 commento:
Come francescana non posso non gioire di questo, visti pregiudizi che spesso ho riscontrato non solo nei cattolici laici ma anche in sacerdoti e consacrati nei riguardi di questa categoria di persone. Sono veramente felice!
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