Dopo la bufera, la chiesa avvia il programma per “guarire” i preti pedofili
di Paolo Rodari
Passato il 2010, l’annus horribilis dell’emergere del problema della pedofilia nel clero, la chiesa cattolica intende passare alla “fase due”, e cioè la prevenzione. Non è semplice per i superiori degli ordini religiosi, i vescovi, tutti coloro che hanno la responsabilità della formazione dei preti, accorgersi per tempo di avere in casa candidati potenzialmente pedofili. Come non è semplice avere a che fare con queste persone una volta che già hanno avuto accesso all’ordinazione.
Così, per offrire “una risposta globale al problema degli abusi sessuali e della tutela dei vulnerabili”, l’Università Gregoriana organizza, con il placet vaticano, un’iniziativa unica, inedita fino a oggi, e che andrà in scena nel febbraio del 2012 con uno scopo preciso: offrire “una risposta globale al problema degli abusi sessuali e della tutela dei vulnerabili”.
Il titolo scelto è significativo: “Verso la guarigione e il rinnovamento”. Il titolo è uguale a quello che i vescovi irlandesi hanno scelto per la risposta inviata al Papa a seguito della lettera da lui scritta per i cattolici d’Irlanda sulla vicenda degli abusi del clero sui minori. “Verso la guarigione e il rinnovamento”, che significa cercare le strade per sanare, per quanto è possibile le ferite: la preghiera per le vittime, l’ascolto dei loro racconti, il supporto spirituale, la costruzione di un futuro sicuro per i bambini all’interno della chiesa, il rinnovamento delle diocesi, delle congregazioni religiose e della società, il sostegno economico a strutture che si occupano di prevenzione e salvaguardia dei minori.
Sabato prossimo saranno il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, e il promotore di giustizia della Dottrina della fede, Charles J. Scicluna, a presentare l’iniziativa assieme a padre François Xavier Dumortier, rettore della Gregoriana, padre Hans Zollner, preside dell’Istituto di psicologia e responsabile del comitato preparatorio del simposio e monsignor Klaus Peter Franzl, dell’arcidiocesi di Monaco di Baviera. In febbraio ci saranno anche gli esperti di Virtus, un programma sviluppato in America per la prevenzione degli abusi. Anche a loro spetterà lavorare per costruire “un nuovo centro di e-learning multilinguistico, a disposizione dei responsabili ecclesiastici, per l’informazione e la diffusione delle risorse e delle migliori pratiche per rispondere al problema”.
La strategia della prevenzione è seguita con attenzione dal Papa. Due giorni fa Benedetto XVI ha riunito a porte chiuse i capi dicastero della curia romana. Con loro ha parlato degli ordini religiosi e in particolare dell’obbedienza che questi devono al proprio fondatore. Convitato di pietra era Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo che per anni ha abusato di minori.
Degollado aveva imposto ai suoi seguaci di non criticare mai le sue iniziative e le sue azioni. Per il Papa invece tutti hanno l’obbligo di denunciare internamente le azioni immorali dei propri superiori e confratelli. L’obiettivo, appunto, è la prevenzione, affinché quella “sporcizia” denunciata nella Via Crucis del 2005 al Colosseo non abbia più a mostrarsi.
Pubblicato sul Foglio venerdì 17 giugno 2011
© Copyright Il Foglio, 17 giugno 2011 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.
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