giovedì 16 giugno 2011

Etica economica, card. Bertone: gli imprenditori devono osare di più. Materia sottoposta a molte tentazioni. Lo Stato non basta, serve l'impresa sociale (Izzo)

ETICA ECONOMICA: BERTONE, IMPRENDITORI DEBBONO OSARE DI PIU'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 giu.

"Gli imprenditori che oggi vogliono prendere seriamente in considerazione la dottrina sociale della Chiesa devono osare di piu': non limitarsi a pratiche di responsabilita' sociale e/o di filantropia (cose che restano positive e meritorie), ma spingersi in nuovi territori e ambiti". Lo ha affermato il segretario di Stato Tarcisio Bertone che nell'intervento all'Executive Summit on Ethics for the Business World, presso la Pontifica Accademia delle Scienze, pubblicato dall'Osservatore Romano, ne ha indicati due: innovazione/creativita' e gestione oculata dei beni comuni.
"L'imprenditore - ha detto - deve utilizzare il proprio talento di innovazione e creativita' per affrontare sfide che vanno oltre l'economia e il mercato".
"In particolare - ed e' il problema piu' drammatico cui ha fatto cenno Bertone - oggi c'e' una crescente domanda di lavoro da parte di interi Paesi che hanno tanti giovani e pochissimo lavoro: occorre innovazione e nuova iniziativa per includere all'interno dell'impresa, dell'economia e del mercato i tanti esclusi. L'economia e l'impresa hanno svolto e svolgono pienamente la loro funzione di costruzione di bene comune quando hanno incluso fasce di esclusione (pensiamo agli operai nelle fabbriche del secolo scorso), e facendo si' che queste persone da problemi diventassero risorse e opportunita', per loro stesse, per l'impresa e la societa' tutta". Quanto alla gestione dei beni comuni, come l'acqua, le fonti di energia, le comunita', il capitale sociale e civile e artistico dei popoli e delle citta' l'impresa oggi dovra' entrare sempre piu' in campo, "poiche' in un'economia complessa e globale non puo' piu' essere lo Stato o il pubblico da solo ad occuparsi dei beni comuni, che per una sana gestione hanno bisogno del talento imprenditoriale.
Ma proprio per questo, per i beni comuni c'e' un urgente bisogno di imprenditori che non abbiano come mero scopo il profitto. Occorrono quindi sempre piu' imprenditori civili, che puntando all'innovazione, alla creativita' e all'efficienza, siano mossi da moventi piu' grandi del profitto, e concepiscano la loro attivita' all'interno di un nuovo patto sociale con il pubblico e con la societa' civile".
L'auspicio della Santa Sede, ha poi concluso Bertone, e' "l'inizio di una nuova stagione di creativita' e di impegno civile oggi piu' che mai importanti e necessari anche per lo sviluppo della riflessione della dottrina sociale della Chiesa che si alimenta anche della vita del popolo cristiano". I lavori erano stati introdotti dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, al quale si deve l'organizzazione del simposio. Il vescovo Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, ha fatto gli onori di casa.

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ETICA ECONOMICA: BERTONE, MATERIA SOTTOPOSTA A MOLTE TENTAZIONI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 giu.

Si puo' essere buoni cristiani e onesti operatori economici? Se lo e' chiesto il segretario di Stato Tarcisio Bertone nell'intervento con il quale ha inaugurato questa mattina, giovedi' 16 giugno, i lavori dell'Executive Summit on Ethics for the Business World, presso la Pontifica Accademia delle Scienze. Citando l'enciclica Caritas in veritate, il cardinale ha ricordato che l'azione economica rappresenta una materia sottoposta "come, e forse piu' delle altre, dimensioni della vita umana, a tentazioni di egoismo e di chiusura". Lo sguardo al mondo dell'economia, del lavoro e dell'impresa e' comunque "positivo - ha assicurato - come lo e' quello a un prezioso luogo di creativita' e di passioni civili, una realta' positiva dell'umano che come tutte le altre puo' avere le sue patologie, ma la cui fisiologia e normalita' e' buona, civile e umanizzante".
Bertone ha poi tratteggiato il profilo dell'imprenditore cosi' come configurato nella dottrina sociale della Chiesa. "Innanzitutto come ci ricorda anche la migliore teoria economica - ha detto citando Joseph Schumpeter e Luigi Einaudi - l'imprenditore non e' uno speculatore, ma essenzialmente un innovatore". Lo speculatore, infatti, opera per la massimizzazione del profitto, e l'attivita' d'impresa e' solo un mezzo per il suo fine che e' il profitto. Si comprende subito che non e' lo speculatore l'idea di imprenditore che la Chiesa indica come protagonista e costruttore di bene comune. L'imprenditore descritto nella Caritas in veritate e' infatti un soggetto diverso.
"E' soprattutto - ha spiegato il segretario di Stato - un innovatore che genera e porta avanti dei progetti: per lui, per lei, per loro, l'attivita' imprenditoriale non e' mai puramente un mezzo o uno strumento, ma e' parte dello scopo stesso", perche' va oltre la logica del profitto.
"Questo andare oltre la logica del profitto senza negare il profitto - ha precisato nell'intervento pubblicato oggi dall'Osservatore Romano - e' la grande sfida per un imprenditore che oggi voglia veramente e seriamente porsi come costruttore di bene comune e di sviluppo, che concepisce la sua attivita' anche come compito e come vocazione".
Per Bertone, "l'assolutizzazione del profitto e' un movente insufficiente in una economia e in una societa' che oggi hanno a che fare con sfide nuove, tra le quali l'ambiente, i beni comuni e la globalizzazione. E qui si apre - ha detto ancora il porporato - il grande tema della responsabilita' sociale dell'impresa, come sottolineato anche dalla Caritas in veritate: la gestione dell'impresa non puo' tenere conto degli interessi dei soli proprietari della stessa, ma deve anche farsi carico di tutte le altre categorie di soggetti che contribuiscono alla vita dell'impresa: i lavoratori, i clienti, i fornitori dei vari fattori di produzione, la comunita' di riferimento".

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ETICA ECONOMICA: BERTONE, STATO NON BASTA, SERVE IMPRESA SOCIALE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 giu.

"In un'economia complessa e globale non puo' piu' essere lo Stato o il pubblico da solo ad occuparsi dei beni comuni, che per una sana gestione hanno bisogno del talento imprenditoriale". Lo ha affermato il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Tarcisio Bertone, in apertura dell'"Executive Summit on Ethics for the Business World" che si tiene oggi in Vaticano e intende rappresentare una sfida per gli imprenditori che "vogliono prendere seriamente in considerazione la Dottrina Sociale della Chiesa".
Per Bertone, in particolare nella gestione dei beni comuni "c'e' un urgente bisogno di imprenditori che non abbiano nel mero scopo il profitto".
"Occorrono - ha spiegato il porporato - sempre piu' imprenditori civili, che puntando all'innovazione, alla creativita' e all'efficienza, sono mossi da moventi piu' grandi del profitto, e concepiscono la loro attivita' all'interno di un patto sociale con il pubblico e con la societa' civile".
"L'impresa - infatti - dovra' entrare sempre piu' nel campo dei beni comuni", come "l'acqua, le fonti di energia, le comunita', il capitale sociale e civile dei popoli e delle citta'".

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