Il cardinale Alojzije Stepinac (1898-1960)
Ha difeso l'unità della Chiesa
I più solerti e rigorosi, quanto involontari, «postulatori» della santità del cardinale Alojzije Stepinac sono stati proprio coloro che hanno inscenato nel 1946 quello che Pio XII ebbe a definire «tristissimo processo». Il suo primo e più feroce accusatore, Jakov Blažević, ha riconosciuto -- anni dopo -- che non ci sarebbe stato alcun processo se Stepinac fosse stato «un po' più flessibile politicamente». Che cosa significa? Semplicemente avrebbe dovuto accettare le condizioni di Tito: in una parola, il distacco da Roma. Lo ha confidato Milovan Ðilas, numero due del regime titino, al noto scultore croato Ivan Meštrović: «Non possiamo sopportare il suo attaccamento al Papa di Roma. Per dirle onestamente la verità, e non sono solo io a dirlo, Stepinac è stato condannato innocente». La ritrattazione forse più completa è venuta da un altro leader comunista jugoslavo, Vladimir Popović: Stepinac «è certamente un uomo di grande carattere, senza macchia, saldo nelle sue convinzioni. Se avesse ceduto anche su un solo punto egli oggi sarebbe libero e ci avrebbe evitato molte amarezze».
Un profilo di santità tratteggiato da insospettabili agiografi. Con ammissioni disarmanti, certo tardive e utili solo in parte a mettere la parola «fine», una volta per tutte, alla leggenda nera che continua ad avvolgere la figura del cardinale di Zagabria, con l'accusa di vicinanza al regime fascista di Pavelić e persino al nazismo. Eppure sono note le sue azioni e anche le sue parole dal pulpito della cattedrale in difesa dei perseguitati, fossero serbi o ebrei. Il 13 dicembre 1946, due mesi dopo la sentenza di condanna -- un vero mostro giuridico annullato nel 1992 dal neonato Parlamento croato -- il presidente della comunità ebraica negli Stati Uniti d'America, Louis Breier, ha dichiarato: «Questo grande uomo della Chiesa è stato accusato di essere un collaboratore nazista. Noi ebrei lo neghiamo. È uno di quegli uomini rari che in Europa si sono levati contro la tirannia nazista proprio nel momento in cui era più pericoloso farlo. Ha parlato apertamente e senza paura contro le leggi razziali. Dopo Sua Santità Pio XII è stato il più grande difensore degli ebrei perseguitati in Europa». Nel 1994 Amyel Shomrony, segretario del rabbino capo di Zagabria negli anni della seconda guerra mondiale, ha testimoniato che «nei quattro anni dell'occupazione nazista, l'arcivescovo Stepinac aiutava e proteggeva gli ebrei in diversi modi». Shomrony è potuto entrare nei dettagli per averli vissuti: «L'arcivescovo aiutò gli ebrei offrendo loro un nascondiglio sicuro e protezione nella sua residenza ufficiale a Zagabria».
Alla messa per la beatificazione, il 3 ottobre 1998, era presente -- fatto non abituale -- Ognjen Kraus, presidente del Comitato di coordinamento delle comunità ebraiche croate. Eloquenti le sue motivazioni: «Gli ebrei in Croazia sono riconoscenti al cardinale Stepinac per essersi adoperato per salvare molti ebrei. Gli siamo ugualmente riconoscenti per essersi adoperati per salvare uomini appartenenti ad altre denominazione religiose, nazionalità e popoli. Confidiamo che la storia darà il giudizio sul comportamento globale del cardinale Stepinac». Parole che riecheggiano l'unica dichiarazione resa da Stepinac nel processo farsa: «Se non mi darete ragione voi, mi darà ragione la storia».
(©L'Osservatore Romano 8 giugno 2011)
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