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3 commenti:
Link all'articolo sull'Osservatore Romano, citato nel testo:
http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/cultura/2011/086q11-Ma-una-storia-non-ideologica-si-pu--scriver.html&title=Ma%20una%20storia%20non%20ideologica%20%20si%20pu%C3%B2%20scrivere&locale=it
Piu' che "troppo ortodosso" direi eterodosso, d'altra parte le prese di posizione di De Mattei sono state criticate a piu' riprese a tutti i livelli - ricordo quella sul terremoto in Giappone, da lui presentata come "castigo di Dio" a cui Cantalamessa, nella liturgia del venerdi Santo, ha risposto testualmente:
"Terremoti, uragani e altre sciagure che colpiscono insieme colpevoli e innocenti non sono mai un castigo di Dio. Dire il contrario, significa offendere Dio e gli uomini."
Il problema è che De Mattei oppone errore ad errore e solo apparentemente contrario: da una parte il neo-modernismo della "discontinuità e della rottura" che vuole fondare una Chiesa diversa da quelle di Gesù erodendola dall'interno -vedi Melloni e simili - dall'altra lo pseudo-tradizionalismo basato sulla stessa identica ermeneutica modernista, e non a caso De Mattei da' sostanzialmente ragione a Melloni sia pure per giungere a conclusioni opposte e con motivazioni diverse.
E così la peste post-conciliare e i suoi errori continuano a dominare le diocesi, le pontificie università e i seminari infischiandosene di qualunque cosa dica il Papa, pugnalato alle spalle pure da coloro che più gli dovrebbero essere grati e fedeli. La qualità scientifica del libro è poi bassina, ignora fonti decisive e cita in modo approssimativo testi e fatti in modo da sostenere la tesi del concilio eretico. Dice di voler scrivere un libro di storia, ma poi lo riempie di valutazioni teologiche assolutamente infondate e dilettantesche.
Sarebbe veramente triste se il mondo della tradizione liturgica venisse ributtato ancora nel ghetto in cui è stato per 50 anni proprio a causa di tradizionalisti che elevano sè stessi e quello che loro hanno capito del magistero a suprema chiave di lettura di ciò che la Chiesa insegna. Sarebbe davvero un altro "colpo da maestro di satana", per citare un opuscolo di Mons. Lefebvre, benemerito per tanti versi ma alla fine vittima della stessa mentalità che diceva di voler contrastare.
Gnocchi è noto per le sue prese di posizione oltremodo faziose. Vorrei sapere cosa avrebbe detto se un vescovo avesse (giustamente) rifiutato di ospitare l'autore di un libro che considerasse eretico il concilio di Trento o il Vaticano I: immagino che avrebbe appoggiato la decisione. Perchè allora un vescovo dovrebbe fare propaganda ad un libro che attacca il Vaticano II, invitandone l'autore?
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