domenica 12 giugno 2011

Il Papa: il mondo è frutto di un atto di amore di Dio. La Chiesa è di tutti i popoli, abbraccia il mondo intero, supera tutte le frontiere di razza, classe, nazione, abbatte tutte le barriere e unisce gli uomini (Izzo)

PAPA: IL MONDO E' FRUTTO DI UN ATTO DI AMORE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 giu.

"Per noi cristiani, il mondo e' frutto di un atto di amore di Dio, che ha fatto tutte le cose e del quale Egli si rallegra perche' e' 'cosa molto buona'".
Lo ha ricordato Benedetto XVI nell'omelia della messa di Pentecoste celebrata questa mattina nella Basilica d San Pietro.
In quanto celebra lo Spirito Santo, ha spiegato, "la Pentecoste e' la festa della Creazione". Infatti, "Dio non e' il totalmente altro, innominabile e oscuro. Dio si rivela, ha un volto. Dio e' ragione, Dio e' volonta', Dio e' amore, Dio e' bellezza. La fede nello Spirito Creatore e la fede nello Spirito che il Cristo Risorto ha donato agli Apostoli e dona a ciascuno di noi, sono allora inseparabilmente congiunte".
"Lo Spirito Santo - ha continuato Ratzinger - e' Colui che ci fa riconoscere in Cristo il Signore, e ci fa pronunciare la professione di fede della Chiesa: 'Gesu' e' Signore'" con il titolo attribuito a Dio nell'Antico Testamento e che "prendeva il posto del suo impronunciabile nome".
"Il Credo della Chiesa - ha rilevato dunque il Pontefice - e' nient'altro che lo sviluppo di cio' che si dice con questa semplice affermazione: 'Gesu' e' Signore'".
Una professione di fede che, ha poi concluso citando san Paolo, "ci dice che si tratta proprio della parola e dell'opera dello Spirito Santo".

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PAPA: LA CHIESA SUPERA TUTTE LE FRONTIERE DI RAZZA E NAZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 giu.

La Chiesa è "di tutti i popoli, abbraccia il mondo intero, supera tutte le frontiere di razza, classe, nazione, abbatte tutte le barriere e unisce gli uomini".
Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della messa di Pentecoste celebrata in San Pietro. "Fin dall'inizio - ha spiegato - la Chiesa e' una, cattolica e apostolica: questa e' la sua vera natura e come tale deve essere riconosciuta. Essa e' santa, non grazie alla capacita' dei suoi membri, ma perche' Dio stesso, con il suo Spirito, la crea e la santifica sempre".
Per il Papa, dunque, "la Chiesa e' cattolica fin dal primo momento, che la sua universalita' non e' il frutto dell'inclusione successiva di diverse comunita'".
"Fin dal primo istante, infatti, lo Spirito Santo l'ha creata" come aperta a tutti, universale.
Nell'omelia, il Pontefice ha evocato oggi anche "la bellissima espressione del Vangelo 'I discepoli gioirono al vedere il Signore'".
"Queste parole - ha commentato - sono profondamente umane. L'Amico perduto e' di nuovo presente, e chi prima era sconvolto si rallegra. Ma essa dice molto di piu'.
Perche' l'Amico perduto non viene da un luogo qualsiasi, bensi' dalla notte della morte; ed Egli l'ha attraversata!
Egli non e' uno qualunque, bensi' e' l'Amico e insieme Colui che e' la Verita' che fa vivere gli uomini; e cio' che dona non e' una gioia qualsiasi, ma la gioia stessa, dono dello Spirito Santo".
"Si' - ha poi concluso Benedetto XVI - e' bello vivere perche' sono amato, ed e' la Verita' ad amarmi.
Gioirono i discepoli, vedendo il Signore. Oggi, a Pentecoste, questa espressione e' destinata anche a noi, perche' nella fede possiamo vederlo; nella fede Egli viene tra di noi e anche a noi mostra le mani e il fianco, e noi ne gioiamo. Percio' vogliamo pregare: Signore, mostrati! Facci il dono della tua presenza, e avremo il dono piu' bello: la tua gioia".

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