lunedì 20 giugno 2011

Il Papa a San Marino. Un richiamo ai capisaldi di una sana laicità ed il commovente incontro con i giovani (Sir)

PAPA A SAN MARINO

Al servizio dell'uomo

Un richiamo ai capisaldi di una sana laicità

La visita del Papa alla diocesi di Montefeltro-San Marino è proseguita oggi pomeriggio con l’incontro ufficiale con i membri del Governo, del Congresso e del Corpo diplomatico nella Sala del Consiglio Grande e Generale del Palazzo Pubblico della Repubblica di San Marino. Poi, di sera, spostamento a Pennabili (Rimini), dove ha incontrato, in piazza Vittorio Emanuele, i giovani della diocesi.

Sana laicità. "I sammarinesi sono rimasti sempre fedeli ai valori della fede cristiana, ancorando saldamente ad essi la propria convivenza pacifica, secondo criteri di democrazia e di solidarietà", ha affermato Benedetto XVI, nell’incontro ufficiale con i membri del Governo, del Congresso e del Corpo diplomatico. "Mi rallegro del vostro attaccamento a questo patrimonio di valori – ha continuato il Papa - e vi esorto a conservarlo e a valorizzarlo, perché esso è alla base della vostra identità più profonda, un’identità che chiede alle genti ed alle istituzioni sammarinesi di essere assunta in pienezza". Grazie ad essa, "si può costruire una società attenta al vero bene della persona umana, alla sua dignità e libertà, e capace di salvaguardare il diritto di ogni popolo a vivere nella pace". Sono questi "i capisaldi della sana laicità, all’interno della quale devono agire le istituzioni civili, nel loro costante impegno a difesa del bene comune. La Chiesa, rispettosa della legittima autonomia di cui il potere civile deve godere, collabora con esso al servizio dell’uomo, nella difesa dei suoi diritti fondamentali, di quelle istanze etiche che sono iscritte nella sua stessa natura". Per questo la Chiesa "si impegna affinché le legislazioni civili promuovano e tutelino sempre la vita umana, dal concepimento fino al suo spegnersi naturale. Inoltre, chiede per la famiglia il dovuto riconoscimento e un sostegno fattivo". Ricordando come "nell’attuale contesto l’istituzione familiare venga messa in discussione", il Papa ha denunciato che "a subirne le conseguenze sono le fasce sociali più deboli, specialmente le giovani generazioni, più vulnerabili e perciò facilmente esposte al disorientamento, a situazioni di auto-emarginazione ed alla schiavitù delle dipendenze".

Superare le difficoltà. Pur nel frangente di difficoltà economiche, "la società sammarinese – ha osservato il Pontefice - manifesta ancora una buona vitalità e conserva le sue migliori energie; ne danno prova le molteplici iniziative caritative e di volontariato a cui si dedicano numerosi vostri concittadini". Non mancano dunque "le forze positive che permetteranno alla vostra comunità di affrontare e superare l’attuale situazione di difficoltà". A tale proposito, il Santo Padre ha auspicato che "la questione dei lavoratori frontalieri, che vedono in pericolo la propria occupazione, si possa risolvere tenendo conto del diritto al lavoro e della tutela delle famiglie".

Non aver paura. Nell’incontro con i giovani, Benedetto XVI li ha invitati "a non aver paura" di porsi "le domande fondamentali sul senso e sul valore della vita". "Non fermatevi però alle risposte parziali, immediate, certamente più facili e più comode, che possono dare qualche momento di felicità, di esaltazione, di ebbrezza, ma che non vi portano alla vera gioia di vivere, quella che nasce da chi costruisce non sulla sabbia, ma sulla solida roccia – ha dichiarato il Papa -. Imparate allora a riflettere, a leggere in modo non superficiale, ma in profondità la vostra esperienza umana: scoprirete, con meraviglia e con gioia, che il vostro cuore è una finestra aperta sull’infinito! Questa è la grandezza dell’uomo e anche la sua difficoltà". Secondo il Pontefice, "una delle illusioni prodotte nel corso della storia è stata quella di pensare che il progresso tecnico-scientifico, in modo assoluto, avrebbe dato risposte e soluzioni a tutti i problemi dell’umanità". In realtà, "se anche ciò fosse stato possibile, nulla e nessuno avrebbe potuto cancellare le domande più profonde sul significato della vita, della morte e della sofferenza, perché queste sono scritte, per così dire, nell’animo umano e oltrepassano la sfera dei bisogni. L’uomo, anche nell’era del progresso scientifico e tecnologico, rimane un essere aperto alla verità intera della sua esistenza, che non si ferma alle cose materiali, ma si apre ad un orizzonte molto più ampio".

La nostra speranza. L’esperienza umana, ha osservato il Santo Padre, "è una realtà che ci accomuna tutti, ma ad essa si possono dare diversi livelli di significato. Ed è qui che si decide in che modo orientare la propria vita e si sceglie a chi affidarla, a chi affidarsi. Il rischio è sempre quello di rimanere imprigionati nel mondo delle cose, del relativo, dell’utile, perdendo la sensibilità per ciò che si riferisce alla nostra dimensione spirituale. Non si tratta affatto di disprezzare l’uso della ragione o di rigettare il progresso scientifico, tutt’altro; si tratta piuttosto di capire che ciascuno di noi non è fatto solo di una dimensione ‘orizzontale’, ma comprende anche quella ‘verticale’. I dati scientifici e gli strumenti tecnologici non possono sostituirsi al mondo della vita, agli orizzonti di significato e di libertà, alla ricchezza delle relazioni di amicizia e di amore". È proprio "nell’apertura alla verità intera di noi stessi e del mondo che scorgiamo l’iniziativa di Dio nei nostri confronti. Egli viene incontro ad ogni uomo e gli fa conoscere il mistero del suo amore". La parola di Cristo "mostra che la vostra vita trova significato nel mistero di Dio, che è Amore!". Nel Signore Risorto "abbiamo la certezza della nostra speranza!".

L’autentica libertà. "Non temete di affrontare le situazioni difficili, i momenti di crisi, le prove della vita, perché il Signore è con voi!", ha aggiunto Benedetto XVI. "Trasformati dallo Spirito Santo potrete sperimentare l’autentica libertà, che è tale quando è orientata al bene. In questo modo – ha osservato - la vostra vita, animata da una continua ricerca del volto del Signore e dalla volontà sincera di donare voi stessi, sarà per tanti vostri coetanei un segno, un richiamo eloquente a far sì che il desiderio di pienezza si realizzi nell’incontro con il Signore Gesù". "Lasciate – è stato l’auspicio conclusivo -che il mistero di Cristo illumini tutta la vostra persona! Allora potrete portare nei diversi ambienti quella novità che può cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo più giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Non cedete a logiche individualistiche ed egoistiche".

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