venerdì 10 giugno 2011

Il parroco di Recco che ha denunciato gli strani comportamenti di Riccardo Seppia accusa la curia di Genova di averlo emarginato e chiama in causa direttamente Bagnasco

Clicca qui per leggere l'articolo gentilmente segnalatoci.
Attendiamo la reazione della curia di Genova perche' cio' che afferma questo parroco e' molto grave.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

A parte il fatto che già diversi anni fa un inascoltato padre si incaricò di far presenti gli strani comportamenti di don Riccardo, questa improvvisa "denuncia" mi suona come il tentativo di trasformare il card. Bagnasco in un capro espiatorio. Eppure la vicenda copre non pochi anni.
Alessia

Raffaella ha detto...

Esatto! E non mi piace il comodo capro espiatorio che paga per tutti perche' eletto o nominato per ultimo.
R.

mariateresa ha detto...

è una storia che emana brutto odore e anche l'alito di questo parroco non sembra fulgido, almeno a me. Naturalmente l'articolo è congegnato per sollevare fumus nei confronti della malvagia curia.
Se collaborazione viene dichiarata deve essere per forza fasulla per Repubblica.E deve avere per forza ragione il povero parroco perseguitato.
mah

Anonimo ha detto...

a me sembra strano che questo prete sia stato allontanato ed emarginato solo per aver denunciato gli strani comportamenti di don Seppia. Ho il dubbio che possa esserci qualche altra cosa nell'emarginazione. così come sarebbe interessante sapere cosa fece Siri, che i suoi preti li conosceva bene e sapeva valutare bene le cose, anche se bisogna dire che se il don Seppia già dal 1985 faceva certe cose e s'è scoperto tutto ora, vuol dire che faceva tutto con molta attenzione. Bisogna anche dire che essendo il don Seppia molto apprezzato, le voci sul suo conto sono apparse e considerate come calunniose. è difficile muoversi in queste situazioni in cui un prete molto apprezzato e stimato, viene accusato di cose tanto gravi su cui l'autorità ecclesiastica non può certo indagare con gli stessi poteri della Magistratura (un vescovo non può mica sguinzagliare i carabinieri per scoprire le frequentazioni di un prete, mentre la magistratura lo può fare). Quindi un vescovo ha spesso le mani legate e se non ci sono prove incontestabili, basarsi solo su denunce verbali, anche se fatte da preti, è molto difficile. Non voglio difendere i vescovi, ma sinceramente cosa si può fare in questi casi? Spesso si fa una cosa sola: convocare l'interessato e chiedergli se le voci sul suo conto sono vere. è chiaro che l'interessato nega. Ricordate il caso di don Sante Sguotti? Al vescovo di Padova arrivarono voci e il vescovo che fece? chiamo don Sante e gli chiese se quelle voci su una relazione con una donna fossero vere; il don Sguotti negò......anche se qualche mese dopo ne parlò dal pulpito.
Per un vescovo è difficile districarsi tra tutte le denunce che riceve sul conto di qualche suo prete. è molto difficile. E' più facile indagare sulla ortodossia di un prete, ma sulla sua vita privata è difficilissimo indagare. Anche se i vescovi potrebbero rivolgersi a qualche agenzia di investigazioni private che in maniera discreta e segreta potrebbero riferirgli almeno i locali o le case frequentate dai preti.

Anonimo ha detto...

l'articolo non è chiaro,quasi illeggibile,un guazzabuglio.....è solo fumo.
a scopo di fumo.è repubblica.
mas