martedì 21 giugno 2011

Intervista al segretario di Stato per gli affari esteri della Repubblica di San Marino all'indomani della visita di Benedetto XVI. Laicità e radici cristiane ricchezza del popolo sammarinese (Ponzi)

Intervista al segretario di Stato per gli affari esteri della Repubblica di San Marino all'indomani della visita di Benedetto XVI

Laicità e radici cristiane ricchezza del popolo sammarinese

di Mario Ponzi

«Ci ha lasciato tante cose sulle quali riflettere. E cominceremo a farlo sin da domani». Lo assicura il segretario di Stato per gli affari esteri della Repubblica di San Marino, Antonella Mularoni, nell'intervista rilasciata al nostro giornale all'indomani della visita compiuta da Benedetto XVI domenica scorsa, 19 giugno, quando si è recato tra i fedeli della diocesi di San Marino - Montefeltro. «Soprattutto -- aggiunge il segretario di Stato sammarinese -- il Papa ci ha fatto comprendere il valore di quella sana laicità che si alimenta, come la nostra, alle profonde radici cristiane. E questo potrebbe essere un piccolo contributo che la nostra Repubblica può dare ancora oggi a un mondo alla costante ricerca della sua identità».

Cosa ha rappresentato per la Repubblica la visita di Benedetto XVI?

Un momento di autentica gioia per tutti i sammarinesi e un grande regalo per l'intero popolo sammarinese, che fonda le radici del suo essere Stato nei valori cristiani.

Tra i discorsi del Papa quale secondo lei i sammarinesi hanno sentito più intensamente?

Tutte le tematiche affrontate nei discorsi del Pontefice sono questioni di grande importanza e come tali sono e saranno anche nei prossimi mesi oggetto di approfondimento da parte di tanti. Ognuno probabilmente ferma la propria attenzione sulle tematiche che gli stanno particolarmente a cuore. Tuttavia ritengo che per i sammarinesi il richiamo al quale sono stati più sensibili è stato quello ai valori che soli possono dare un senso e rendere forti la vita dei singoli e delle comunità. Valori che appartengono allo stesso tempo al cristianesimo e al nostro essere una comunità e uno Stato così diverso dagli altri. Ecco, credo sia questo che è arrivato nel profondo del cuore.

Il Papa ha lodato il contributo di civiltà offerto nei secoli dalla comunità sammarinese. In che modo questo contributo può essere ancora oggi effettivamente offerto?

I valori su cui San Marino ha sempre fondato la sua esistenza e la sua sopravvivenza nei secoli -- e cioè la strenua difesa della libertà e della democrazia, il rispetto dei diritti fondamentali delle persone e degli altri popoli -- sono oggi valori acquisiti dalla comunità internazionale. Ma è bene continuare a testimoniarli in ogni occasione, perché a volte, in vari Paesi, prevalgono altri riferimenti, che spingono gli esseri umani a compiere le cose più orribili nei confronti di altri individui. I Paesi piccoli, inoltre, non hanno grandi interessi economici da difendere e possono dunque levare la loro voce in questa direzione senza condizionamenti su scelte di principio irrinunciabili.

Il Papa ha anche parlato di sano laicismo nel riferirsi alle solide radici cristiane del popolo sammarinese. In che modo oggi possono convivere queste due anime, cioè quella laica e quella ecclesiale, in una realtà come la vostra?

A San Marino le due anime, e cioè la laicità dello Stato e il fondarsi saldamente sui valori cristiani, sono sempre convissute senza problema alcuno nella storia del Paese e anche oggi è così. Gli eventi istituzionali più importanti della nostra piccola Repubblica hanno sempre un momento nella pieve, nella quale i capitani reggenti -- i nostri capi di Stato -- prendono posto in uno scranno speciale a latere dell'altare, fatto appositamente per loro. Rispettare tutti i componenti della società e cercare di farli sentire tutti a casa loro nella nostra comunità, a prescindere dall'appartenenza religiosa, non significa assolutamente dimenticare che questa Repubblica è nata ed esiste perché solidamente radicata nei valori cristiani. Quando si è tentati di cancellare la propria storia non si è destinati ad avere un gran futuro.

Il benessere con il quale il popolo sammarinese ha convissuto negli ultimi decenni ha causato un rilassamento nella fede?

È vero che negli ultimi decenni l'agiatezza si è diffusa anche a San Marino e ha talvolta offuscato i valori cristiani e fatto dimenticare da dove veniamo. Oggi tuttavia vi è una riflessione aperta sul nuovo modello di sviluppo che dovrà caratterizzare la nostra Repubblica e il richiamo di Benedetto XVI ci aiuterà a non dimenticare le cose davvero importanti nelle scelte che siamo chiamati a fare.

Quanto le sirene edonistiche hanno influito sulla formazione delle nuove generazioni sammarinesi?

Ho l'impressione che le spinte edonistiche nel nostro Paese nel recente passato non abbiano colpito in particolare le nuove generazioni, che anzi mi sembrano molto desiderose di vedere i «grandi» testimoniare in maniera più convinta i valori cui sovente a parole si richiamano. I giovani sono capaci di cose grandissime e bellissime se hanno dei modelli di riferimento credibili.

Cosa c'è dietro l'angolo per la Repubblica di San Marino?

Questo non è un momento facile. La crisi economica internazionale combinata con alcuni problemi nel rapporto bilaterale con l'Italia, sta facendo sentire pesantemente i suoi effetti anche qua. Questo fatto ha imposto una serie di importanti riflessioni che, prima o poi, si sarebbero dovute fare. Il Governo, insieme ad altri attori della realtà politica e sociale, sta lavorando per costruire il futuro del nostro Paese su basi più solide di quelle sulle quali è stato fondato lo sviluppo economico negli ultimi vent'anni. È uno sforzo corale che stiamo facendo soprattutto per le generazioni più giovani e che richiede parallelamente un cambiamento di mentalità. Che mi sembra si stia diffondendo, perché sempre più persone si stanno rendendo conto che è l'unica strada possibile anche per San Marino. Recuperare appieno la cultura del lavoro, che appartiene fortemente alla storia del nostro Paese e che ha permesso ai numerosi nostri emigranti nel mondo di essere grandemente apprezzati e di far crescere le loro famiglie nella serenità, è la strada maestra per garantire al nostro Paese un futuro degno del suo passato.

(©L'Osservatore Romano 22 giugno 2011)

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