sabato 25 giugno 2011

La Messa del Corpus Domini celebrata da Papa Benedetto XVI e la processione eucaristica lungo via Merulana (Tanturri)

«L'amore è la via della vera giustizia»

La Messa del Corpus Domini celebrata da Papa Benedetto XVI e la processione eucaristica lungo via Merulana, fino alla basilica di Santa Maria Maggiore

di Claudio Tanturri

«Manifestare che Cristo risorto cammina in mezzo a noi e ci guida verso il Regno dei cieli».
È questo il senso della festa del Corpus Domini che il Santo Padre ha definito «inseparabile dal Giovedì Santo, dalla Messa in Caena Domini».
Le sue parole hanno risuonato giovedì sera nella Messa celebrata nella basilica di San Giovanni in Laterano. Ad ascoltarlo i tantissimi fedeli partecipanti, assiepati nelle tre navate della cattedrale dell’Urbe, oltre alle numerose congregazioni religiose e alle confraternite della diocesi di Roma che, collocate nel chiostro del Vicariato, hanno preso parte alla liturgia tramite un maxischermo. Ma la partecipazione massiccia al tradizionale rito si è manifestata anche su piazza di Porta San Giovanni. Anche qui, di fronte a un grande monitor, erano in tanti ad assistere alla Messa. Al termine, la processione eucaristica presieduta da Benedetto XVI fino alla basilica di Santa Maria Maggiore.
«Quello che Gesù ci ha donato nell’intimità del Cenacolo - ha detto il Santo Padre durante l’omelia - oggi lo manifestiamo apertamente, perché l’amore di Cristo non è riservato ad alcuni, ma è destinato a tutti».
Per tale ragione, come ha aggiunto, «l’Eucaristia, mentre ci unisce a Cristo, ci apre anche agli altri, ci rende membra gli uni degli altri: non siamo più divisi, ma una cosa sola in Lui». E infatti, ha sottolineato, «chi riconosce Gesù nell’Ostia santa, lo riconosce nel fratello che soffre, che ha fame e ha sete, che è forestiero, ignudo, malato, carcerato». Da qui l’esortazione del Pontefice a tutti i cristiani, destinatari, come ha spiegato, di una «speciale responsabilità nella costruzione di una società solidale, giusta, fraterna».
«Specialmente nel nostro tempo, in cui la globalizzazione ci rende sempre più dipendenti gli uni dagli altri - ha affermato Benedetto XVI -, il Cristianesimo può e deve far sì che questa unità non si costruisca senza Dio, cioè senza il vero Amore». Viceversa si «darebbe spazio alla confusione, all’individualismo, alla sopraffazione di tutti contro tutti». Tanto è vero che «il Vangelo mira da sempre all’unità della famiglia umana, un’unità non imposta da fuori, né da interessi ideologici o economici, bensì a partire dal senso di responsabilità gli uni verso gli altri»; perché «l’amore, la condivisione è la via della vera giustizia. Non ci sono scorciatoie, ma tutto passa attraverso la logica umile e paziente del chicco di grano che si spezza per dare vita, la logica della fede che sposta le montagne con la forza mite di Dio».
L’unità e la pace, è il monito del Papa, sono il fine a cui dobbiamo tendere secondo il disegno di Dio. «Anche questa sera, mentre tramonta il sole su questa nostra amata città di Roma - ha concluso -, noi ci mettiamo in cammino: con noi c’è Gesù Eucaristia, il Risorto». Al termine della Messa il Santo Padre ha attraversato la navata centrale della basilica Lateranense seguendo in preghiera il diacono che recava l’ostensorio con il Santissimo Sacramento. Giunto al portale di San Giovanni, è salito sulla vettura speciale decorata con fiori e, sempre rimanendo in adorazione di fronte al Santissimo Sacramento, ha così raggiunto Santa Maria Maggiore percorrendo via Merulana tra due ali di folla. Qui il rito è terminato con la solenne benedizione eucaristica impartita ai fedeli dalla piazza antistante la basilica Liberiana.

© Copyright Roma Sette, 24 giugno 2011

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