L'incontro con le nuove generazioni
Una vitalità umana e religiosa
dal nostro inviato Mario Ponzi
Si è assaporato un po' il gusto delle Gmg nell'incontro del Papa, nel tardo pomeriggio di domenica 19, con i giovani a Pennabilli, al termine di una giornata densa e ricca di avvenimenti. Naturalmente con le dovute proporzioni. Forse sarà stato per la prossimità dell'appuntamento di Madrid, o per la canzone in inglese con la quale la band sotto il palco ha accolto il Papa all'arrivo, o per quella in spagnolo con la quale lo ha poi accompagnato mentre lasciava la piazza, o forse per quella particolare atmosfera che ormai avvolge tutti i momenti nei quali Benedetto XVI e i giovani si parlano. Gli ingredienti sono apparsi anche domenica sera quelli di sempre. È un dato di fatto, la cui ennesima conferma si è avuta nella piazza di un piccolo borgo medioevale, ma che ormai rappresenta anch'essa la tessera di quel mosaico prezioso che la generazione di domani sta componendo con il Papa. Attorno a lui hanno ascoltato con attenzione le parole di Marco Angeloni, il collega con l'incarico di interpretare davanti al Pontefice le loro ansie e le loro attese. Che sono poi quelle di tanti giovani come loro: mancanza di una proposta educativa attraente, difficoltà nel mantenere unita la famiglia, relazioni interpersonali dominate dall'edonismo e dal materialismo, la mancanza del lavoro, la paura e dunque la fuga dal quotidiano per finire nelle facili soluzioni trasgressive, la rinuncia alla responsabilità personale, il mito dell'eterna giovinezza.
Marco le ha elencate una a una e poi ha chiesto al Papa risposte precise: possiamo liberarci davvero? Come uscire dalle trappole che ci tendono sul nostro cammino? Come fare esperienza di Cristo che nulla toglie ma tutto dona? Ed è significativo il fatto che la stragrande maggioranza dei giovani presenti appartenga al mondo dell'associazionismo e dei movimenti ecclesiali: dall'Azione cattolica a Comunione e liberazione, ai neocatecumenali, agli scout, agli amici di san Domenico Savio, all'associazione Papa Giovanni XXIII, al rinnovamento dello spirito e via via a coprire tutto l'arco delle rappresentanze giovanili parrocchiali. Un segno anche questo; la volontà di testimonianza. Dopo il travaglio di anni difficili, recenti e più lontani, questa porzione del mondo cattolico giovanile ha capito che rinchiudersi nel proprio guscio è un non senso. È cresciuta la coscienza di dover trasmettere agli altri, ai vicini come ai lontani, con la parola ma soprattutto con la testimonianza, tutto un bagaglio culturale che non è stato spazzato via né dal vento delle mode di comodo né dalle crisi esistenziali. Anzi, ripreso e rivalutato, conserva intatta quella carica di vitalità umana e religiosa, ricca di proposte e anche di provocazioni.
Benedetto XVI ha risposto alle loro domande, abbandonando spesso il discorso preparato per l'occasione perché le sue risposte fossero più pertinenti alle domande specifiche ascoltate. Il Papa ha compreso che le domande dei giovani devono trovare la giusta risposta dentro la proposta cristiana della nuova evangelizzazione che egli presenta ad ogni incontro con i giovani. Egli si pone come ponte tra le aspirazioni giovanili e il Gesù del vangelo che propone come risposta alle domande di senso. Ma ha anche e soprattutto raccomandato loro di non aver paura delle proprie inquietudini, di non esitare nel porsi domande sul senso ultimo della vita. Ciò che è importante, ha raccomandato, è non fermarsi alle risposte parziali, immediate e certamente più facili e più comode. La proposta di Benedetto XVI per loro ha sempre lo stesso fondamento e non potrebbe essere diversa: Gesù. Ma per incontrarlo veramente bisogna «capire che ciascuno di noi non è fatto di una sola dimensione orizzontale, ma comprende anche quella verticale». Dunque bisogna guardare in alto per trovare l'amicizia di Gesù e riscoprire l'amore di Dio, che è verità. In questa dimensione si possono affrontare senza timori «situazioni difficili, momenti di crisi, prove di vita perché il Signore è con voi». Ed è stato a questo punto che dalla piazza si è levato scandito e ripetuto il grido festoso: «Be-ne-det-to. Be-ne-det-to» che ha riempito quella piazza popolata dai giovani che vedevano nel Papa un interlocutore affidabile e vicino alla loro sensibilità.
Prima di partire il Papa si è congedato dalle autorità che lo avevano accolto. Per il Governo italiano c'erano il sottosegretario alla famiglia Carlo Giovanardi e l'ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Maria Greco. Per la Regione dell'Emilia Romagna era invece presente il presidente Vasco Errani. Poco dopo le ventuno il rientro in Vaticano.
(©L'Osservatore Romano 20-21 giugno 2011)
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