sabato 18 giugno 2011

Mostra per il 60° di sacerdozio del Papa (Bandini)

MOSTRA PER 60 ANNI SACERDOZIO PAPA: C'È ANCHE LO SCULTORE STATUA GPII

Roma - In Vaticano dal 4 luglio. Invitato anche l'autore della contestata opera in ricordo di Wojtyla alla stazione Termini. Tra i nomi: Paladino, Rupnik, Pomodoro, Kounellis, Piano, Calatrava, Morricone e Jodice

Roma - “Lo splendore della verità, la bellezza della carità” è il titolo della mostra in onore di Benedetto XVI per i 60 anni di sacerdozio. Sessanta anni, sessanta artisti: tanti sono gli autori, di levatura internazionale, che firmano questa esposizione poliedrica (pittura, scultura, architettura, fotografia, letteratura e poesia, musica, cinema, oreficeria), che sarà ospitata nell’Aula Paolo VI del Vaticano. A inaugurarla sarà il Papa stesso, il 4 luglio, alla presenza degli artisti, continuando il dialogo iniziato in Sistina a novembre 2009. Tanti i nomi italiani, e diversi gli artisti già noti in Vaticano per aver prestato la loro opera in diverse occasioni. Tra di loro gli scultori Arnaldo Pomodoro e Giuseppe Ducrot, l’architetto Paolo Portoghesi, il mosaicista Marco Rupnik, gli orafi della Casa Pontificia Piero e Claudio Savi, il musicista Leandro Espinosa, il cardinale Domenico Bartolucci, già direttore della Cappella Sistina, e monsignor Valentin Miserachs, preside del Pontificio istituto di musica sacra, la russa Natalia Tsarkovam ritrattista di Papi e cardinali, Simona Weller, artista che unisce pittura e scrittura e che ha realizzato il disegno del retro della Medaglia ufficiale del V anno di Pontificato di Benedetto XVI (il primo a riceverla in dono è stato il presidente americano Barack Obama nel corso della sua visita in Vaticano).
Presenti anche due artisti al centro di recenti polemiche “ecclesiastiche”: lo scultore greco Jannis Kounellis, di cui ha fatto scalpore la porta realizzata per l’Orto dei monaci di Santa Croce in Gerusalemme (Roma), e Oliviero Rainaldi, l’autore della statua di Giovanni Paolo II in piazza dei Cinquecento, antistante la stazione Termini a Roma. L’iniziativa è stata presentata questa mattina dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura e principale promotore, e da monsignor Pasquale Iacobone, responsabile del dipartimento “Arte e fede” del dicastero. Interrogato sulla statua di Wojtyla, il porporato ha preso nuovamente le distanze: “Non dovevamo, come dicastero vaticano, dare un’autorizzazione, ma un parere estetico teologico formulato sulla base di documentazione previa. Ebbene una prima documentazione non ci aveva convinto e avevamo dato un parere negativo, condiviso dal Comune di Roma, sul secondo bozzetto abbiamo dato un parere positivo”. Ma “non abbiamo partecipato alla fusione dell’opera, come qualcuno ha scritto” ha precisato.
L’Esposizione sarà inaugurata dal Papa nella mattinata di lunedì 4 luglio, in forma strettamente riservata agli artisti coinvolti. Nel pomeriggio dello stesso giorno si terrà l’inaugurazione pubblica, su invito. La mostra sarà aperta al pubblico dal 5 luglio al 4 settembre 2011, dal lunedì al sabato (orario 10 - 19). “La rilevanza di questa occasione – si legge in una nota - è data anche dal significato che essa assume per il dialogo tra la Chiesa e gli artisti, come pure dalla presenza in contemporanea di artisti di chiara fama e appartenenti alle diverse aree di espressione, che si cimentano con un tema di grande profondità e valenza spirituale, in cui si rispecchiano i motivi cari al Pontefice”. Variegati il parterre e le storie degli artisti. Dallo scultore giapponese Kengiro Azuma, entrato nella Marina a 17 anni come pilota-kamikaze e approdato all’arte alla fine della II Guerra mondiale, alla scultura etnica del ghanese El Anatsui, alle sagome di legno di Mario Ceroli, all’Himalaya del giovane Luigi Fieni, alle opere di sacerdoti-artisti come Tito Amodei o il brasiliano Sidival Fila, José Tolentino Mendonça.
Pittura e scultura saranno rappresentate anche dal messicano Guastavo Aceves, che lavora su grandi superfici, dall’astrattista Agostino Bonalumi, Pedro Cano, Francesca Cataldi, lo svizzero Max Cole, Laura Cretara, Dominique Lomeré, Carlo Nangeroni, Mimmo Paladino, Tullio Pericoli, Pietro Pizzi Cannella, Omar Galliani, Giuliano Giuliani, Piero Guccione, Pierluigi Isola, Ettore Spalletti, Guido Strazza, Giuseppe Zigaina. Spazio anche alle installazioni e video-arte del tedesco Christoph Brech e di Matthias Scheller, alla regia di Pupi Avati, e alla fotografia: tra le firme quella di Gianni Berengo Gardin, di cui resta indimenticabile lo scatto dell’auto in riva al mare (Gran Bretagna, 1977), Jackie Nickerson, Claudia Henzler, Mimmo Jodice. Tra gli architetti nomi come Mario Botta, Santiago Calatrava, Imre Makovecz, Oscar Niemeyer, Renzo Piano. Ben rappresentata l’arte orafa, con la fiorentina Anna Bini, Giulio Manfredi, il maestro di bottega Aurelio Mortet, Fausto Maria Franchi, e Guido Veroi. Spazio infine a poesia e scrittura - con Roberto Mussapi, Luca Doninelli e Davide Rondoni – e alla musica. Ai grandi compositori di tradizione vaticana, come Bartolucci e Miserachs, si affiancano lo scozzese James MacMillan, Ennio Morricone e Arvo Pärt.

(ban) 17 Giugno 2011 14:12

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