Ratzinger convoca quindici cardinali per rifare a porte chiuse le finanze vaticane
di Paolo Rodari
La “riunione dei quindici” è convocata per oggi in Vaticano e si scioglierà soltanto nella giornata di sabato.
Quindici cardinali da tutto il mondo dovranno valutare a porte chiuse lo status delle finanze della Santa Sede, i bilanci del primo semestre del 2011, senza dimenticare i delicatissimi cambi al vertice dei principali dicasteri competenti, che Ratzinger ha in animo di mettere in campo nelle prossime settimane.
Tra questi, quello più difficile e dibattuto: la nomina del nuovo presidente del governatorato, il “ministero” che ha in mano tutta la gestione della Città del Vaticano.
I quindici si riuniscono sotto la direzione del cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone, del cardinale Attilio Nicora presidente dell’Autorità di informazione finanziaria (Aif), del cardinale Velasio De Paolis presidente della Prefettura degli affari economici e del cardinale Giovanni Lajolo, attuale guida del governatorato.
Se le finanze vaticane godono di buona salute, questo dipende in gran parte dalle entrate che ogni anno garantiscono i Musei vaticani, con l’abile regia di Antonio Paolucci che li guida da tre anni. Ma la sfida della Santa Sede è riuscire a non far dipendere la maggior parte dei bilanci dai soli musei e cercare il pareggio anche a prescindere da essi. E’ anche per questo che il Papa da tempo ha deciso i cambi al vertice. Da poco si è insediato a Propaganda Fide Fernando Filoni, ex numero due della segreteria di stato, chiamato a una gestione pulita dell’immenso patrimonio finanziario e immobiliare di Propaganda.
Attesa è anche la nomina del prelato dello Ior. Si parla con insistenza dell’arrivo di monsignor Luigi Mistò, responsabile nell’arcidiocesi di Milano del servizio per il sostegno economico della chiesa. Sarà chiamato a lavorare assieme al presidente Ettore Gotti Tedeschi, protagonista di una non facile operazione trasparenza. Recentemente la procura di Roma ha sbloccato il denaro dello Ior precedentemente sequestrato per il sospetto di non aver rispettato le norme anti riciclaggio. Ma l’approvazione di una legge vaticana in materia e il motu proprio con cui è stata istituita l’Aif hanno modificato il parere della procura.
Il capitolo più delicato è quello che riguarda il governatorato. Il sostituto più naturale di Lajolo sarebbe l’attuale segretario dello stesso dicastero, il settantenne arcivescovo Carlo Maria Viganò. Recentemente Viganò è stato convocato da Velasio De Paolis per una verifica sui bilanci, e ha esibito una buona gestione: i bilanci precedentemente in rosso ora sono in attivo. Ma ciò potrebbe non bastare. L’arrivo di Filoni a Propaganda, infatti, ha rimescolato le carte e pare abbia convinto il Papa a concedere all’attuale nunzio in Italia Giuseppe Bertello, precedentemente candidato per Propaganda, il governatorato.
Nel summit il tema delle nomine potrebbe essere discusso. Tutti e quindici i cardinali, infatti, sono stati convocati per la loro conoscenza delle dinamiche finanziarie della chiesa ma anche perché personalità vicine al Papa. Tra loro l’arcivescovo di Colonia, il cardinale Joachim Meisner, e il cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, arcivescovo di Caracas.
Pubblicato sul Foglio giovedì 30 giugno 2011
© Copyright Il Foglio, 30 giugno 2011 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.
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1 commento:
Ma perché non si nominano persone al difuori della solita cricca? Gira e rigira son sempre gli stessi...
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