sabato 18 giugno 2011

Presentato il Simposio internazionale contro gli abusi nella Chiesa che la Gregoriana ospiterà nel 2012. Intervista con mons. Scicluna (Radio Vaticana)

Presentato il Simposio internazionale contro gli abusi nella Chiesa che la Gregoriana ospiterà nel 2012. Intervista con mons. Scicluna

“L’abuso sessuale da parte di un prete è un delitto e un abuso di potere spirituale”. Lo ha affermato questa mattina mons. Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del Simposio dal titolo “Verso la guarigione e il rinnovamento”. L’evento, che si svolgerà dal 6 al 9 febbraio 2012, è stato promosso, e sarà ospitato, dalla Pontificia Università Gregoriana allo scopo di dare una risposta al dramma degli abusi sessuali all’interno della Chiesa. A seguirne la presentazione c’era per noi Fausta Speranza:

Sostenere la Chiesa in tutto quello che fa contro il dramma degli abusi. Questo è l’obiettivo con cui l’Università Gregoriana sta preparando il Simposio, che vorrà far incontrare le dolorose esperienze di diverse parti del mondo. Lo spiega il rettore dell’illustre istituzione accademica, che parla di risanamento, di prevenzione, di attenta formazione dei sacerdoti. Il titolo scelto per l’incontro è “Verso la guarigione e il rinnovamento”. Offre dunque l’idea di un cammino da fare, così come incoraggia con forza Benedetto XVI. E, in questo cammino, l’Università Gregoriana intende contribuire a uno studio che non trascuri nessun aspetto per un approccio che possiamo definire scientifico, come assicura il responsabile del Comitato preparatorio del Simposio, padre Hans Zollner, che è preside dell’Istituto di psicologia dell’Università stessa:

“Certamente, come Università Gregoriana, vogliamo affrontare questi temi dal punto di vista dello ‘stato dell’arte’ della scienza della psicologia, della psichiatria e della giurisprudenza e anche all’interno della Chiesa, delle norme che sono ormai in vigore dopo la Lettera circolare della Congregazione per la Dottrina della fede del 16 maggio scorso. Abbiamo deciso anche di mettere a fuoco questo tema, perché la Congregazione stessa sollecita le Conferenze episcopali affinché sviluppino linee guida per come trattare gli abusatori e come provvedere affinché questi casi non si ripetano; come anche guarire, o contribuire per quanto possibile a guarire, le ferite delle vittime”.

Lo studio si avvarrà anche di un nuovo centro “e-learning multilinguistico”, strumento pensato per migliorare l’informazione e la prevenzione. Inoltre, l’approfondimento di studio, già da ora fino a febbraio, sarà reso pubblico: c’è l’impegno, infatti, a presentare comunicati stampa con una certa scadenza. Al Simposio parteciperanno vescovi ed esperti di tutto il mondo, tutti con il loro carico di esperienza, che sarà diverso ma che porterà sempre il peso del dolore per la grave ferita inferta dagli abusi sessuali alla Chiesa tutta e - come ha detto Benedetto XVI - al corpo di Cristo. In particolare, il dolore, ma non senza speranza, emerge dalle parole di Sheila Hollins, professore di Psichiatria alla St. George University di Londra, che ha assistito il cardinale O’Connor come visitatore in Irlanda dopo la Lettera del Papa ai cattolici irlandesi:

"Niente e in nessun modo può cercare di spiegare quanto accade in questi casi..."

Niente in nessun modo può tentare di spiegare fino in fondo quanto accade nei casi di abusi, sottolinea Sheila Hollins e parla di ‘ascolto delle voci delle vittime, di costruzione della credibilità’. Parla di effetti gravi sugli equilibri mentali, di vergogna e di rabbia. Per due settimane con il cardinale O’Connor ha incontrato persone vittime di abusi e afferma che è stata esperienza fondamentale del suo percorso professionale. Parla, poi, anche di forte autocritica sentita tra gli uomini di chiesa. Le sue parole sembra ben si sposino con le raccomandazioni di monsignor Scicluna, promotore di Giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ricorda che ogni prevenzione deve partire dalla consapevolezza dei danni che gli abusi sessuali fanno alle vittime e che quello che subiscono è qualcosa di orrendo, che sottolinea, ha tre dimensioni: è peccato, è delitto canonico, è crimine per la giustizia civile. (ma)

Sugli aspetti salienti del Simposio in programma nel prossimo febbraio e, più in generale, sul complesso delle iniziative messe in campo dalla Chiesa per combattere il crimine degli abusi contro i minori commessi dal clero, la collega della nostra redazione francese, Helene Destombes, ha intervistato mons. Charles Scicluna, promotore di Giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede:

R. – Il Simposio è una iniziativa lodevole della Pontificia Università Gregoriana, per aiutare i vescovi ed i superiori religiosi a rispondere adeguatamente alla richiesta della Congregazione per la Dottrina della Fede – di cui sono promotore di giustizia – di preparare direttive e piani pastorali efficaci sul tema degli abusi sessuali. Noi vediamo un’esigenza, una richiesta da parte di alcuni episcopati di mezzi di approfondimento del problema e anche di poter condividere l’esperienza di altri episcopati, insieme con la possibilità di discutere alcune tematiche comuni per poter poi attualizzare meglio delle politiche su piano locale, perché evidentemente – come dice anche la Lettera circolare della Congregazione per la Dottrina della Fede – ogni episcopato ha la responsabilità di prendere degli spunti dalla Lettera circolare e tradurli in normativa e politica ecclesiale adeguata alla cultura e alle circostanze particolari delle nazioni.

D. – E’, dunque, un modo di accompagnare i vescovi, magari di farli sentire meno soli davanti a questa grande impresa?

R. – Direi che questa sia una considerazione giusta, anche perché così si vive l’ecclesialità del momento: non solo per il fatto che dove una Chiesa particolare soffre, dove anche un singolo individuo soffre, tutto l’organismo ecclesiale subisce l’urto, ma anche per il fatto che, per poter rispondere adeguatamente a un problema, ci si sente parte della Chiesa universale, della Chiesa veramente “cattolica”.

D. – Concretamente, quali saranno le vie proposte per attuare tali direttive?

R. – La Lettera circolare parla di alcuni aspetti generali che saranno anche oggetto di approfondimento, di input da parte di diversi esperti. La Lettera circolare parla delle vittime degli abusi, di una risposta adeguata alla loro sofferenza, di una politica dei programmi che devono essere sviluppati nelle diocesi per la protezione dei minori, di formazione di futuri sacerdoti e religiosi e anche dell’accompagnamento dei sacerdoti. Nella Lettera circolare, si parla anche della giusta cooperazione con le autorità civili. Tutti questi temi avranno anche una eco nel programma del Simposio che si terrà a febbraio del 2012.

D. – Saranno dunque presi in considerazione tutti gli aspetti: giuridici, pastorali, psicologici …

R. – Avremo il pregio di avere prima di tutto esperti in ogni settore, come lei giustamente ha sottolineato, e anche l’ulteriore ricchezza di avere esperti da ogni parte del mondo: e mi riferisco all’Europa, all’America del Nord, all’America Latina, ma anche all’Asia.

D. – Saranno anche proposti alla riflessione casi concreti in diversi Paesi – penso in particolare all’Irlanda e agli Stati Uniti?

R. – In modo molto scientifico, e quindi anche molto positivo. Nel senso che l’esperienza degli Stati Uniti d’America sarà presente tramite una delle massime autorità, mons. Steve Rosetti, che terrà una relazione, nell’accompagnamento di coloro che sono colpevoli dell’abuso, una tematica molto impegnativa e molto difficile. Dagli Stati Uniti ci sarà anche l’input di un programma di protezione dei minori, di educazione della comunità alla protezione dei minori, che si chiama “Virtus”. E’ un programma che prevede anche l’uso di internet, molto seguito negli Stati Uniti, che sarà da condividere anche con altri episcopati. Per quanto riguarda l’Irlanda, ci sarà la baronessa Sheila Hollins, che è stata in Irlanda dove avuto l’opportunità di incontrare molte delle vittime: queste esperienze arricchiscono non solo il bagaglio di chi presenterà la questione al Simposio, ma tramite queste persone di grande rilievo, il bagaglio di tutti i partecipanti.

D. – Accanto al Simposio, sarà presentata la creazione di un Centro di formazione attraverso Internet: di che si tratta?

R. – Questa sarebbe una cosa auspicabile come frutto immediato e perenne del Simposio. Molti simposi incominciano, finiscono e dopo, cosa succede? Questo Centro di formazione – che è un momento di condivisione, ma anche di ascolto – è anche un database scientifico in continuo aggiornamento, frutto di un’iniziativa della Pontificia Università Gregoriana: rende tutta la scienza attuale, e in prospettiva quella del futuro, direttamente accessibile ai diversi episcopati che vorranno usufruire di questo servizio, e pone l’Università in un servizio veramente universale e cattolico, attraverso le metodologie e i mezzi straordinari che abbiamo oggi, tramite Internet.

D. – Si può parlare oggi di una ferma e decisiva strategia del Vaticano nella lotta contro la pedofilia all’interno della Chiesa?

R. – Direi che la Lettera circolare offre alla Chiesa un segnale molto forte di una ferma volontà, che nasce poi dalla determinazione del Sommo Pontefice stesso: quella di guardare in faccia al peccato e al crimine della pedofilia, affermando al contempo che nella Chiesa dobbiamo essere in grado di dare una risposta chiara, credibile, ferma ed efficace a questo problema. Di voler essere testimoni non solo del rispetto dell’innocenza dei bambini e dei giovani, ma anche delle esigenze della verità nella giustizia.

D. – Desidera aggiungere qualcosa sulle aspettative di questo Simposio, sulle eventuali problematiche che si potrebbero incontrare?

R. – L’atmosfera è quella di voler discutere il problema, di voler prendere iniziative. La cosa migliore sarebbe – e questa è anche l’ottica della Lettera circolare della Congregazione per la Dottrina della Fede – di creare un atteggiamento sano nei confronti della sessualità nella formazione del clero, e anche del giusto occhio critico nelle comunità, che è alla base di ogni prevenzione. (gf)

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Scicluna giustamente dice che si tratta di delitti e abusi di potere da parte dei consacrati...ma se sono delitti come mai in questi quarant'anni i colpevoli non sono stati allontanati,puniti,rimossi e ridotti allo stato laicale?
E' tutto così triste,quante omertà!
Monsignore ci risponda...

Raffaella ha detto...

Si guardi agli ultimi sei anni ed agli enormi passi avanti fatti in cosi' poco tempo.
R.