venerdì 24 giugno 2011

Vietato entrare in Vaticano: con tanto di foto segnaletica, nome e cognome sotto ben evidenti, a "monsignor truffa" (Giansoldati)

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Leggo:

...perché nessun creditore lo ha ancora denunciato alla polizia? La risposta la fornisce un anziano sacerdote (anch’egli in attesa di riavere il prestito fatto): «I panni sporchi li laviamo in casa».

Tipica mentalita' clericale, quanto di piu' lontano esista dal comportamento e dalla moralita' del Santo Padre. I panni sporchi si lavano in casa quando i fatti non costituiscono reato.
Quanto al "desiderio" di non dare un ulteriore dispiacere al Papa, posso ridere?
Quando mai ci si e' preoccupati, in Vaticano e fuori, di non causare sofferenza a Benedetto XVI? Si dica piuttosto che non si voleva denunciare l'ennesimo episodio da far venire la pelle d'oca.
Oppure, semplicemente, i truffati si vergognano di passare per "polli".
Infine, se c'e' una persona che non si stupirebbe di certe (come dire?) "cadute di stile", questi e' sicuramente il Papa che mi pare assai piu' vaccinato e disilluso di tutta la curia messa insieme :-)

R.

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