domenica 3 luglio 2011

Card. Bertone: ad Assisi il Papa ha invitato anche i non credenti (Izzo)

PAPA: BERTONE, AD ASSISI HA INVITATO ANCHE I NON CREDENTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 lug.

"Anche chi non crede o fa fatica a credere puo' avere un ruolo positivo per la religione, evidenziandone degenerazioni o inautenticita' che non avvicinano, ma allontanano da Dio".
Lo ricorda il segretario di Stato di Benedetto XVI, cardinale Tarcisio Bertone, che spiega sull'Osservatore Romano la decisione del Papa di invitare anche rapprentanti del mondo della cultura e della scienza che si professano atei o agnostici alla Giornata di preghiera per la pace convocata ad Assisi il prossimo 27 ottobre a 25 anni dallo storico incontro dei leader delle grandi religioni convocato da Papa Wojtyla. "La costruzione della pace - ricorda il porporato - e' una responsabilita' di tutti". Anche dei non credenti, il cui contributo "salutare" allo spirito religioso dell'incontro si inserisce nel solco di quell'"illuminismo rettamente inteso" presente nella stessa tradizione biblica. Ogni uomo di buona volonta', infatti, e' inserito nel "comune cammino che e' la storia umana".
Per Bertone, deriva "da qui la scelta del tema della giornata 'Pellegrini della verita', pellegrini della pace'. Con la sottolineatura che l'aver ricevuto il dono della fede non impedisce ai cristiani di sentirsi compagni di viaggio di ogni uomo e donna".
Nel solco dei precedenti incontri di Assisi oltre al raduno del 1986 il segretario di Stato ricorda quello del 24 gennaio 2002, all'indomani degli attacchi terroristici dell'11 settembre e segnala che anche l'appuntamento del prossimo 27 "ottobre si svolgera' all'insegna dei tre elementi che caratterizzarono la Giornata di venticinque anni fa: preghiera, digiuno, pellegrinaggio.
La prima, puntualizza il cardinale, "sara' vissuta soprattutto nella dimensione del silenzio e del raccoglimento interiore": dimensione privilegiata rispetto alla forme pubbliche di preghiera, soprattutto per evitare "l'impressione di qualsiasi relativismo".
Il secondo esprimera' "la dimensione penitenziale" e la disponibilita' di ciascuno "a un processo di purificazione". Il terzo, infine, sara' simboleggiato dal viaggio in treno delle delegazioni da Roma ad Assisi e dal percorso che tutti i partecipanti compiranno dalla basilica di Santa Maria degli Angeli alla piazza - dove si concludera' l'incontro - riconoscendosi "pellegrini della verita'e della pace" e "impegnandosi a essere costruttori di un mondo piu' giusto e solidale".
Sull'Osservatore Romano, il cardinale Bertone rivela anche l'intenzione di Benedetto XVI di far precedere l'incontro del 27 ottobre ad Assisi da una veglia di preghiera in piazza San Pietro che si terra' la sera precedente con la partecipazione dei giovani di Roma. Una sottolineatura della dimensione spirituale dell'impegno e della preghiera per la pace che conferma l'idea forte che mosse Papa Wojtyla un quarto di secolo fa a denunciare come "nella storia l'appartenenza religiosa sia stata spesso anche strumentalizzata quale elemento di contrapposizione e di conflitto".
"Giovanni Paolo II - scrive Bertone - spiego' chiaramente il senso del suo invito" precisando ai leader delle altre religioni che esso non implicava "alcuna intenzione di ricercare un consenso religioso" o di "negoziare le convinzioni di fede", ne' voleva affermare che le religioni possano "riconciliarsi sul piano di un comune impegno in un progetto terreno che le sorpasserebbe tutte". L'iniziativa di Wojtyla, rileva il cardinale salesiano, neppure voleva essere "una concessione al relativismo nelle credenze religiose".
Un punto che Bertone definisce oggi "di capitale importanza" in quanto "il relativismo o il sincretismo finiscono per distruggere, anziche' valorizzare, la specificita' dell'esperienza religiosa". "Su questo aspetto si è tornati piu' volte in seguito, anche a motivo di interpretazioni superficiali, che non sono mancate, di quel primo incontro di Assisi", tiene a ricordare il primo collaboratore di Papa Ratzinger citando la lettera inviata al vescovo di Assisi per il XX anniversario dell'evento, nella quale si dichiara "doveroso evitare inopportune confusioni".
"Percio' - conclude Bertone con le parole di Benedetto XVI - anche quando ci si ritrova insieme a pregare per la pace, occorre che la preghiera si svolga secondo quei cammini distinti che sono propri delle varie religioni. Fu questa la scelta del 1986, e tale scelta non puo' non restare valida anche oggi. La convergenza dei diversi non deve dare l'impressione di un cedimento a quel relativismo che nega il senso stesso della verita' e la possibilita' di attingerla".

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1 commento:

DANTE PASTORELLI ha detto...

Invitare a pregare le false divinità è un invito a perseverare nell'idolatria, avallando il valore di quella preghiera.