Vaticano/ Da Galileo a Shoah, archivio in mostra al Campidoglio
Cento documenti esposti da febbraio. "Ma non è moda Dan Brown"
Documenti dell'Archivio Segreto Vaticano relativi al processo a Galileo e ai campi di sterminio nazisti verranno esposti in una mostra presso i Musei Capitolini, al Campidoglio, da febbraio a settembre dell'anno prossimo.
L'esposizione è stata presentata con largo anticipo in Vaticano con una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. "Questa mostra, oltre ad un intento naturale di visione estetica di cimeli storici noti e meno noti, parimenti affascinanti, intende far luce sulla realtà della vetusta istituzione, sulla sua natura, i suoi contenuti, la sua attività", ha detto in conferenza stampa mons. Sergio Pagano, prefetto dell'archivio. "Da ciò - ha aggiunto il prelato in riferimento al titolo in latino della mostra - 'Lux in arcana'", ossia luce nei luoghi segreti. "Niente quindi di più appropriato che il titolo scelto per la mostra, 'Lux in arcana'", ha detto da parte sua il card. Bertone, "dove gli 'arcana' non sono da intendersi come arcana imperii, ovvero i segreti del governo, ma i reconditi e vasti ambienti degli archivi, per loro natura gelosi, protettivi, vigili nei confronti dei tesori che custodiscono". Circondati spesso da un'aura di mistero e di sospetto, l'Archivio Segreto Vaticano - istituzione distinta dalla Biblioteca Apostolica Vaticana - è finita anche nella sceneggiatura del film di fanta-vaticano 'Angeli e demoni', tratto dall'omonimo best seller di Dan Brown. Una pellicola poco gradita negli ambienti della Santa Sede alla quale, più o meno esplicitamente, hanno fatto riferimento gli ospiti del direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. "Ad eccezione dei ricercatori che frequentano abitualmente l'Archivio Vaticano, esso costituisce per la stragrande maggioranza delle persone come un 'arcano', una realtà misteriosa perché sconosciuta", ha detto mons. Pagano, "senza contare i romanzati ambientamenti pseudo-storici e pseudo-archivistici che abbiamo avuto anche in tempi recenti sull'Archivio Segreto".
Anche un video di presentazione della mostra mostrato in conferenza stampa ai giornalisti gioca con musiche e immagini enigmatiche alla Dan Brown. Alle domande di qualche cronista perplesso circa il rischio di confermare, anziché sfatare, l'alone di mistero, ha risposto il sindaco di Roma. "Il video va visto tutto", ha detto Alemanno, "è sicuramente fatto per suggestionare, ma si parte dall'idea di mistero per arrivare a far luce sui valori e la cultura presenti nell'archivio". "A prima vista pul dare l'impressione di Dan Brown", ha commentato da parte sua mons. Pagano, "ma a ben vedere non c'è nulla dei film americani, al contrario, si fa luce negli archivi". In vista dell'inaugurazione della mostra, alla quale potrebbe far visita anche il Papa, ad ogni modo, anche il Centro televisivo vaticano (Ctv) sta preparando un video illustrativo. Tra i documenti che saranno esposti nella mostra, vi saranno il 'Dictatus papae' con il quale Gregorio VII (1073-1085) sancì la supremazia della teocrazia pontificia su ogni altro potere; la successiva 'Deposizione dell'imperatore Federico II' (1245); la lettera dei membri del Parlamento inglese a Clemente VII sulla nota e controversa causa matrimoniale di re Enrico VIII (1530); un documento autografo di Michelangelo. Presenti anche due reperti a metà tra l'archivistica e l'arte: una lettera su seta di Elena di Cina a Innocenzo X (1650) e una lettera su corteccia di betulla degli indiani d'America a Leone XIII (1887). Saranno presenti anche documenti relativi al periodo della breccia di Porta Pia e all'unità d'Italia. Sarà poi mostrato l'autentico e completo incartamento degli atti del processo di Galileo Galilei, compreso gli atti d'accusa del Santo Uffizio, la documentazione del giudice accusatore Roberto Bellarmino, la condanna e l'abiura autografa dello scienziato pisano.
Di particolare interesse per il dibattito polemico e storiografico che ha già assunto in passato, sarà esposto nella mostra anche qualche documento relativo al periodo della seconda guerra mondiale e alla shoah. Si tratta del periodo relativo al controverso pontificato di Pio XII, accusato da svariati settori del mondo ebraico di non essere intervenuto a difesa degli ebrei perseguitati dai nazisti. Sebbene numerosi documenti d'archivio siano già stati pubblicati per volontà di Papa Paolo VI, si tratta di materiale non ancora accessibile agli studiosi, poiché la consuetudine vaticana è di declassificare gli archivi pontificato per pontificato. Attualmente, a causa della mole di documenti da inventariare, sono pubblici i documenti sino al 1939, ossia sino alla fine del pontificato di Pio XI precedente quello di Pacelli. Di fronte alle richieste israeliane di aprire anticipatamente gli archivi su Pio XII, il Vaticano ha già risposto con una previsione temporale confermata oggi da mons. Pagano: "Tre anni fa abbiamo detto che servivano sei o sette anni, ora ne mancano tre o quattro. Speriamo di essere pronti per quella data. L'ultima decisione poi spetta al Papa, ma abbiamo tutte le fondate speranze che egli deciderà di aprire gli archivi". Quanto ai documenti che verrà esposto nella mostra al Campidoglio - sul quale l'Archivio vaticano non ha ancora preso l'ultima decisione - si tratterà, indicativamente, di materiale "emozionale, più che documentale", ha spiegato mons. Pagano, precisando che potrebbe trattarsi di fotografie relative ai campi di concentramento o materiale analogo. Nessun documento eclatante, insomma, perché "non sarebbe onesto" pubblicare qualche documente prima della data prevista per l'apertura di questo settore degli archivi. L'idea della mostra, ha spiegato mons. Pagano, è nata in seno all'Archivio Segreto Vaticano che nella data di apertura (febbraio 2012) festeggerà i quattrocento ani di fondazione dell'istituzione da parte di Papa Paolo V. L'archivio vaticano ha poi interessato dell'iniziativa il sindaco di Roma Alemanno, che ha visitato l'archivio. Infine, la decisione di fare ospitare la mostra nei Musei capitolini. "Abbiamo voluto spostarci dall'ambito vaticano per dare a tutti accesso alla mostra e svelare quel 'secretum' che 'secretum' non è", ha spiegato Pagano, sottolineando con una battuta che, originalmente, alcuni dei locali dei Musei situati sul Campidoglio erano "saloni papali". "La città di Roma, Capitale d'Italia e sede del Sommo Pontefice, è fiera di accogliere una mostra-evento che in un certo senso rinsalda il legame tra la città laica e quella religiosa", ha detto Alemanno, che si è anche detto fiducioso che molti turisti verranno a Roma espressamente per vedere l'esposizione. Il cardinal Bertone ha voluto lodare, da parte sua, "un progetto culturale di altissimo livello, che supera anche certi stereotipi delle due sponde del Tevere; l'ambito culturale fa spesso giustizia dei luoghi comuni o delle polemiche; l'approfondimento della storia, come ho già avuto modo di dire nelle celebrazioni di Porta Pia dello scorso settembre, fa più sensibili le persone nella ricerca anzitutto della verità e quindi del bene comune". Alla conferenza stampa di presentazione, in Vaticano, sono intervenuti anche il card. Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, Dino Gasperini, assessore alle Politiche culturali e Centro storico di Roma Capitale e Umberto Broccoli, sovraintendente ai Beni culturali di Roma Capitale. La mostra sarà organizzata, oltre che dall'Archivio Segreto Vaticano, da Roma Capitale e dai Musei Capitolini, anche da Zetema Progetto Cultura.
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