mercoledì 6 luglio 2011

I 150 anni dell'Osservatore Romano. Ratzinger, Papa curioso in redazione (Angeli)

PER I 150 ANNI DELL'OSSERVATORE ROMANO

Ratzinger Papa curioso in redazione

di ANTONIO ANGELI

Ma come funziona un giornale? Una domanda comune: sono in molti a chiedersi cosa accada «dietro le quinte» dell'informazione.
Ma ieri a «curiosare» nella redazione di un quotidiano c'era un ospite decisamente speciale. Centocinquanta anni fa nasceva l'«Osservatore romano» e ieri Papa Benedetto XVI ha visitato la redazione, gli uffici, la tipografia del quotidiano del Vaticano, spiegando semplicemente che da tempo era «curioso» di vedere come si fa «oggi un giornale».
«Ma se improvviso vi metto in difficoltà?», ha chiesto, mentre giornalisti e tipografi gli illustravano il lavoro di preparazione di una pagina di giornale.
Il discorso scritto da papa Ratzinger era più o meno la metà di quanto poi, a braccio, ha effettivamente detto. Ma, si sa, Benedetto XVI è un grande Papa e un grande comunicatore.
Ratzinger ha parlato a lungo di un argomento che da sempre gli sta a cuore: l'informazione vista sia dalla da parte di chi la fa e sia da quella di chi la riceve. Lavorare nel campo dell'informazione, nel mondo moderno, non è facile e obbliga a «fare delle scelte» e la riflessione del Papa è stata che dobbiamo essere tutti consapevoli che le scelte a volte sono «discutibili».
Il Papa ha anche sottolineato come sia importante guardare lontano, al mondo, ma saper poggiare gli occhi anche vicino a se stessi. Ed è importante anche fare informazione e cultura insieme. Un discorso di ampio respiro sul giornalismo nel mondo moderno che, ha commentato il vicedirettore Carlo Di Cicco, conferma come Benedetto XVI sia «alleato» e «estimatore» del mestiere del giornalista.
Benedetto XVI ha dato anche sostegno e approvazione all'Osservatore romano che ha tra le sue «finalità quella di registrare i problemi sociali» riportando anche fatti e aspetti «negativi», ma che, ha spiegato il Papa, è quasi un «unicum nel panorama della stampa mondiale», perché «offre ai lettori tante notizie positive e incoraggianti che non mancano nel nostro mondo, ma che il più delle volte non hanno un adeguato spazio giornalistico». Accolto dal direttore Giovanni Maria Vian e dal vicedirettore Carlo Di Cicco papa Ratzinger ieri era accompagnato dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone. La visita si è svolta in un clima familiare. L'Osservatore Romano per il Pontefice è il «suo» giornale.
Il Papa si è fatto spiegare nei dettagli le fasi di lavorazione delle notizie e delle pagine. Nella sala dei grafici ha incontrato tutto il personale dell'Osservatore romano e, prima di lasciare la redazione, ha salutato uno per uno tutti i giornalisti, i poligrafici e gli amministrativi. In occasione della sua visita inoltre è stata inaugurata una targa che dedica alla memoria di Giovanni Paolo II l'archivio fotografico del giornale vaticano, costituito da oltre 10 mila foto. E proprio scorrendo alcune immagini non è difficile capire quanto, in fondo in pochi anni, sia cambiato il modo di fare informazione. In una bella foto in bianco e nero del 1963 si vede Paolo VI nel giornale che saluta i tipografi con il camice nero e su un tavolaccio ci sono i caratteri di piombo. Nell'epoca dei computer sono veri reperti archeologici: eppure è così che si facevano i giornali al tempo dei nostri nonni e dei nostri padri.

© Copyright Il Tempo, 6 luglio 2011 consultabile online anche qui.

1 commento:

sonny ha detto...

Buongiorno Raffaella. Che curiosone il nostro Benedetto. Ti segnalo questo, molto bello:

http://www.ilgiornale.it/interni/faccia_faccia_papa_suo_volto_sa_dare_pace/06-07-2011/articolo-id=533370-page=0-comments=1